CHIUSI, CHE SUCCEDE ALL’EX DORMITORIO FS? SE LA STRUTTURA DIVENTASSE UN OSTELLO…

CHIUSI – Da ieri una squadra di operai con due mezzi tipo autocisterna, sta operando all’interno dell’ex dormitorio Fs in via Manzoni a Chiusi Scalo. I mezzi portano la scritta Consorzio Olii Usati e sono dotati di un tubo per aspirazione. Gli operatori hanno introdotto all’interno della struttura dei grossi contenitori per materiale liquido. Non è la prima volta che si verificano interventi di sanificazione o di recupero di materiale oleoso. E’ successo più volte negli ultimi 10 -15 anni. Una volta per perdita di gasolio, altre volte per ripulire l’immobile dal guano di piccioni e altri uccelli, accumulatosi in quantità industriale nei locali con finestre rotte o rimaste aperte… L’ex dormitorio è chiuso e inutilizzato da decenni, da quando Rfi ne ha realizzato e aperto un altro, sempre a Chiusi Scalo, più nuovo ed efficiente. Quello di via Manzoni resta comunque un bell’edificio costruito alla metà degli anni 20 e più volte ristrutturato. L’ultima volta poco prima che venisse abbandonato. Si trova a duecento metri dalla stazione, accanto al sottopasso che ha sostituito dal 1986 il famigerato Passaggio a Livello che stava chiuso 18 ore al giorno… La proprietà dell’immobile è delle Ferrovia dello Stato, per la precisione di RFI.
La manutenzione lascia a desiderare, anzi è pressoché inesistente e questi interventi ciclici e ricorrenti hanno probabilmente un costo abbastanza elevato perché richiedono ditte specializzate e attrezzature ad hoc. Nel caso dell’operazione in corso in queste ore, non sappiamo bene di cosa si tratti, ma il fatto che i mezzi siano attrezzati per la raccolta Olii Usati, fa pensare a recupero di una fuoriuscita di gasolio da qualche cisterna… Non ci sono cartelli, né segnaletica che indichino che tipo di lavori si stiano facendo. Ma forse una verifica da parte delle autorità locali potrebbe essere utile, lì nei pressi c’è anche un impianto che aiuta la rete fognaria a smaltire e a spingere le acque reflue verso il fosso Montelungo, quindi verso il depuratore delle Torri. Se nelle acque reflue fosse finito del materiale oleoso potrebbe essere un problema… Ed è bene che si sappia con certezza e con chiarezza cosa è successo e che tipo di operazione sia in atto.
Il fatto ci offre comunque l’occasione per rilanciare una proposta più volte avanzata da queste colonne, anche quando il giornale era ancora cartaceo. La proposta era quella di trasformare l’ex dormitorio Fs in un Ostello per turismo low cost. Con particolare riferimento a quello giovanile, ma anche al turismo lento, quello ad esempio dei cicloturisti che utilizzano il Sentiero della Bonifica (che parte proprio 100 metri più avanti) e la doppia modalità treno-bici, sia in direzione Siena che in direzione Perugia o Firenze e Roma. Una struttura del genere, nel cuore dello scalo potrebbe ridare linfa vitale a bar e ristoranti, per esempio, ma anche ad altre attività economiche, ai musei e potrebbe costituire una valida offerta ricettiva anche in occasione di festival ed eventi… Il fatto che un Ostello sia previsto anche a Chiusi Città non sarebbe certo un ostacolo, per chi arriva in treno o in bici a Chiusi Scalo trovare una sistemazione a basso costo, ma decente vicina alla Stazione sarebbe un valore aggiunto.
Qualche anno fa il sindaco Bettollini ipotizzò un utilizzo dell’ex dormitorio anche come complesso per co-housing, ovvero mini appartamenti per anziani e persone single, con spazi e servizi (lavanderia, mensa, assistenza..) in comune, ma finora RFI ha fatto orecchi da mercante e non ha mai accettato alcuna proposta, o – forse – le autorità locali non ci hanno creduto abbastanza e non hanno spinto l’acceleratore fino in fondo.
