CHIUSI, M5S E PODEMOS PRONTI A DIALOGARE CON IL PD PER LE COMUNALI?

martedì 18th, agosto 2020 / 11:50
CHIUSI, M5S E PODEMOS PRONTI A DIALOGARE CON IL PD PER LE COMUNALI?
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – In un commento all’articolo di eri su Bettollini, il Pd e la verifica di maggioranza, la consigliera comunale del M5S Bonella Martinozzi prima elenca una fila di errori, inadempienze, carenze caratteriali del sindaco, poi alla fine, chiude con questa frase: “L’uscita di scena di Bettollini come dominus della politica chiusina apre nuovi spazi di confronto tra le forze politiche!?”

Punto di domanda e punto esclamativo insieme. Il che fa supporre – se l’italiano non è un’opinione – che quella frase non sia in realtà una domanda, quanto piuttosto una affermazione. O un auspicio.

E sembra di capire che i 5 Stelle, adesso che Bettollini è fuori gioco (ma questo è da vedere: è fuorigioco come candidato Pd, non come possibile candidato “in proprio”) sarebbero disposti anche ad aprire un confronto con lo stesso Pd. E qui la consigliera Martinozzi si dimostra assolutamente in linea con il recente voto del Movimento sulla piattaforma Rousseau, voto che ha dato il via libera ad alleanze con il Pd anche a livello locale.

La stessa cosa aveva scritto qualche giorno fa Luca Scaramelli dei Podemos.  Insomma par di capire che per le due forze di opposizione il problema fosse Bettolini in persona, non la deriva centrista del Pd, il renzismo latente, o per toccare un tema caro ai grillini, una concezione ideologica della politica. Lo ribadì la candidata alla presidenza della Regione Irene Galletti nel suo intervento a Chiusi qualche settimana fa.

Ma è davvero ipotizzabile una inedita coalizione Pd-M5S-Possiamo per le prossime comunali chiusine? La frase sibillina di Bonella Martinozzi farebbe supporre di sì. Che si potrebbe quantomeno tentare. Che loro, i 5 Stelle, non sarebbero preconcettualmente contrari e potrebbero anche “andare a vedere”.

Certo, sarebbe uno scenario del tutto nuovo. E se una ricucitura a sinistra tra Pd e Podemos non sarebbe uno scandalo, il discorso sui 5 Stelle è un po’ diverso. Il Movimento anche a livello locale si è caratterizzato ed è cresciuto negli anni passati come elemento di rottura, come grimaldello per far saltare il banco, le vecchie logiche e le incrostazioni della politica imperniata sui partiti tradizionali. Si è caratterizzato insomma come forza di opposizione al sistema che nel territorio era/è imperniato su Pd. Molti elettori 5 Stelle sono già migrati altrove, sopratutto verso la Lega e a destra, perché fondamentalmente erano elettori di destra anche prima, ma anche di quelli rimasti (l’ultimo dato a Chiusi è quello delle europee e dava il movimento a quota 497 voti, pari al 13%) quanti seguirebbero Bonella Martinozzi in un eventuale abbraccio al Pd, sia pure debettollinizzato? Non tutti, di sicuro. Già una parte non ha apprezzato la posizione tenuta dal Movimento in merito alla vicenda Acea, ritenuta sì anti Bettollini, ma titubante e poco chiara sul progetto. Del resto Acea è la multiutility del Comune di Roma e ha un management a forti tinte 5 Stelle. E il concetto di economia circolare su cui si basava (sulla carta) il progetto Acea, è un concetto lanciato in Italia da Beppe Grillo, non da altri…

Insomma oggi se il Pd non è più quello del 2016, neanche i 5 stelle sono più quelli del 2018… La dote che porterebbero alla coalizione in termini di voti potrebbe essere “scarsina”.

