CASO BETTOLLINI, IL PD E LA CONSEGNA DEL SILENZIO: GUAI A CHI PARLA! MA CRESCE IL MALUMORE TRA I MILITANTI

domenica 25th, ottobre 2020 / 16:33
CASO BETTOLLINI, IL PD E LA CONSEGNA DEL SILENZIO: GUAI A CHI PARLA! MA CRESCE IL MALUMORE TRA I MILITANTI
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CHIUSI – E niente, il Pd chiusino proprio non ce la fa a trovare una sintesi e una via d’uscita dall’impasse in cui si è cacciato, dopo la frattura estiva con il sindaco Bettollini.

Il tour delle assemblee di circolo che ha fatto seguito a quella dell’Unione comunale è finito da quasi due settimane e ancora la segreteria non ha reso note le conclusioni. Giovedì scorso presso il circolo di Chiusi Scalo si è tenuto un incontro tra segreteria del partito, sindaco, giunta e gruppo consiliare, e anche in questo caso non è uscita una parola su come sia finito. La novità dell’incontro, rispetto ai passaggi precedenti è stato senza dubbio il fatto che ci fosse anche il sindaco Bettollini, invitato in presenza, e non più convitato di pietra. Il faccia a faccia davanti allo stesso gruppo consiliare e alla segreteria avrebbe dovuto quantomeno chiarire le posizioni e tirare una riga. Per poi provare a ricucire oppure dirsi arrivederci e grazie.

Si sa che il sindaco ha fatto un intervento lungo e appassionato, un discorso fiume, alla Fidel, come ha fatto spesso anche in passato nei momenti cruciali. Ma non si sa chi alla fine abbia vinto, se il sarto o il… gatto. Cioè chi voleva provare a ricucire, oppure chi invece strappa tutto: divano, tappeto, cuscini…

Nessuno parla, tutti quelli che abbiamo interpellato per saperne qualcosa di più, hanno risposto che sono stati invitati a non rilasciare dichiarazioni prima del comunicato ufficiale del partito. Che però non arriva. Roba che nemmeno a Volgograd quando c’era qualche contrasto tra Breznev e Kossighin…

Si sa – da indiscrezioni -che  il riassunto delle puntate precedenti fatto in apertura di riunione dalla segretaria Cardaioli ad alcuni non è piaciuto. C’è chi l’ha definito una “sentenza premeditata”.  Qualcun altro- sempre stando alle indiscrezioni – ha rilevato come non ci fosse alcun riferimento alle critiche rivolte alla segreteria (compresa la richiesta di dimissioni presentata da Marco Vannuccini e fatta propria praticamente da tutto il circolo di Montallese).

Ancora una volta come nelle assemblee di circolo, anche dall’incontro partito-compagine amministrativa è emerso un giudizio non solo sostanzialmente positivo, ma “molto positivo” sull’operato dell’Amministrazione e anche su quello del sindaco Bettollini come amministratore. Con un giudizio diverso invece sul Bettollini dirigente politico.

Su questo punto non sono mancate le solite sottolineature critiche nei confronti del sindaco. Solo che Bettollini è un amministratore e non un dirigente politico, se nei 5 anni, in più di una circostanza si è assunto il ruolo o è apparso come il front man del Pd e non solo come il sindaco, è perché il Pd è stato assente e lo ha lasciato solo. Ha insomma espletato una funzione di supplenza di un partito inesistente.

Ovvio che l’assenza o latitanza del partito non può essere addebitata solo alla attuale segreteria e quindi in prima persona a Simona Cardaioli, ma è altrettanto evidente che né lei né la nuova segreteria siano riusciti ad invertire la tendenza. Anzi l’assenza e il silenzio adesso sono diventati pilastri fondanti della linea politica. E il partito sembra avere anche la memoria corta.