Adesso, a pochi mesi dalle elezioni comunali, quello della “riconversione” dell’ex Dormitorio Fs potrebbe diventare un punto programmatico per liste e candidati. Almeno per la sinistra, per chi ha scommesso ad esempio sulla partnership con Slow Food e per chi pensa che un nuovo welfare, anche su base locale (tipo il co-housing), sia possibile…
Per la tipologia dell’immobile e l’ubicazione noi pensiamo che sarebbe più opportuna una destinazione ad ostello, ma anche il co-housing sarebbe meglio del nulla di adesso… Che poi è un nulla pieno di problemi e di rischi connessi, con necessità di interventi ricorrenti.
Un ostello e una sala polivalente per mostre, convegni, attività culturali e musica cambierebbero i connotati di Chiusi Scalo decisamente in meglio. Con qualche pennellata di Street Art sulle facciate, la stazione (così i chiusini chiamano la parte nuova della città) riacquisterebbe colore e quella modernità che aveva e adesso ha perso. Ci pensi fin d’ora chi ha intenzione di candidarsi alle elezioni.
m.l.
Proposta già da tempo ventilata. Ricordo di averla fatta quando ero consigliere e si discuteva del possibile utilizzo dei fondi per il Giubileo del 2000. Diciamo che chi si è succeduto a sindaco (soprattutto quelli degli ultimi 10 anni) non era interessato.
Ai tempi del giubileo c’era ancora Ciarini. Poi Ceccobao per 8 anni, fino al 2010… la storia è annosa, ma non riguarda solo gli ultimi 10 anni. E non riguarda solo gli amministratori ma anche la gestione del patrimonio Fs. Che non è propriamente patrimonio privato
Su quello stabile dei contatti (sbagliati) con le FS in occasione del Piano Operativo per una riutilizzazione a residenze che è comunque impossibile per le caratteristiche strutturali dell’immobile. La destinazione a ostello è plausibile, ma con il diffondersi del B&B la struttura dovrebbe offrire altri vantaggi come il rimessaggio per le biciclette e fare del percorso della bonifica un naturale sbocco per la combinazione treno/bicicletta.
é esattamente quiello che è scritto i questo articolo: “La proposta era quella di trasformare l’ex dormitorio Fs in un Ostello per turismo low cost. Con particolare riferimento a quello giovanile, ma anche al turismo lento, quello ad esempio dei cicloturisti che utilizzano il Sentiero della Bonifica (che parte proprio 10 metri più avanti) e la doppia modalità treno-bici, sia in direzione Siena che in direzione Perugia o Firenze e Roma. Una struttura del genere, nel cuore dello scalo potrebbe ridare linfa vitale a bar e ristoranti, per esempio, ma anche ad altre attività economiche, ai musei e potrebbe costituire una valida offerta ricettiva anche in occasione di festival ed eventi…”. Vediamo che cosa hanno da dire i prossimi candidati. Intanto all’ex dormitorio continua l’opera di “aspirazione olii usati”. Ma quanto ce n’è di olio usato?
Di nuovo cìè bisogno di un piano economico altrimenti si fa come per il Palapania.