I Podemos nel 2016 presero qualche voto in più dei 5 Stelle, e quello fu un successo, perché i grillini godevano di una maggiore esposizione mediatica e di un trascinamento nazionale che la lista di sinistra non aveva. Sembrò, il voto ai Podemos, la conferma del bisogno di sinistra di fronte ad un Pd allora fortemente renziano… La pattuglia al seguito di Luca Scaramelli sembrava incarnare anche il meglio che c’era sulla piazza in termini culturali con figure giovani e motivate. Agnese Mangiabene, Alberto Baessato, Samantha Donati, Pierluca Cupelli, Martina Morbidelli, Piergiorgio Mencarelli, Fabiana Carta, più qualche elemento di solida tradizione come Giuliano Meconcelli, Walter Santoni, Daria Lottarini, Roberto Pinca e Rosa Jannuzzi. Purtroppo però nei 4 anni successivi si sono visti e sentiti solo i due consiglieri comunali eletti (Scaramelli e Lottarini), degli altri si son perse totalmente le tracce. I Podemos non solo non hanno saputo mettere a valore i 600 voti ottenuti alle elezioni, ma hanno anche disperso il “capitale umano” di cui disponevano, che era un patrimonio superiore per qualità a quello della concorrenza. Dispersi i candidati, dispersi e incrinati i rapporti con soggetti esterni che li sostennero (da Primapagina a Gianni Poliziani a Massimo Giulio Benicchi ad altri teatranti, musicisti, sportivi…). Alla fine la sinistra a Chiusi l’hanno fatta con più determinazione Bettollini e Micheletti dai posti di comando.

Oggi, agosto 2020, quanto pesano i Podemos a Chiusi? e tra sette-otto mesi quanto potrebbero pesare?

E’ vero che l’ipotesi che sia Possiamo sia i 5 Stelle si presentino da soli al momento è piuttosto labile. Che facciano fronte comune ci potrebbe anche stare, ma non è scontato. L’ipotesi di un listone diciamo “progressista” con il Pd potrebbe salvare il culo a tutti: al Pd che troverebbe finalmente degli alleati e alle due forze oggi all’opposizione, che manterrebbero un minimo di visibilità ed eviterebbero la dispersione totale.

Attenzione però, che lo scenario inedito potrebbe anche saltare prima di cominciare, perché al tavolo di una possibile coalizione con il Pd potrebbe sedersi anche Stefano Scaramelli con Italia Viva. E a quel punto sarebbe dura per Podemos e 5 Stelle far finta di niente. Scaramelli il suo cavallo da gettare nella mischia ce l’ha già. Sia per una eventuale candidatura, sia per un assessorato: si tratta di Pamela Fatichenti, già segretaria del Pd e consigliera comunale a Chiusi e adesso coordinatrice senese di Italia Viva. Forse il Pd si troverà a dover scegliere se allearsi con Italia Viva o con Podemos e 5 Stelle, ma quello di giocare su più tavoli è un giochino rischioso.

Intanto anche la destra sembra intenzionata a presentarsi alle comunali di Chiusi con una lista unitaria, ma fortemente connotata e non civica: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, tutti insieme appassionatamente con un candidato forte. “mai più una esperienza come quella del 2016 con il povero Salaris che sembrava sceso dalla luna” dice un noto esponente della destra chiusina, che per il momento non dice altro e preferisce non esporsi con nome e cognome.

Ovvio che a destra si tenterà anche un aggancio coi comitati che si sono battuti contro il progetto Acea e contro l’amministrazione comunale catalizzando l’attenzione di migliaia di persone. Cosa che potrebbero fare però anche i Podemos e i 5S. E anche i comitati potrebbero trovarsi nella condizione di dover scegliere da che parte stare con il rischio di rompere il giocattolo.

Il quadro dunque è in movimento… ma come i vecchi televisori in bianco e nero “fa le righe”, si capisce poco come e in quale direzione potrebbe evolvere…

Ma in un quadro frastagliato e frammentato con tasselli che potrebbero stare da una parte, ma anche dall’altra, una eventuale lista personale di Bettollini potrebbe davvero scompaginare qualsiasi schema fatto a tavolino e rappresentare l’elemento di rottura. Un po’ come lo fu l’Olanda di Krujiff e Neeskens negli anni ’70. Solo che quell’Olanda giocava benissimo, rompeva gli schemi precedenti, inventò un altro modo di giocare a calcio, ma non vinse niente. E a Bettollini piace più vincere che prendere gli applausi per il bel gioco.

Intanto si apprende che il sindaco è stato convocato dalla segretaria del Pd per un incontro chiarificatore con la coalizione Pd-Psi per la prossima settimana. Cioè dopo l’assemblea degli iscritti del Pd che giovedì 20 agosto è chiamata a prendere atto delle dimissioni di Bettollini dal partito.  La verifica di maggioranza il Pd ha deciso di farla a puntate. Ma un passaggio formale in consiglio che consenta a Bettollini di sapere se una maggioranza ce l’ha ancora oppure no, sarà necessario. Se non co sarà una sfiducia (e non ci sarà), sarà forse necessario anche un patto di fine legislatura tra sindaco e coalizione di maggioranza, sul quale andare avanti per i mesi che rimangono.

m.l.

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube