CHIUSI, TENTATIVO DI AVVELENARE I POZZI. BETTOLLINI: “IO NON MI LEGO”. LA SEGRETARIA DEL PD CARDAIOLI SEMPRE PIU’ FREDDA. LA RICUCITURA SI ALLONTANA E SI AVVICINA LA LISTA DEL SINDACO

domenica 06th, settembre 2020 / 14:34
CHIUSI, TENTATIVO DI AVVELENARE I POZZI. BETTOLLINI: “IO NON MI LEGO”. LA SEGRETARIA DEL PD CARDAIOLI  SEMPRE PIU’ FREDDA. LA RICUCITURA SI ALLONTANA E SI AVVICINA LA LISTA DEL SINDACO
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CHIUSI –  Che Chiusi fosse diventata ormai un campo di battaglia lo avevamo capito da un pezzo. Che qualcuno nella battaglia provasse a giocare sporco, anche. La riprova è arrivata ieri sera, sabato 5 settembre, dopo le 21, quando sulla rivista on line Centritalia esce un breve resoconto su una iniziativa della Lega a margine della quale l’autore del pezzo scrive:

“La Lega sceglie i candidati non per la loro provenienza politica ma per quello che hanno saputo fare come sindaci”, così il senatore umbro della Lega Luca Briziarelli ,stasera a Chiusi per un convegno sull’ambiente, rispondendo a una domanda di un giornalista a proposito dell’ipotesi, circolata su un giornale locale, di una possibile lista civica guidata dal sindaco uscente Juri Bettollini e appoggiata dal centrodestra. “Per la Lega non conta vincere a qualunque costo – ha precisato il senatore – ma rispettare gli impegni presi con i cittadini”.

Non abbiamo ben chiaro quale giornale locale avesse ipotizzato una lista civica di Bettollini appoggiata dal centro destra, perché una ipotesi del genere non è mai stata fatta da nessuno, ma è evidente il tentativo di mettere di mezzo Bettollini, accreditandolo come un voltagabbana, come uno che pur di stare in sella potrebbe anche cambiare cavallo e passare al fronte avverso. Il senatore Briziarelli, che è stato uno degli sponsor principali di Fausto Risini a Città della Pieve e dell’operazione che lo ha fatto vincere, ha forse intravisto la possibilità di ripetere l’operazione anche a Chiusi e ha lasciato intendere che la Lega non direbbe NO a Bettollini se decidesse di fare il Risini.

Ma Bettolini non è Risini. E infatti la risposta non si è fatta attendere ed è arrivata immediata e secca alle 23 in punto, pochi minuti dopo la pubblicazione dell’articolo di Centritralia: “Scusate, sono le ore 23 di sabato sera… sono a cena con la mia famiglia e alcuni amici…. mi stavo rilassando e divertendo come tutte le persone normali ma alcuni giornalisti mi segnalano che a #Chiusi è in corso una iniziativa politica della #lega e che ad una precisa domanda al Senatore Leghista, egli ipotizzerebbe di sostenere una ipotetica mia lista civica alle prossime elezioni comunali. #NoGrazie. Io non mi #lego ma Chiusi non si lega e non si legherà mai. Non vi permettete mai più. Fate altro il sabato sera. Un abbraccio!”

Una risposta tempestiva e puntuale. E chiara: “Io non mi Lego, Chiusi non si lega… Come vi permettete?” Stop. Partita chiusa. Tentativo di intorbidare le acque e avvelenare i  pozzi andato a vuoto in men che non si dica. La dura replica del sindaco di Chiusi è perentoria e non ammette interpretazioni. Ed assume maggiore importanza, rispetto al caso in sé, per un’altra circostanza.

Tutto ciò avviene infatti a 24 ore di distanza dall’incontro tra una delegazione Pd e lo stesso Bettolini. Il primo faccia a faccia sindaco-partito, dopo l’annuncio dell’addio al Pd da parte di Bettollini. Un incontro che avrebbe quantomeno dovuto diradare le nebbie e fornire un chiarimento tra le due parti entrate in rotta di collisione. In sostanza avrebbe dovuto essere l’avvio della verifica di maggioranza. Ma come sia andato il faccia a faccia non si sa. Il Pd tace. E a domanda precisa né la segretaria, né il capogruppo, entrambi presenti all’incontro insieme a Fausto Bardini ex assessore, ex vicesindaco e sindaco reggente dopo Ceccobao oltre che ex segretario del circolo di Chiusi città, hanno fatto pervenire risposta.

Ha il metabolismo lento il Pd chiusino. In sindaco, interpellato anche lui, dal canto suo ribadisce il proprio disappunto per la situazione. E anche per le mancate risposte. Il partito avrebbe dato un giudizio positivo sull’operato del sindaco e della giunta e quindi l’assenza di motivi politico-amministrativi esclude dunque una sfiducia, che non ci sarà.

