VARIANTE AL PRG: CHIUSI “COMUNE DERIFIUTIZZATO”, IL CONSIGLIO COMUNALE CHIUDE LE PORTE AD ACEA E AFFINI. E RIDUCE LE AREE EDIFICABILI

CHIUSI – Non si può dire che sia la parola “fine” su una vicenda che ha drammaticamente diviso la comunità chiusina alla fine del 2019, perché qualcuno potrebbe sempre riprovarci, e che qualcuno ci provi non si può impedire, ma di sicuro è un bel paletto per la tutela ambientale e la sicurezza sanitaria della popolazione. Il Consiglio Comunale ha infatti approvato, ieri, la Variante al Piano Regolatore che vieta definitivamente la costruzione di Impianti di trattamento rifiuti in tutto il territorio comunale. La norma ratifica l’atto di governo e di indirizzo già a suo tempo emanato e chiude la porta a interventi tipo il Carbonizattore proposto da Acea, agli inceneritori o termovalorizzatori alle centrali a biomasse, discariche ecc.
Il sindaco Bettollini che per mesi si è trovato tra l’incudine e il martello e anche isolato rispetto ad una opinione pubblica contraria all’impianto Acea, sottolinea che “per quanto riguarda l’introduzione della norma che vieta la costruzione di ogni tipo di impianto di trattamento rifiuti penso che sia la migliore conclusione di una vicenda che ha visto nella nostra città un grande momento di tensione, ma anche di confronto democratico. La norma che abbiamo approvato e che è stata sottoscritta da ben 22 enti di controllo non si presta a nessun tipo di interpretazione e questo credo che sia l’aspetto principale e determinante per dare una risposta concreta a tutti quei cittadini che giustamente avevano sollevato più di un dubbio anche di carattere tecnico sul progetto che era stato presentato e dibattuto durante le sedute dell’inchiesta pubblica. Per tutto il lavoro che è stato fatto e che ha portato all’approvazione della variante al Piano Regolatore, come amministrazione non possiamo che ringraziare i nostri uffici e in particolare il nostro funzionario dott.ssa Sandra Luisa Viti per tutto il lavoro che ha svolto sia in fase di variante sia in fase di costruzione del Piano Regolatore, le opposizioni per aver dimostrato uno spirito di comprensione e collaborazione oltre un ringraziamento a tutto il supporto esterno di vari professionisti tra cui l’Architetto dott. Antonio Mugnai che ha supportato i nostri uffici nella predisposizione della variante.”
Anche nella seduta del Consiglio Comunale Bettollini ricordando che l’amministrazione comunale aveva sempre detto che di fronte al minimo dubbio, il progetto non sarebbe mai stato approvato, ma ha ammesso di aver fatto errori di valutazione e soprattutto di comunicazione, apparendo come una sorta di difensore d’ufficio del progett0. Ha anche ammesso di essere favorevole, in linea di principio, ad impianti di trattamento che sono comunque necessari e a soluzioni che vanno nella direzione della green economy e della economia circolare, ma ha riconosciuto anche che il progetto Acea si è rivelato tecnologicamente inaffidabile e non sostenibile. Però, ha anche sottolineato il fatto che così come i vari enti chiamati a dare un parere su quel progetto si espressero in maniera problematica o negativa, indicando una serie di prescrizioni, adesso ben 22 enti tra cui Asl, Arpat, Regione, Autorità d bacino, Comuni, Provincia ecc… hanno dato l’ok alla nuova norma restrittiva inserita nel Piano Regolatore di Chiusi. Una norma che segue sì l’atto di indirizzo precedentemente emanato, ma raccoglie anche la sollecitazione venuta dalla mobilitazione popolare, dalle osservazioni tecniche dei Comitati “che – ha detto Bettollini – hanno studiato e hanno lavorato anche sugli aspetti tecnici”.
Il voto di astensione delle due forze di opposizione è in sostanza la riprova di questo ragionamento. Anche i comitati dovrebbero riconoscere, prendendosi pure i giusti meriti,che il Comune, vituperato e osteggiato, alla fine ha prodotto un atto concreto di salvaguardia. Che ha valore politico, ma anche amministrativo. Se non lo faranno sarà la dimostrazione che il caso Acea era solo un pretesto per altri reconditi obiettivi.
