CITTA’ DELLA PIEVE, RISINI CONFONDE IL SACRO COL PROFANO E FESTEGGIA LA LIBERAZIONE DELLA CITTA’ IN PROCESSIONE…

CITTA’ DELLA PIEVE – Ieri era il 19 giugno. E a Città della Pieve il 19 giugno è una data molto speciale. E’ infatti la festa dei santi patroni Gervasio e Protasio. E anche la ricorrenza della Liberazione della città dal nazifascismo, avvenuta nel ’44.
Ora, anche il fatto che la città sia stata liberata nel giorno della festa patronale ha il sapore del “miracolo”. Di sicuro è una coincidenza suggestiva, soprattutto per chi è antifascista e democratico, ma anche credente. Non fu un passaggio indolore, quello della liberazione: ci fu battaglia a Città della Pieve, nel centro storico e nelle campagne circostanti (a San Bartolomeo, vicino a Ponticelli per esempio), ci furono morti e feriti, macerie. E per altri 7 giorni le cannonate e le mitragliatrici continuarono a fare vittime nella valle verso Chiusi e nella città di Porsenna che fu teatro di una sanguinosa battaglia corpo a corpo. Poi il fronte si spostò verso il Trasimeno sulle colline di Villastrada, Gioiella, Pozzuolo poi a Castiglione del Lago e Montepulciano. Da Città della Pieve ormai liberata si vedevano il fumo e i bagliori delle granate e si sentivano i colpi di mortaio, gli spari, le esplosioni..
Ieri, Città della Pieve ha celebrato i suoi santi patroni, con la classica processione solenne alla presenza del’arcivescovo di Perugia e Città della Pieve Cardinale Gualtiero Bassetti.
Il sindaco, che ha sfilato in prima fila con la fascia tricolore e il gonfalone del Comune a fianco, in un discorso tenuto davanti al monumento ai caduti (della Prima Guerra Mondiale) e al “Santuario” ha ricordato anche la Liberazione della città e il prezzo che costò. Ma lo fa fatto solo nell’ambito di una celebrazione religiosa. Che solo per una “coincidenza” (o miracolo a seconda di come uno la pensi) appunto coincide…
A Città della Pieve c’è un’altra stele che ricorda i morti civili e i caduti militari nella guerra di liberazione, apposta nel 1954 a Palazzo Orca, a dieci anni dalla Liberazione. Forse sarebbe stato più appropriato farlo lì davanti, il discorso del sindaco.
E invece, come avviene un po’ ovunque, ieri a Città della Pieve il sindaco che rappresenta il potere locale laico ha confuso le carte, e ha celebrato una ricorrenza civile partecipando ad un rito religioso. Aggiungendo poco altro.
In sostanza si è messo in saccoccia la laicità dello Stato e ha affermato, magari non volendo, la supremazia della festa religiosa su quella istituzionale, laica e civile. Le due cose dovrebbero essere distinte e rimanere distinte. Già partecipare ad una processione religiosa con la fascia di sindaco è una forzatura (da queste colonne lo facemmo notare anche al sindaco di Chiusi Bettollini, che però la Liberazione della città l’ha sempre celebrata con cerimonia istituzionale laica, per fortuna), fare addirittura un discorso commemorativo, dentro ad una processione davanti a preti, vescovi e cardinali e senza le rappresentanze politiche e istituzionali è quantomeno un segnale di scarsa chiarezza sui due mondi.
Perché il rischio è quello che passi un messaggio e un’immagine di sudditanza o di subalternità dell’autorità civile rispetto a quella religiosa. Non a caso il gruppo di opposizione non ha gradito la modalità scelta da Risini per celebrare la Liberazione. Avrebbe preferito una manifestazione diversa, con tutte le rappresentanze istituzionali. Che però non c’è stata.