Un utilizzo diverso potrebbe essere quello suggerito da una proposta di qualche anno fa dal compianto Caudio Provvedi, persona eccezionale cui Chiusi deve molto per il suo impegno sociale. Una volta egli propose di destinare quel bello stabile a sede di un liceo ad indirizzo ferroviario, per formare giovani motivati appassionati al mondo della ferrovia. Quale migliore sede poteva esserci per un iniziativa del genere? Ad una scuola del genere io affiancherei anche un convitto destinato ad ospitare gli studenti provenienti da ogni parte d’Italia che, sicuramente, si iscriverebbero ad una scuola unica del suo genere in italia. la collocazione centrale di Chiusi facilmente raggiungibile da ogni dove in Italia farebbe il resto. Una struttura del genere sarebbe attiva per gran parte dell’anno e darebbe lavoro a insegnanti, lavoratori ATA e personale del convitto, inoltre ci sarebbero studenti residenti per 9 mesi l’anno. Quindi oltre alla valenza culturale che avrebbe una scuola di questo tipo per un abitato nato intorno allo scalo ferroviario e nel quale i valore della presenza della ferrovia, seppur in maniera minore rispetto a qualche anno fa, si avverte ancora fortissimo, si aggiungerebbe un non trascurabile aspetto di beneficio economico per tutto Chiusi Scalo , e non solo, Lavoro per il personale addetto, anche locale, e ragazzi residenti che potrebbero spendere negli esercizi commerciali del paese per le loro necessità. Bisogerebbe pensarci.
X il Sig.Maccarone. Con la sua idea sono personalmente non d’accordo ma d’accordissimo, perchè sarebbe un centro di cultura, aggregazione e sviluppo del territorio.Il problema è la gestione di tale struttura che come dice lei sarebbe la prima in italia e quindi attrarrebbe credo molti giovani e li indirizzerebbe alla rivitalizzazione ed anche a studi che possano proseguire.Sarebbe inoltre come dice lei in un punto cruciale dell’italia su un territorio a tradizione ferroviaria.Quanto meglio di questo? Come in tutte le cose però c’è un ..”ma’ che riguarda la gestione di una struttura simile che logicamente deve essere fatta dal Ministero della Pubblica Istruzione politica e non dall’associativismo messo in piedi dalla politica,perchè oggi l’ostacolo si aggira facilmente in quel modo: con l’associativismo che deve rimanere fuori.E come tutte le strutture associative che sono serbatoi di voti a destra ed a manca, servono a mantenere un sistema irrazionale che sostiene poliche di perdita di posti di lavoro nel sistema dove tale associazionismo è immerso. Sembrerebbe il contrario invece i partiti fruiscono dell’associativismo anzi lo creano per scopi loro.Ben venga l’associazionismo ma con i soldi di chi lo gestisce e non con la fruizione di soldi pubblici perchè dietro a tale fruizione esiste un flusso di denaro pubblico che prende la direzione della spartizione politica. Questa struttura invece i posti di lavoro li dovrebbe creare ma dovrebbe essere gestita dal Ministero della pubblica istruzione come lo è la scuola pubblica in italia e non da ramificazioni politiche locali collegate con tale associativismo perchè Sig.Maccarone la scuola deve essere di tutti e sostenuta e sviluppata dallo stato e lontana da condizionamenti di carattere socio-economico e culturale di parte dove pescano i più furbi.La mia ,lei dirà che sia una prevenzione assurda anzi scritta prima che qualcuno la pronunciasse la parola asociativismo,ma questo è un pensiero che mi è venuto subito in mente perchè i meccanismi per aggirare le questioni la politica li crea e li fabbrica tutti i giorni e siccome ho un età che ha visto passare parecchia acqua sotto i ponti che poi si è trasformata in torrenti che l’acqua l’hanno portata nelle case ”private” e sponsorizzate da tale associativismo che come valore assoluto sarebbe una buona cosa perchè dà alla collettività, ma quando la politica ci mette le mano diventano strumenti per introitare soldi, potere e prebende.Questo solo voglio dire e l’idea originale di Claudio Provvedi io la sposo pienamente,anzi le dico dipiù,che la sua testimonianza di vita per quanto mi è stato dato di conoscerla io l’ho sempre apprezzata moltissimo. Chi non l’ha apprezzata sono stati altri ambienti attigui al suo che si dicono in un modo e remano per altre destinazioni,ma non solo. Purtroppo questi sono costantemente fra noi e liberarsene è difficile,perchè la maggior parte delle volte sono proprio loro a creare gli steccati per non essere scalzati.Non gli si insegna nulla Sig.Maccarone ed il risultato visivo e materiale che possono constatare coloro che non si mettono la mano davanti gli occhi è stato proprio quello che e’ toccato anche all’amico Provvedi. Quindi da questi lontano non un miglio ma dieci……Questo è il mio parere.
