CHIUSI, OMAGGIO AD OTTIERO OTTIERI. INTITOLARGLI UNA STRADA? MEGLIO LA TENSOSTRUTTURA, ECCO PERCHE’…

lunedì 03rd, agosto 2020 / 18:54
CHIUSI, OMAGGIO AD OTTIERO OTTIERI. INTITOLARGLI UNA STRADA? MEGLIO LA TENSOSTRUTTURA, ECCO PERCHE’…
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I SINDACO BETTOLLINI, L’ASSESSORE MICHELETTI E LA CONSIGLIERA M5S MARTINOZI DICONO SI’ ALLA PROPOSTA DI PRIMAPAGINA

CHIUSI –  Tre giorni fa, il 31 luglio, ricordando su queste colonne la figura di Ottiero Ottieri, proponevamo di intitolare allo scrittore morto nel 2002 e sepolto a Chiusi, una strada, una piazza, una sala, un luogo della cultura del suo paese d’origine. Non esattamente il paese natale, perché Ottiero Ottieri era nato a Roma, ma paese d’origine sì. La famiglia era una delle grandi famiglie chiusine, quella de Lucioli Ottieri Della Ciaia e lui ha passato molto tempo a Chiusi, sia in gioventù che più tardi. Ed è rimasto sempre molto legato alla città, ne ha scritto in varie occasioni.

Ecco, adesso vorremmo precisare meglio la proposta e renderla più facilmente attuabile. Invece di cercare e individuare una nuova strada o una piazza magari in quartiere periferico, ci sembrerebbe più opportuno intitolare ad Ottiero Ottieri, che era uno scrittore, un intellettuale, un autore teatrale, ma anche un funzionario di industria, un luogo simbolo della cultura e anche della “cultura industriale”. E a Chiusi c’è un luogo che a nostro avviso sarebbe perfetto: si tratta della Tensostruttura del complesso San Francesco. Che è una “arena culturale” in cui si tengono spettacoli, incontri ed eventi. Quest’anno si svolgerà lì, dal 5 al 9 agosto, il festival Orizzonti.

La tensostruttura si trova nel giardino tra la Casa della cultura con la Biblioteca comunale e la Sala Conferenze San Francesco ed è accessibile da entrambe. Nei locali adiacenti alla sala ci sono pure i locali dedicati ad alcune startup industriali. Quindi cultura in senso classico e cultura industriale.

E…  last but not least, si trova nel cuore del centro storico, che era il luogo di residenza di Ottiero Ottieri, vicinissima al Palazzo che fu della famiglia Lucioli Ottieri Della Ciaia.

Intitolare allo scrittore, autore de La linea goticaTempi Stetti e Donnarumma all’assalto la Tensostruttura e non un altra strada o piazza sarebbe un’operazione fattibile in tempi più rapidi e a costo praticamente zero. Sarebbe un omaggio ad un cittadino illustre, laddove egli ha vissuto, nei luoghi che ha frequentato e descritto anche in alcuni suoi libri. Un po’ come la saletta del Teatro è stata intitolata al regista, attore e direttore artistico Roberto Carloncelli.

La proposta avanzata tre giorni fa ha trovato subito il consenso dell’assessore Micheletti e della consigliera comunale M5S Bonella Martinozzi. Anche il sindaco Juri Bettollini, nonostante le fibrillazioni politiche di queste ore, si è detto d’accordo. Ed è un parere di merito importante.

La figlia di Ottiero Ottieri, Maria Pace, scrittrice anche lei e autrice del libro “Chiusi dentro”, ha fatto sapere che ne sarebbe felice.

Forse non resta che preparare le carte… Ci farebbe piacere se anche il gruppo Pd-Psi e quello dei Podemos fossero anche loro concordi.

Rimaniamo dell’opinione che Ottiero Ottieri sia uno degli autori più significativi della seconda metà del ‘900, uno dei principali esponenti con Italo Calvino e Luciano Bianciardi della cosiddetta “letteratura industriale” che raccontò dal di dentro l’Italia del boom economico nascente, con le sue speranze e le sue contraddizioni. Un grade scrittore insomma capace anche di cimentarsi con temi complicati come la psicanalisi applicata alla politica e all’economa, l’organizzazione del lavoro nelle fabbriche e infine con l’argomento scabroso della sessualità e dei “rapporti carnali” affrontati addirittura in versi con un poema di centinaia di pagine…

Dopo 18 anni dalla morte i tempi per un riconoscimento da parte della sua città sono più che maturi.

Ottiero Ottieri si dichiarava “un intellettuale di sinistra” (era stato fascista da ragazzo, “eravamo tutti fascisti”, scrive in “Memorie dell’incoscienza” mentre descrive l’arrivo delle truppe naziste ad occupare Chiusi il 9 settembre del ’43) poi con la guerra, come tanti cambiò opinione e orientamento. Ha frequentato il Psi, ha collaborato con l’Avanti! ma aveva buoni rapporti anche con il Pci e con altri intellettuali comunisti, coi quali talvolta litigava..

La sinistra ha sfornato e ospitato grandi menti e figure di spicco della cultura italiana, ma spesso ha fagocitato o isolato i migliori. E talvolta se li è poi dimenticati. Chiusi con Ottieri può evitare questo rischio e può anche mandare un messaggio ad una politica che sembra privilegiare le faide, le guerre per bande  e le congiure di palazzo. Un segnale per dire sarebbe bene ogni tanto volare un po’ più in alto.

m.l.

 

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