Per fortuna di Città della Pieve, il vescovo è il card. Bassetti, che è sì il presidente della Cei, quindi figura di primissimo piano della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ma è anche figura attenta al resto del mondo e alle sensibilità laiche e civili, a quelle del mondo del lavoro e vicinissima a Papa Bergoglio. Per certi versi, in molte occasioni si è dimostrato più laico di tanti sindaci. E forse ieri c’è rimasto male pure lui che sa distinguere…
Può sembrare un dettaglio ininfluente e banale, ma la laicità dello Stato è un valore non negoziabile. E i sindaci in processione sarebbe meglio non ci andassero. O ci andassero come cittadini, tra i fedeli, non il prima fila con la fascia tricolore e il gonfalone.
m.l.
Si chiamano queste pratiche “cambiali politiche”, che una dopo l’altra vengono a scadenza e vanno pagate. Risini su questo bisogna dire che è puntuale, anche a costo di umiliare la laicità dello Stato. Una chiesa quella cattolica romana, che non va mai dimenticato, definì il Duce “Uomo della provvidenza”. Insomma il nuovo Costantino con il manganello, piacque e non poco ai porporati d’oltre Tevere, che grazie ai Patti Lateranensi dopo quasi sessant’anní, vedevano rinascere uno Stato della Chiesa (la Città del Vaticano), dotato di piena e completa sovranità sul proprio territorio. Il ritorno a quella egemonia culturale, che passava anche per il ripristino dei crocefissi negli ospedali e in tutti i luoghi pubblici. A me piace ricordare le parole pronunciate nel 1964 da Ernesto Rossi: “Io appartengo alla sparutissima schiera di coloro che credono ancora sia dovere di ogni uomo civile prendere la difesa dello Stato laico contro le ingerenze della Chiesa in Parlamento, nella scuola, nella pubblica amministrazione, e ritengono che quest’obbiettivo sia, nel nostro Paese, più importante di qualsiasi altro – politico, giuridico o economico – in quanto il suo conseguimento costituirebbe la premessa indispensabile per qualsiasi seria riforma di struttura: io sono, cioè, sulle posizioni di quello che la maggior parte degli esponenti della nostra sinistra democratica oggi definisce “vieto anticlericalismo” e “pregiudizio piccolo borghese”. Rossi venne mandato in esilio sull’isola di Ventotene nel 1930 dai Tribunali fascisti. Durante la prigionia insieme ad Altiero Spinelli elaborò il manifesto del Movimento federalista europeo. Insomma altra stoffa, altri uomini delle Istituzioni.
Ti parla il nepote del sindaco del 1956 di Città della Pieve che in processione con la fascia tricolore non c’andava.Mai. Ma guarda caso che i cosiddetti ”corsi e ricorsi” si ripropongono in questa italia che da una parte è cambiata sia in meglio ma anche in peggio.Bisognerebbe sempre vedere però rispetto a che cosa.Certamente rispetto al senso della prevalenza che in tal caso che evochi non esiste dei due poteri, che secondo te invece mi sembra che lo fai esistere, -siccome tu ne parli di tale ” prevalenza”-la critica è ammessa e fai bene a farlo notare,ma non mi sembrerebbe affatto che il sindaco abbia subordinato qualche forma di prevalenza della laicità rispetto alle componenti religiose perchè vada in processione.Ci vanno anche i carabinieri, in tutte le città d’italia,come scorta alle effigi dei santi e delle madonne.Allora come è sto fatto ? Chi sono questi se non pezzi dello stato laico ?C’è mai nessuno che muove rilievi di sorta con tali presenze? Invece tu ne sembri quasi scandalizzato anche se parli con una persona(il sottoscritto) che al posto del sindaco non ci sarebbe andato,anche perchè non richiesto.Il sindaco fra l’altro rappresenta tutti ed in tali tutti, vi sono anche i credenti.Ma lasciamo perdere questo fatto. Mi fa specie però che i difensori a spada tratta della laicità dello Stato, non perdano occasione anche da questi avvenimenti veramente inconsistenti per rizzare polemiche speciose,anche perchè allora ti vorrei dire che se vogliamo mischiare il discorso con la politica, i tuoi articoli che illustrano la giustezza della prevalenza(-questa sì prevalenza- di un Giani cioè al Renzismo avverso a SI Toscana per le prossime elezioni e che poi dia lezioni di subalternità della laicità dello stato alle componenti religiose di una cittadina, sinceramente mi sembrano dissonanze concettuali da dover pesare prima di esprimerle.Anche perchè chi legge,oggi anche grazie
al mix delle carte, non è proprio facile che distingua la necessità della differenziazione elevata a polemica politica. Perchè allora non hai mai detto nulla sulle processioni religiose di Chiusi dove cittadini-siccome li conosciamo tutti e ce ne ricordiamo- che erano accesi comunisti nelle sezioni e mangiapreti-oggi vadano cantando con la candela davanti al viso ”adoriam ostia divina”.Non ti ho mai sentito muovere mai nulla contro questi, solo io e pochi altri abbiamo preso spunto-per piacere anche di polemica politica certamente -su tali dimostrazioni di come possa variare ed adattarsi la mente umana,che prima era in un modo e poi in un altro.Ma tutto questo io non lo vivo come fatto scandalistico ma ne ho sempre parlato per indicare e mettere in risalto il potere e la forza di persuasione in certe menti da parte della componente religiosa di quella che viene chiamata ”sovrastruttura”. Ecco, siccome non è tutto uguale e non tutti le esemplificazioni possano quadrare le une verso le altre-sò anche questo- un collegamento etico e culturale di quello che si vada a sindacare però esiste, ed in questo caso mi sento di essere sicuro quando affermo che se si fosse trattato di un sindaco esponente di una maggioranza PD and Co.tu non ci avresti pensato minimamente a scrivere tale Post.Sono sibillino e malpensante ? Crederei di no, anche perchè non è la prima volta che i sindaci PD vadano in processione con la fascia tricolore.Tre anni fa-presente tu stesso- alla commemorazione del 25 Aprile a Monte Pausillo, il sindaco PD di Paciano, con tanto di fascia tricolore davanti alla stele che commemorava la Brigata Risorgimento, si scusò con i presenti del ritardo del prete che benedisse la stessa stele,con tanto di segno di croce dei componenti la maggioranza di uno stato laico chiamato italia.Non ti ho sentito dire nulla e nemmeno io che come ben sai non sono credente come te, dissi qualcosa.Anzi, siccome c’è il filmato,e chi lo desidera può andare a riguardarselo, ci furono in quell’occasione esponenti storici dell’ex PCI di Perugia adesso PD che invocarono la presenza del prete ad alta voce.I nomi li sai anche te.Scrivesti qualcosa forse? Ed allora vedi che quella che non sembra faziosità poi alla fine lo diventa.E lo diventa perchè non ci si pensa a quello che si scrive, ma ancora persone(non io) dotate di facolta critica e con memoria esistono ed anche se non fanno parte espressa della struttura politico-amministrativa di un paese, sono esseri pensanti e quanto ho detto lo capiscono.E tutto questo discorso pensa te, è partito dal fatto che ti ho detto che io al posto del Sindaco non ci sarei andato.Ma io non sono lui, come te non sei lui.Ma non ho scritto cose cercando di insegnare come si stia al mondo,anche se tu sei un giornalista(fra l’altro schierato che non è affatto un delitto, ma quantomeno diciamo che stona, nel momento in cui ci si dimentica che anche altri abbiano la memoria).
I sindaci non dovrebbero andare in processione con la fascia e il gonfalone. Se lo fanno sbagliano e ledono il principio costituzionale della laicità dello stato. Stop. Non si può celebrare la liberazione della città dal nazifascismo con un discorsetto dentro una processione religiosa. Neanche se la data della liberazione coincide con la festa patronale. Stop. Renzi, Giani, la sinistra ecc non c’entrano un cazzo. Ri-stop.
