TRASIMENO E VALDICHIANA NORD NELLA MORSA DEL VIRUS. E RISPUNTA LA “STRATEGIA DELLA TENSIONE”

TRASIMENO E VALDICHIANA NORD NELLA MORSA DEL VIRUS. E RISPUNTA LA “STRATEGIA DELLA TENSIONE”
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La curva del contagio cresce. La morsa del virus sta stringendo sempre di più il nostro territorio. Gli ospedali cominciano ad andare in sofferenza. Il dato dell’occupazione dei posti di terapia intensiva disponibili, vede l’Umbria al primo posto con il 39,8% dei posti occupati, ben oltre la soglia considerata di allerta del 30% e davanti (nell’ordine) a Valle d’Aosta (35), Piemonte (33), Campania (32,8), Lombardia (27,8). La Toscana è al 21,6%.

Non solo: una mappa sulla diffusione del virus in Europa, presentata dal prof. Brusaferro nella consueta conferenza stampa giornaliera, il 28 ottobre, indicante l’incremento dei casi negli ultimi 14 giorni, dava il dato umbro come il peggiore d’Italia e uguale ai peggiori d’Europa.

E la mappa dei contagi comune per comune alla data 30 ottobre segnalava una situazione preoccupante anche nell’area del Trasimeno:

Corciano 254 casi positivi al momento(di cui 3 in terapia intensiva)  Magione 146 (1 in Terapia intensiva), Castiglione del Lago 94 (2 in terapia intensiva), Passignano 84, Panicale 29, Piegaro 28, Città della Pieve 17, Paciano 1. Dall’inizio della pandemia si sono registrai 2 morti a Castiglione, 2 a Panicale, 2 a Città della Pieve e 3 a Corciano.

Sta leggermente meglio, ma non troppo la Valdichiana senese, dove è a Sinalunga adesso  la linea del fronte: 50 casi positivi il 30 ottobre. Sono 36 a Torrita di Siena; 32 a Montepulciano, con un decesso (una donna di 93 anni ricoverata); 13 a Chianciano, 9 a Chiusi; 7 a Sarteano; 5 a Cetona; 2 a San Casciano Bagni.

La Valdichiana nord sembra essere la zona più colpita, come è molto colpita la Valdichiana aretina… Per esempio Civitella in Valdichiana registra 81 casi positivi… La Valdichiana meridionale (zona intorno al Monte Cetona; Chiusi, Cetona, Sarteano, San Casciano) viaggia su una media di 1 persona positiva ogni 1.000 abitanti.  A Montepulciano 2 su 1.000, a Sinalunga 3, mentre a Torrita siamo addirittura a 5 su 1.000.

Rispetto alla prima ondata della primavera scorsa, sembra che davvero il fronte si sia spostato. Chiusi non è più l’epicentro (il sindaco fa notare che lui l’obbligo di indossare a mascherina anche al’aperto l’ha deciso 10 giorni prima del Dpcm Conte).

Ieri il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha firmato una ordinanza che disciplina in particolare le presenze e gli accessi nei centri commerciali a partire da oggi 31 ottobre. Come a marzo-aprile  a fare la spesa potrà andare solo 1 persona per famiglia, non più di un cliente ogni 10 metri quadri di superficie di vendita, obbligo inderogabile di mascherina e percorsi differenziati tra negozi alimentari e non alimentari .

In Umbria la presidente Tesei ha invece disposto la chiusura di tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado sia statali che paritarie (cioè Medie e superiori) che dovranno utilizzare solo la Didattica a Distanza. E già aveva ordinato la chiusura domenicale di supermercati, centri commerciali e negozi.

Un nuovo lockdown generalizzato sembra quasi inevitabile.

Tornando alla diffusione del virus, è normale che con il numero dei contagi che sale, salga anche il numero dei ricoveri, inevitabilmente. E gli ospedali, come dicevano in apertura, cominciano a dare segnali di sofferenza.

Molti cittadini lamentano ad esempio la difficoltà ad ottenere prestazioni mediche per patologie diverse dal covid (che certo non sono scomparse) sia negli ospedali che nelle altre strutture sanitarie territoriali, sia a domicilio. Anche in Valdichiana e nel Trasimeno. Come dappertutto.

E questo è un problema serio, uno dei principali “danni collaterali” che il covid sta facendo. Purtroppo non è l’unico, perché cresce la paura e con la paura anche l’ansia e la depressione nelle persone (che è una patologia subdola ma molto pericolosa). Infine c”è anche l’incertezza economica che sfocia in rabbia e reazioni di pancia. Reazioni che possono diventare violenza cieca, e reciproca. Guerra tra poveri e di tutti contro tutti. E ovviamente come è sempre successo nella storia, in momenti e situazioni del genere, intrisi di rabbia, di paura e depressione, c’è chi ci sguazza. E coglie l’attimo. La manifestazioni violente, con assalti alle vetrine dei negozi e alle stesse forze dell’ordine che si sono viste in questi giorni a Napoli, a Roma, a Torino e ieri sera anche nel cuore Firenze, sembrano essere non solo lo specchio brutale di un malessere diffuso, ma anche qualcosa che risponde ad una “regia”. Troppo le analogie tra l’una e l’altra. Una è la presenza, sempre di esponenti dell’estrema destra neofascista, ma non è la sola. Sembra di essere tornati all’inizio degli anni di piombo, a quella che allora veniva definita la “strategia della tensione”. Si crea caos, confusione per impaurire la gente, per spingerla alla disperazione e all’individualismo, alla invocazione di misure repressive che alla fine fanno sempre il gioco del più forte… Cose già viste, purtroppo. L’unica cosa che non si era mai vista e che ancora non si conosce è questo cazzo di virus…

m.l.

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