Podemos e M5S pur mantenendo alcuni accenti critici su come il sindaco e l’Amministrazione hanno gestito la vicenda Acea, riconoscono anche loro la validità e il valore politico della nuova norma, così come quello del “mea culpa” del primo cittadino che in proposito ha citato una frase di Pertini: “quando il governo non fa ciò che vuole il popolo va cacciato via anche con mazze e pietre”. A parte il fatto che non risulta da nessuna parte che Sandro Pertini abbia pronunciato una simile dichiarazione, come ha spiegato la Fondazione Sandro Pertini, che promuove e divulga studi e ricerche sull’opera e sul pensiero dell’ex capo di Stato, non è detto che il popolo abbia sempre ragione, può anche capitare che abbia torto (il popolo ha applaudito Mussolini e Hitler, e Stalin, poi Berlusconi, e poi Salvini… meglio andarci cauti). Bettollini ha comunque riconosciuto che governare con l’opinione pubblica contro non è mai facile, e spesso non è una buona idea… quindi è giusto da parte di chi governa ascoltare e anche cambiare strada. Questo forse voleva dire il sindaco chiusino che negli atti amministrativi è stato più rigoroso e cauto rispetto alla comunicazione social. Nel dibattito consiliare l’assessore Micheletti ha confermato questa versione.
Adesso con questo atto, il Comune di Chiusi ha messo il territorio in sicurezza e al riparo da tentativi di forzarne le maglie. Ma Bettolini ha chiesto al consiglio e alle stesse forze di minoranza l’impegno a sollecitare la Regione Toscana a stilare un vero e proprio “Piano regolatore degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, dei fanghi e quant’altro, affinché nessun comune sia lasciato solo ad affrontare un problema del genere, come è successo a Chiusi”. Il capogruppo Podemos Luca Scaramelli ha proposto di chiedere tale impegno non tanto agli amministratori ormai uscenti della Regione, quanto piuttosto ai candidati che a settembre si sfideranno alle elezioni regionali. E questa è una giusta puntualizzazione. La capogruppo 5S Cippitelli ha invece proposto che le norme di piano vengano ulteriormente aggiornate in forza dell’emergenza Covid. Il che è sembrata una uscita tanto per dire “guardate che ci siamo anche noi”.
La Variante comunque non si esaurisce con la norma che vieta impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, e che da atto di indirizzo, diventa legge di piano. ma prevede anche semplificazioni per le famiglie e per le imprese riguardo agli interventi ammissibili e una sostanziale riduzione delle aree edificabili senza aggiungerne altre. La famigerata “colata” prevista nel 2010 è ormai in archivio. In parte ci ha pensato la crisi economica, in parte la politica che ha avuto un evidente e salutare ripensamento. Qualche anno fa, di fronte ad un annuncio del genere noi, su queste colonne, ma anche i comitati e la sinistra più attenta alle questioni ambientali, avremmo fatto squillare le trombe e fatto suonare le campane in segno di vittoria.
“Questa variante, come del resto tutto il Piano Regolatore, affronta il tema dello sviluppo nell’ottica del rispetto delle caratteristiche del paesaggio toscano e di questo siamo particolarmente orgogliosi perché significa tenere fede a quel percorso che ci ha portato ad ottenere il bollino blu della Regione attraverso una visione che vuole evitare il cemento e le nuove edificazioni per prediligere il recupero dell’esistente”, dice Bettollini, che dopo i mesi durissimi dello scontro porta a casa un risultato utile e vede allentarsi la tensione.
Alla Festa de l’Unità, quest’anno in versione itinerante, è previsto un incontro con gli amministratori e lì sindaco e assessori avranno modo di un’occasione in più per spiegare pubblicamente anche questo passaggio e che cosa significhi di fatto la norma restrittiva inserita nel Piano urbanistico. Se anche Acea volesse riprovarci, come qualcuno teme, dopo le regionali, non sarà facile aggirare quel “paletto” soprattutto alla luce dell’approvazione di quei 22 enti, che sono un parterre più ampio del Comune di Chiusi.
Marco Lorenzoni
Hanno previsto come smaltire i loro rifiuti?
Ma quale ratifica dell’atto di governo! Pessimo documento già criticato. Lì si parlava di inceneritori, termovalorizzatori e similia e si lasciava aperta all’insediamento ACEA. Mi dispiace deludere il sindaco il giornalista, ma una sorta di “piano regionale” dei rifiuti c’è già. Si tratta del cosiddetto “accordo per l’innovazione” (Regione, Ministero, ACEA ed altri attori) prevede impianti SPERIMENTALI tra i quali quello di Chiusi, in cambio di un congruo impiego di denaro pubblico. Evitata la colata di cemento? Allora sarebbe ben dire, lo ha detto il sindaco, ma il giornalista non ne ha preso nota, le aree fabbricali lo sono state per la richiesta dei proprietari. In pratica per evitare l tasse per una probabilità di sviluppo vicina allo zero. Purtroppo si avvicinano le elezioni e la tentazione di fare propaganda è sempre più forte.