Ma al momento non c’è nemmeno la ricucitura di uno strappo che appare sempre più “caratteriale” e legato a ruggini pregresse. E che qualcuno anche nell’incontro ha auspicato come la soluzione migliore (Bardini).

Bettollini, a fronte del riconoscimento del buon lavoro svolto, fa capire che anche lui non disdegnerebbe una chiusura positiva della diatriba. Così il sindaco spiega la sua posizione e ciò che ha detto alla delegazione del partito: “visto che il Pd dice che il comune è amministrato bene, visto che dice di non volermi sfiduciare e di voler arrivare a completare la legislatura, quale progetto politico ha il Pd?  Intende arrivare a fine mandato con me per poi separarci ed ognuno per la sua strada? Oppure intende arrivate a fine mandato per proporre un progetto di continuità amministrativa con Juri candidato Sindaco? Serve chiarezza e serve che il Pd faccia chiarezza quanto prima. Entrambe le scelte sono legittime, entrambe hanno dignità, ma il Pd deve dirlo ed assumersi l’onere di decidere, ora più che mai. Sono sincero e dico che io mi sento di aver amministrato bene, di essere in grado di difendere il mio operato anche verso chi lo contesta ed ho desiderio di raccontarlo a tutti i cittadini; spero che lo spazio per farlo me lo offra il Pd ma se non sarà così, cercherò in autonomia un percorso diverso…”

La risposta è stata ancora una volta interlocutoria, identica a quella data allo stesso Bettollini il 29 luglio ai giardini di Chiusi Scalo: cioè che della questione saranno investiti gli organismi dirigenti e saranno gli organismi e gli iscritti a decidere…  A distanza di un mese e mezzo il Pd non si è mosso di una virgola. Anzi delle dimissioni di Bettolini dal partito ha già preso atto.

Le due opzioni sul tappeto ovvero: 1) il Pd vuol chiudere definitivamente la stagione Bettollini; 2) si ricuce lo strappo e il Pd si ripresenta con Bettollini candidato, restano inevase, con il partito che procrastina ancora ogni decisione continuando nell’atteggiamento di freddezza, rischiando però ogni giorno che passa di aggrovigliarsi sempre più su una posizione che per la stessa base risulta incomprensibile.

Sarri con la Juve ha vinto lo scudetto, eppure la Juve lo ha licenziato lo stesso, per affidare la squadra a Pirlo. Ma ne ha spiegato le ragioni. Il Pd a Chiusi non lo ha fatto e non lo sta facendo. Non ha detto una parola nemmeno sull’uscita del senatore Briziarelli e sulla domanda “tendenziosa” che gli è stata rivolta su una possibile lista Bettollini appoggiata dalla Lega. Chi aveva e ha interesse a far circolare una cosa del genere e ad intorbidare le acque?

Il Pd sta rimanendo con il cerino in mano e con la spada di Damocle delle regionali sulla testa. Se va male o non va benissimo, saranno dolori per tutti. Aspettare l’esito delle regionali prima di pronunciarsi sul rapporto con Bettollini, cioè sulla eventuale ricucitura dello strappo o sul divorzio non consensuale può essere molto rischioso. Qualcuno dirà che è stato il sindaco a mettersi fuori gioco da solo, lasciando la tessera del partito che lo ha eletto e a mettere il Pd in una condizione complicata, minacciando di fare una lista propria alle comunali. Certo, ma nessuno può rimanere in paradiso a dispetto dei santi. Nel caso specifico i santi sono rimasti zitti, ma hanno fatto capire a Bettollini che non è gradito e il capo dei santi (Valenti) gli ha sparato addosso bordate al veleno.

La possibilità di ricucire, da quanto si riesce a comprendere forse ci sarebbe e molti auspicano che ciò avvenga. Bettollini è sembrato pure possibilista. La segretaria Cardaioli, che è stata diversi anni senza rinnovare la tessera anche lei, un po’ meno. Anzi per niente. La sua strategia del silenzio unita alla freddezza glaciale, quasi ostile, sa di Unione Sovietica e allontana oggettivamente la riappacificazione. La vicenda sta diventando surreale. E se qualcuno nel Pd ha messo in discussione la ricandidatura di Bettollini, non è escluso che qualcun altro cominci a mettere in discussione la leadeship stessa di Simona Cardaioli e del gruppo dirigente attuale, per il fatto di fare da tappo rispetto ad una soluzione positiva della vicenda.

Il partito di maggioranza ha già perso il sindaco di Chiusi e adesso rischia di ritrovarselo addirittura contro (non a destra, ma in concorrenza sullo stesso terreno) alle elezioni. Una prospettiva tutt’altro che rosea, perché per il Pd potrebbe voler dire sconfitta sicura, chiunque sia il vincitore.

Intanto la contrapposizione silenziosa tra la segretaria del partito e il sindaco sembra quasi un duello western. Solo che manca l’Ok Corral e non c’è nemmeno la musica di Morricone.

m.l.

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