Renzi,Giani e la sinistra c’entrano come paragone al fatto che evochi per misurare la doppia interpretazione che tu ne fai poichè tramite questa forse pensi di APPARIRE che tu faccia le bucce alla amministrazione che non ti piace.Gli argomenti secondo me dovrebbero essere altri, anche perchè da come ti ho risposto portandoti esempi,ce ne potrebbero essere anche altri in cui i sindaci hanno indossato la fascia tricolore durante le manifestazioni religiose, e lo sai bene anche tu,quindi se uno te le fa rilevare tali cose, occorrerebbe da parte tua secondo me non rispondere in maniera perentoria come fai,anche perchè ti ho fatto rilevare che personalmente io in processione non ci sarei andato.Ma ti ripeto che vedo dalla tua volontà l’intenzione di evocare cose minime che non hai mai evocato quando tali situazioni si verificavano alla presenza di giunte di diverso colore politico. Allora come la mettiamo stà storia,cosa vuol significare da parte tua ? Ecco perchè ho detto che siamo al punto che due pesi e due misure appaiono cose normali a chi non voglia vedere l’intenzione,come ti ho detto richiamando le manifestazioni come quella di tre anni fà,alla quale tu c’eri.Ma se non mi dai risposta su questo,sulla presenza dei carabinieri alle manifestazioni religiose e dici perentoriamente che la laicità dello stato non si debba mischiare con la manifestazione religiosa questo lo sò anch’io come lo sanno tutti che c’è la differenza,ma ti ritorno a dire anche in maniera stancante che la politica,soprattutto quella emanata e sostenuta e benvoluta da certa parte politica l’ha sempre fatto,costantemente,specialmente quando anche nelle grandi occasioni e non solo in quelle piccole si mescolano motivazioni etiche e storiche e popolari della sacralità del modo di vivere della gente. Allora per le stesse ragioni il sindaco non dovrebbe andare allo scoppio del carro a Firenze quando la colombina esce e rientra nel duomo fra fuochi di artificio,perchè il significato è quello della protezione dei raccolti agricoli ecc ecc..Lì sembra normale, a Città della Pieve invece ci si arrampica sugli specchi.Ma la gente che legge il perchè lo capisce, ecco perchè mi sono permesso di dirti che alle cose prima di scriverle e di concepirle ci si dovrebbe pensare e chiedersi se sia il caso o meno di presentarle in quel modo soprattutto avendone memoria,ma non solo dei fatti che io ti ho detto ma a tutti quelli successi e che succedono.
Resini,inadeguato.
Chi non conosce ed è quindi ignorante non dovrebbe scrivere stupidaggini! Tutti gli anni il sindaco di Città della Pieve partecipa alla processione del 19 giugno con la fascia tricolore ed il gonfalone del comune. Quando i sindaci sono pd va bene altrimenti no! Ma perché non la smetti di sparare cazzate e chiediti dentro un buco a rosicare per altri quattro anni! Se proprio vuoi uscire stai zitto osserva ed impara!
E tutti gli anni se ci va fa un errore. Chiunque sia il sindaco e qualunque sia il colore della giunta.
X Giovanni Cossu. Vede Sig. Cossu, nella mia prolissità cerco almeno di spiegare le ragioni di quanto affermo, e lo faccio ogni volta, ma scrivere come ha fatto lei una sentenza senza spiegarla mi sembra proprio che non si adeguata la materia che la faccia scrivere in quel modo. Poi si può benissimo convenire che Risini non sia adeguato,ma bisogna spiegare il perchè. Era forse ”adeguato” per lei quello di prima?
Probabilmente si, ma allora se la gente ha fatto si che non fosse rieletto, è la gente ”inadeguata”? Allora spieghi cosa vorrebbe, almeno questo lo potrebbe fare, per dire cose ” adeguate”, lei. No ?