LA SCUOLA AL TEMPO DEL COVID: CE LA DOBBIAMO FARE

LA SCUOLA AL TEMPO DEL COVID: CE LA DOBBIAMO FARE
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Il massacrante bombardamento mediatico cui si sta sottoponendo il mondo della scuola in questi giorni è quanto di più devastante per la tenuta psicologica di tutti coloro che ne sono attori e protagonisti e, di conseguenza, deleterio per il tessuto, già lacerato, del corpo sociale di questo disgraziato paese.
Da mesi si era capito che la scuola sarebbe stato il cavallo di battaglia di un’opposizione senza scrupoli che ha speculato su ogni iniziativa, su qualsiasi tema, sostenendo, per principio, il contrario di qualsiasi provvedimento il governo abbia via via varato. Ma ormai la guerra è senza quartiere e gli stessi che hanno fino a ieri sostenuto che il virus non esiste o è depotenziato, gli stessi per i quali è stato liberticida qualsiasi provvedimento restrittivo, i sostenitori della libera riapertura del divertimentificio senza limiti, adesso pretendono sicurezza a tutti i costi e fomentano le paure di genitori e docenti.
Penso che questo clima di contrapposizione estrema, questa esasperazione dei toni e dei temi sia l’esatto contrario di ciò di cui la scuola ha bisogno per ripartire. Ora serve soprattutto collaborazione e senso di responsabilità da parte di tutti. E serve la capacità di comprendere che ciascuno dovrà fare la sua parte senza isterismi, gestendo le situazioni difficili o pericolose quando e come si presenteranno. Lo dobbiamo ai nostri figli che non possono vederci impegnati a dilaniarci e a distruggere quel poco che resta in cui sperare.
Le scuole devono riaprire e gli stessi genitori che hanno portato i loro bambini al parco giochi, nei ristoranti e nei campi estivi li dovranno portare in classe con il medesimo cuor leggero. Gli stessi genitori che hanno mandato i figli più grandi in vacanza, in discoteca, nei bar e ad affollarsi ovunque dovranno mandarli a scuola con la medesima serenità. Gli stessi docenti che sono stati in vacanza, al ristorante, alle feste di matrimonio dovranno tornare a scuola con la medesima tranquillità.
I mezzi pubblici strapieni sono già stati abbondantemente frequentati, i luoghi chiusi sono già stati affollati da persone senza mascherina, ci siamo accapigliati fino a ieri sul ripristino dell’obbligo di portarla. Quindi ci siamo già rimescolati abbastanza, mi pare.
Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare.
Lucia Annunziata*
* docente al Liceo Italo Calvino di Città della Pieve.
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