Ancora non si è capito che la collocazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti la decide la Regione, e che i singoli progetti rappresentano variante ai regolamenti urbanistici. Quindi, c’è solo da sperare che il territorio a sud della Valdichiana non sia motivo d’interesse per invaderlo con i “carriarmati” guidati dal futuro candidato governatore. Tutto il resto è chiacchiericcio locale se non si trasforma in un fermo e forte movimento critico a certe politiche
Palmiro, i rifiuti di Chiusi vengono smaltiti da Sei Toscana, per esempio, una parte finisce nell’inceneritore di Poggibonsi, per la gioa dei poggibonsesi. I fanghi dei depuratori chiusini invece prima finivano nei campi, adesso finiscono in discarica (sempre quelle gestite da Sei Toscana). Invece per ciò che riguarda il Piano citato da Paolo, non è ciò che il sindaco e il consiglio comunale hanno chiesto, è un accordo per imoianti sperimentali, non un Piano regolatore che individui quanti iimpianti servono, di che tipo e dove farli. Qualto alle aree edificabili va detto che già il piano approvato 4 anni fa aveva stralciato buona parte delle previsioni cementificatorie del 2010. E nell’articolo c’è scritto che ciò è dovuto in una certa misura alla crisi economica, il che vuol dire allle difficoltà dei privati. Quindi Paolo, sei te che fai propaganda, ma non ho capito per chi…
Cominciamo dall’ultimo punto. Come da anni, se non decenni, vado predicando la crisi dell’edilizia a Chiusi (come in molte parti del Paese) non è congiunturale bensì strutturale. Se ancora non si è capito ci sono poche speranze per il futuro. Nelle previsioni ora ridimensionate c’erano quantità che non tenevano conto di questo dato. Il piano era sbagliato e continua in parte ad esserlo. Punto.
Secondo il “programma per l’innovazione” firmato da cotanti attori quasi alla chetichella (per poi annunciarlo soltanto in occasione di Ecomondo 2019 a Rimini), la previsione dello smaltimento dei fanghi da depurazione della Toscana doveva essere trattato a Chiusi con una tecnologia di assai dubbia validità, nonostante i viaggi premio a Valencia. Nel dibattito è stata citato da parte mia e di altri un brevetto riconosciuto dal Ministero che riduce la produzione dei fanghi di depurazione dell’80% già negli impianti di depurazione. Anche questo può essere, come l’altro, una bufala, ma stranamente quella possibilità non è entrata nel dibattito. Gli scherani dell’informazione locale se ne sono guardati bene. Magari sono io che faccio propaganda per un brevetto del CNR. Chissà.
Questo giornale lo scrive da 30 anni che le previsioni edificatorie erano errate in eccesso. Fu primpagina a svelare la famosa “colata” prevista nel 2010. E a lanciare proprio per wuel motvo l’idea di una lista alternativa alla maggioranza pd-psi. Idea che poi sfociò nella Primavera. E questo mentre tu stavi nel partito di maggioranza. Quanto al progetto Cnr di cui parli, proponilo al tuo partito, che è ancira maggioranza, quindi potrebbe avere buone chances di fsrlo passare se è buono., oppure illustralo in pubblico o per scritto, in modo che se ne possa discutere come è stato fatto per il progetto Acea. I fanghi in qualche modo vanno smaltiti, quindi una soluzione andrà trovata.
Come ho scritto anche qui sono decenni che “predico” sulle previsioni eccessive sui danni di questa pratica. Se ne hai conservato l raccolta puoi andare a rileggerti quello che scrivevo sull’Agorà. Nel partito i maggioranza allora ci stavi tu e non io. Al momento ci sto perché credo nel disegno generale, che qui non mi pare sia stato ancora applicato. Per quanto riguarda le nuove tecnologie sostenibili posso continuare a riproporle non soltanto ai partiti ma anche ai movimenti. Studiare un po’ non fa mai male. Le pappine precotte, oggi troppo spesso condivise, a me non sono mai piaciute.
Io nel partito di maggioranza ci sono stato solo dal 1977 (dopo il piano e quando già si cominciava a fare marcia indietro) al 1984. E mai più. Però ti assicuro che all’epoca, con tutti i suoi limiti, e nonostante io ci stessi stretto assai, era un partito migliore di quello di adesso. Ma di gran lunga..
Massimo Mercanti
“Ancora non si è capito che la collocazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti la decide la Regione, e che i singoli progetti rappresentano variante ai regolamenti urbanistici. Quindi, c’è solo da sperare che il territorio a sud della Valdichiana non sia motivo d’interesse per invaderlo con i “carriarmati” guidati dal futuro candidato governatore. Tutto il resto è chiacchiericcio locale se non si trasforma in un fermo e forte movimento critico a certe politiche”
Questo commento sintetizza in maniera perfetta la realtà.
La variante per quanto riguarda gli impianti in discussione è un “semplice” atto politico messo in piedi in fretta e in furia all’indomani della figuraccia fatta durante l’inchiesta pubblica della regione Toscana. Una delle numerose retromarce fatte negli ultimi anni da questa amministrazione.