Per esempio, un anno fa, novembre 2019, quando cominciava a montare la protesta sul progetto Acea e Bettolini minacciò di dimettersi dopo gli attacchi delle opposizioni, fu la maggioranza, il gruppo consiliare in particolare a fare quadrato e a invitarlo a non cedere alle fake news e a tenere duro… Quindi anche sentire esponenti Pd parlare di errori del sindaco della vicenda Acea fa sorridere. Errori ce ne sono stati e Bettollini li ha anche ammessi, ma il Pd è l’ultimo soggetto che possa sventolare quella bandiera.

Il continuo rinviare ad ulteriori appuntamenti, l’incapacità del gruppo dirigente del partito di maggioranza di prendere una decisione, in un senso o nell’altro, il silenzio sprezzante e pervicace,  l’invito ai militanti a tenere la bocca chiusa, sono tutte cose che cominciano a stancare ed irritare non poco gli stessi iscritti. Pare che qualcuno abbia anche minacciato dimissioni dagli organismi, perché non si riconosce più in un partito che non riesce a proferir parola e… traccheggia.

Bettollini dal canto suo, con il discorso alla Fidel di giovedì, la porta l’ha lasciata aperta. Lo aveva già fatto in una recente intervista e pure in consiglio comunale. Adesso ha messo il partito con le spalle al muro. Ed è il partito che deve dire la sua e decidere se andare avanti insieme seppellendo l’ascia di guerra o se invece sia il caso di lasciar perdere e dirsi addio, come nelle coppie che non funzionano più.

Solo che al momento a trovarsi tra l’incudine e il martello, più che il sindaco è la segretaria del Pd Simona Cardaioli, che se non tira fuori una posizione (e fin’ora non lo ha fatto) rischia di apparire del tutto inadeguata a gestire una partita complicata, ma che spetta al partito e non ad altri risolvere.

Qualche malumore, nei nostri tentativi di avere informazioni sull’esito dell’incontro di giovedì, lo abbiamo colto non solo tra i consiglieri comunali, ma anche tra gli stessi componenti della segreteria Pd.

E con Bettolini che  nel frattempo si fa trovare al pezzo sull’emergenza covid e annuncia, insieme agli assessori, l’imminente conclusione di lavori importanti come il rifacimento del parco dei Forti e la sistemazione esterna del nuovo Palasport, mentre Chiusi incassa giudizi lusinghieri sulla percentuale di raccolta differenziata, è evidente che un partito totalmente incartato su sé stesso, incapace di fare anche solo la sintesi di ciò che hanno detto le assemblee dei suoi circoli (forse perché ciò che è emerso non è il linea con il pensiero della segretaria e di qualcun altro), rischia di fare la  figura di Qui Quo Qua…

Il silenzio (o mutismo) della segretaria e del gruppo dirigente del Pd può sembrare sprezzante (e lo è), può sembrare un atteggiamento sovietico, quindi fuori del tempo (e lo è). Può sembrare un modo per ingaggiare una prova di forza, mentre in realtà è sintomo di debolezza estrema, di titubanza, di mancanza di leadership e di carisma, e di argomenti. E anche sintomo di indifferenza verso gli iscritti. A questo punto Simona Cardaioli o dà un colpo di coda o rischia la debacle personale e politica. Lei e chi ne ha sostenuto la linea del silenzio e  della freddezza.

Con l’emergenza Covid che avanza e dilaga, con le nuove chiusure che non saranno un lockdown generale, ma gli somigliano molto e faranno morti e feriti e dispersi dal punto di vista economico e culturale, un partito così rischia di essere la fotografia dell’insipienza e di essere spazzato via, nell’immaginario della gente. Del suo stesso elettorato. E non ci saranno discorsi sulla ricomposizione della sinistra che tengano… Certo parlare della “sintesi delle assemblee Pd” nel momento in cui il Paese si richiude in casa per decreto, con il pericolo di una esplosione della pandemia e di una implosione economica e sociale, fa quasi sorridere e può sembrare fuori luogo. Ma prima o poi questa benedetta “sintesi” il Pd la dovrà fare e rendere nota. E dovrà anche essere rispondente a ciò che nei circoli è stato detto davvero. Sempre che il Pd a Chiusi sia un partito vero e non un gruppetto di amici e nemici che si guardano in cagnesco.

m.l.

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