sono totalmente d’accordo con lei
Ricordi bene Tullio. Claudio pensava a un “Liceo ferroviario”. La struttura del dormitorio andrebbe bene per una casa dello studente durante l’anno scolastico e un ostello nel periodo delle vacanze. Le aule potrebbero essere anche quelle non utilizzate del professionale. Se le FS fossero d’accordo si potrebbe pensare a un Istituto Tecnico Superiore proprio per la formazione in quel settore. Gli ITS come probabilmente sai sono corsi post secondari che alternano la formazione in aula con il lavoro. Necessitano di una “fondazione” di conferimento con la collaborazione delle imprese (in questo caso non soltanto delle FS ma anche di altre imprese locali nel settore).
X Paolo Scattoni.Chi l’ha detto che necessitino di quanto dici?Quello che proponi credo che sia un modo alla fine che permetta di aggirare le questioni che dicevo precedentemente e far gestire tutto il percorso e la sua costruzione ad interessi che nel territorio si formino prima che vengano fatte tali proposte e che possano avere in mano tutto il dipanamento della questione.L’aggiramento delle questioni inizia proprio da codeste fondamenta che proponi. Le aziende del settore ci devono essere e debbono essere collegate ma solo nel rappresentare le possibilità di lavoro e impiego per il know how che esca dalla scuola.Punto.Il guardiano di tutto” l’Amba Aradan” deve essere il complesso pubblico che salvagaurda il fatto di non di prestare il fianco all’ingresso di altri che possono condizionarne il percorso, la formazione, ed alla fine-sia chiaro- anche il sicuro collocamento di gente che esca da codesta scuola, ed eseguito puntualmente con criteri di spartizione.Cosa c’entri la Fondazione in un percorso del genere bisogna capirlo anche se le disposizioni facciano riferimento a tale mezzo.Credi che se il Ministero della Pubblica Istruzione lo voglia non possa creare ex novo tale struttura determinandone le caratteristiche derogando alle disposizioni ? Ma perchè occorre ritornare sempre su fatti che consentano la gestione a criteri spartitori e usati con puntuale presenza del meccanismo beneficiante di una politica che come sappiamo viene condotta in modo unidirezionale ? Una fondazione necessita di apparati che fra l’altro hanno dei costi molto elevati,degli organi amministrativi(CDA) che rappresentano per essere mantenuti delle uscite in genere cospique sui bilanci, il relativo controllo ”politico” dei CDA-perchè in tal caso sarebbe ”un controllo politico” che ubbidirebbe ai canoni di chi istituisce e forma la struttura.Viaviamo in tempi dove tutti insorgono contro la burocratizzazione ed allora mi dovresti spiegare i motivi per i quali ci sia bisogno per portare i ragazzi a decidere la loro vita lavorativa, di dover passare attraverso tali forche caudine. Perchè tali ”forche” non sarebbero altro che ”gabelle” sulle quali la politica magia e colloca i suoi fedelissimi e ne attira altri che fedelissimi saranno. Credo che sia ora di finirla con tali pastoie ed impostazioni che abbiamo visto cosa intorno a noi hanno determinato:solo costi carico dei cittadini.ben vengano le realizzazioni che socialmente servono eche possono diventare specchi anche per altri nei territori circonvicini ma giù le mano sia dei privati sia di forme di associazionismo legate, burocratizzate e più che altro finalizzate al consenso politico.Questo mi sembrebbe chiaro e necessario !!