PIER CARLO PADOAN LASCIA IL PARLAMENTO PER LA PRESIDENZA UNICREDIT. LA SCELTA SBAGLIATA DEL PD SENESE

giovedì 15th, ottobre 2020 / 12:53
PIER CARLO PADOAN LASCIA IL PARLAMENTO PER LA PRESIDENZA UNICREDIT. LA SCELTA SBAGLIATA DEL PD SENESE
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SIENA – Alle elezioni politiche del 2018 fu il capolista del Pd nel collegio senese. Un ex ministro come front man: era già successo con Giuliano Amato e Bassanini. Due anni fa toccò a Pier Carlo Padoan, economista stimato e, appunto ex ministro delle finanze nei governi Renzi e Gentiloni. Una figura di primo piano piazzata, come spesso accade, in uno dei collegi considerati più sicuri.
Solo che da deputato del collegio senese non è che Padoan si sia visto molto. Qualche comparsata qua e là l’ha fatta, ma giusto comparsate a iniziatve elettorali, niente di più… E adesso ecco che l’ineffabile Padoan saluta e se ne va. Lascerà infatti il Parlamento, perché è stato nominato, qualche giorno fa, Presidente di Unicredit.
Da uomo delle istituzioni a uomo delle banche. Con buona pace di tute le chiacchiere e le polemiche fatte a suo tempo sul conflitto di interessi e la commistione tra politica e mondo finanziario. Ovviamente la destra non si è fatta sfuggire l’occasione per gridare allo scandalo e sventolare l’equazione Pd-centro sinistra=banche e poteri economici… Ma anche a Siena e provincia molti ci sono rimasti male. O, per meglio dire, leggono la vicenda come la solita storia della politica usata come un taxi…
Il giornalista Michele Taddei scrive: “Credo che a Siena non ne sentiremo la mancanza… da deputato nel collegio senese praticamente non si è mai visto. Simbolo di un modo di intendere la politica che mantiene a distanza i propri elettori e il territorio di riferimento. Vengono, prendono i voti e se ne vanno… mi auguro che d’ora innanzi i rappresentanti di Siena e della sua provincia siano espressione reale del territorio. Anche così si costruisce una classe dirigente…”.
Il deputato di Leu Arturo Scotto ci va ancora più pesante: “Il moralismo non c’entra niente. C’entra invece un’idea delle istituzioni, del rispetto del mandato popolare, della separazione tra politica e finanza. Che il Professor Padoan sia un’economista stimato – questo non significa automaticamente che sia stato un buon Ministro dell’Economia – non giustifica la scelta di saltare dalla Camera dei Deputati alla Presidenza di Unicredit senza soluzione di continuità. Un fatto inedito e singolare. Che fa strame di qualsiasi retorica sul conflitto d’interesse che nel corso degli ultimi anni anche il centrosinistra ha agitato contro i suoi avversari politici. Se hai guidato per quattro anni il dicastero più importante del Governo e poi sei stato alla Camera dei Deputati in Commissione Bilancio non puoi andare a presiedere una grande Banca. E’ un mestiere diverso rispetto alla politica che deve stare sempre sopra agli interessi rappresentati dai privati.
Esporre il proprio schieramento a una polemica scomposta come quella avanzata dalla destra in queste ore sulla commistione tra schieramento progressista e istituti di risparmio è da irresponsabili. Significa lavorare né più né meno per il re di Prussia”.
Adesso, anche i dirigenti senesi del Pd che esaltarono la candidatura di Padoan (imposta certamente dal’alto) dovranno giustificare, e sarà complicato, questo ennesimo salto della quaglia. Perché passare dal rappresentare in Parlamento una forza progressista alla presidenza di una delle maggiori banche italiane è come “passare al campo avverso”. Che il Pd non consideri le banche un nemico da battere, ma un terreno di conquista o una sua nuova frontiera, si è capito da un pezzo… anche da prima del famoso “Abbiamo una banca” di Fassino e da prima ancora della debacle del Monte dei Paschi dove la politica e quella senese in particolare ci ha messo parecchio del suo.
Ma alla fine il problema non è che Padoan vada a fare il Presidente di Unicredit, quello è il suo mondo, anche se la sua formazione è di sinistra. Il problema non è neanche che il Pd abbia scelto Padoan per fare il ministro, è un mestiere che può  fare. E’ che il Pd abbia candidato Padoan al parlamento, addirittura come  rappresentante di un territorio già duramente segnato dal rapporto malefico politica-banche. E’ quella la scelta sbagliata. Il peccato originale. E adesso qualcuno piangerà per l’ennesima volta sul latte versato. Quanto latte ha ancora il Pd da permettersi di versarlo così?
m.l.
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