CHIUSI, BETTOLLINI ESCE ALLO SCOPERTO E APRE ALLA RICUCITURA CON IL PD

venerdì 18th, settembre 2020 / 15:30
CHIUSI, BETTOLLINI ESCE ALLO SCOPERTO E APRE ALLA RICUCITURA CON IL PD
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CHIUSI – Lo aveva detto, ieri in una dichiarazione a Primapagina. E oggi Juri Bettolini, confermando in pieno l’anticipazione, è uscito allo scoperto su referendum ed elezioni regionali.

Con un post sul suo profilo facebook (ormai la sua modalità di comunicazione) il sindaco di Chiusi ribadisce il suo disappunto per come il Pd e il centro sinistra hanno gestito la fase pre-elettorale e la formazione delle liste, ribadisce la distanza rispetto al gruppo dirigente attuale del Pd chiusino e senese, tiene il punto sulla necessità di mandare, anche con il voto,  un segnale di “protesta” al suo ex partito, ma non nasconde l’amarezza per la situazione che si è determinata a livello locale e anche sul piano personale. Non biasima e non prende le distanze dai suoi assessori e consiglieri che si stanno impegnando nella campagna elettorale regionale per il Pd:

“Per il partito democratico, si sono invece esposti alcuni consiglieri comunali della mia maggioranza insieme ad alcuni assessori; chi più chi meno; atteggiamento che non critico, ma che anzi, ritengo legittimo, democratico ed un valore aggiunto al dibattito pubblico locale con buona pace di chi mi ha sempre rinfacciato che “il partito è una cosa e il comune è un’altra “ … e invece come vedete il tempo è sempre galantuomo e sono felice che il partito abbia capito che non può prescindere dalla sua amministrazione; io questo l’ho sempre sostenuto!!! Mi corre però l’obbligo di precisarvi che le indicazioni di voto che essi (i miei compagni e amici di amministrazione) hanno fornito o forniscono in queste ore, non mi rappresentano per nulla in questo attuale scenario politico. Non la penso come loro. Ma anche questo è un valore aggiunto ed un arricchimento alla campagna elettorale”, scrive Bettollini.

Che poi tende la mano e “apre” alla possibilità di una ricucitura dello strappo di inizio agosto: “il disappunto che provo per i dirigenti di questo attuale partito democratico è molto forte; spero però che, nei prossimi giorni, si possano ricucire i rapporti e sanare questa assurda frattura che ha portato tanti di noi, me compreso, ad una profonda sofferenza. Vedremo. E come si dice in questi casi: se son rose fioriranno”.

Insomma il sindaco non chiude la porta ad un “nuovo inizio”. E si dichiara, nonostante il disappunto, disponibile a ricucire.  E questa è una carta pesante che Bettollini mette sul tavolo.
A suggello e conferma di ciò dichiara il proprio voto per il candidato presidente del centro sinistra Giani:Nessuna croce quindi sui partiti ma una sola CROCE su Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana. Così si fa vincere tutto il centrosinistra e lasciamo ai partiti i giochini sulle preferenze”. Che è come dire l’importante è che il centro sinistra non perda la Regione Toscana, poi sul resto si discute…
Non c’è nel post personale di Bettollini alcuna indicazione a favore del’ex amico e predecessore Scaramelli, come qualcuno a Chiusi temeva. A dire il vero un po’ di propaganda a favore di Scaramelli l’ha fatta più lo stesso Giani la sera che è venuto al ristorante Season a Chiusi Scalo, quando citò più volte e ringraziò Renzi e Scaramelli, senza mai citare neanche di striscio i candidati senesi del Pd né tantomeno la questione Bettollini.
E anche la dichiarazione di voto del sindaco di Chiusi per il Sì al Referendum sul taglio dei parlamentari, è in qualche modo un “segnale” di distensione inviato al Pd. Avrebbe potuto fare come tanti esponenti Pd che per una ragione o per l’altra si sono espressi per il No, Bettollini. Invece è rimasto fedele alla linea. Qualcuno dirà perché anche lui è un po’ decisionista e insofferente verso le pastoie della politica rappresentativa. Ma può essere anche solo per dire al Pd che lui non è un avversario.
Adesso i confini del campo di gioco sono più chiari. Bettollini non si sente rappresentato, né rappresentante dell’attuale gruppo dirigente del Pd locale e provinciale, su questo non ci piove, ma non vuole la rottura a tutti i costi, non si mette di traverso, anzi dichiara il suo sostegno, con il voto, alla battaglia principale, che è quella di non consegnare la Toscana alla Lega e alla destra e sul referendum (per convinzione, come afferma, o per calcolo) si allinea all’indicazione di Zingaretti, a costo di trovarsi a fianco di alcuni dei suoi più accaniti detrattori.
Ha aspettato l’ultimo giorno di campagna elettorale. E’ rimasto defilato e in disparte fino ad oggi. Ma alla fine il leone messo ai margini del branco è uscito dal bosco. Ora la risposta spetta al Pd.  La segretaria Cardaioli ha sempre detto che la questione-sindaco sarebbe stata affrontata dopo le elezioni regionali. Manca pochissimo. Lunedì sera, però, una prima risposta potrebbe venire dal responso delle urne. Lì saranno i numeri a parlare. E come è noto, la matematica non è un’opinione. La politica non è solo matematica, certamente, ma i numeri contano. Moltissimo.
m.l.
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