PERUGIA E CHIUSI, STOP AI TEST COVID NEI LABORATORI PRIVATI. SI LAVORA PER FORNIRE MASCHERINE ALLA POPOLAZIONE.

venerdì 03rd, aprile 2020 / 12:01
PERUGIA E CHIUSI, STOP AI TEST COVID NEI LABORATORI PRIVATI. SI LAVORA PER FORNIRE MASCHERINE ALLA POPOLAZIONE.
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“Dopo le nostre pressioni la Regione è intervenuta e ha bloccato l’iniziativa. Ora avanti con i test, ma con tutte le garanzie del servizio sanitario pubblico”, così scrive la CGIL UMBRIA che titola un suo post “Missione compiuta! Stoppati i test covid nelle strutture private”.

Proprio ieri un laboratorio privato di Perugia (frazione Ponte san Giovanni, per la precisione), aveva lanciato un test immunologico rapido al prezzo di 70 euro, senza alcua convenzione con Asl e Regione.  Dell’iniziativa abbiamo parlato ieri in un altro articolo, e anche a noi sembrava una iniziativa discutibile. Le pressioni della Cgil e lo stop deciso dalla Regione non sono puramente casuali. Bene.

Ma anche altri laboratori privati, non solo in Umbria, hanno pubblicizzato via social campagne di test simili. Sempre a pagamento.

Tra questi laboratori anche uno di Chiusi Scalo, in Toscana. Test identico a quello proposto a Perugia e anche stesse modalità di accesso. Prezzo però diverso: 25 euro, non 70. Una discreta differenza. E anche questo è un elemento di scarsa chiarezza. Come mai 45 euro di differenza per un test uguale e a soli 50 km di distanza? Quanto costa effettivamente il test, ammesso che abbia una validità scientifico-sanitaria?

E così come ha fatto la Cgil in Umbria, anche per l’iniziativa del laboratorio chiusino qualcuno ha alzato la cornetta del telefono e anche la voce, chiedendo di sospendere immediatamente la campagna. Lo ha fatto il sindaco Bettollini, dopo aver sentito il direttore generale della Asl Toscana Sud Est D’Urso e anche il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il quale ha risposto “Ora daremo regole precise!”

Il sindaco di Chiusi ha chiesto al laboratorio in questione di soprassedere per due motivi: primo perché il test può ingenerare false aspettative nelle persone e perché la cosa può portare molta gente ad uscire di casa e a fare la fila davanti ala struttura. Tra l’altro il prezzo più contenuto potrebbe facilitare tutto ciò. Ma al fondo della richiesta di stop fatta da Bettollini c’è anche il fatto che i test vanno fatti con le garanzie e le validazioni del Servizio Sanitario Pubblico. Come spiegano da giorni tutti i virologi e gli esperti che affollano le trasmissioni televisive. In Toscana un test sierologico rapido lo sta facendo la Regione, tramite le Asl, partendo proprio dal personale sanitario di ospedali e Rsa.

Intanto, a Chiusi lo stesso Bettollini conta di chiudere oggi anche un’altra partita, quella per la fornitura di una mascherina riutilizzabile  a tutti gli 8.500 abitanti della città. Le mascherine le produrrà una azienda del posto, la Pelliceria Toti di Chiusi Scalo, che ha riconvertito la lavorazione con le maestranze che si sono anche autoridotte lo stipendio per fare questo lavoro, invece di stare a casa. La fornitura per un valore complessivo – a prezzo di costo vivo – di circa 20 mila euro, sarà pagata in parte dal Comune e in parte attraverso il contributo di alcune imprese del territorio. Le mascherine saranno in prolipopilene TNT, non lavabili, ma igienizzabili con soluzione alcolica  fino a tre volte. Non è materiale certificato, ma per l’uso quotidiano delle persone comuni (andare a fare a spesa ad esempio) vanno benissimo.

Una bella prova di presenza e unità del tessuto economico cittadino che in un giorno e mezzo si è fatto carico dell’operazione, senza chiedere altri sacrifici ai singoli cittadini, molti dei quali si sono comunque detti pronti a contribuire…

Le mascherine dovrebbero essere consegnate appena dopo Pasqua e dovrebbero servire soprattutto per il periodo che seguirà all’emergenza totale, quando cioè si ricomincerà gradualmente a uscire di casa, ad andare a lavorare…

Alcune misure restrittive imposte dal Governo e anche dal Comune potrebbero essere allentate a partire dal 18 aprile. Altre dai primi di maggio, poi si vedrà. Ma è chiaro che mascherina e guanti dovremmo tutti utilizzarli anche dopo la clausura. Averne una lavabile e riutilizzabile farà comodo.

Operazioni simili sono state fatte anche in altri Comuni della zona, Chianciano, Montepulciano Città della Pieve, sempre con il concorso di imprese locali, associazioni del volontariato. A Montepulciano anche l’artista cinese Xu Hongfei ha acquistato un ingente quantitativo di mascherine da donare alla comunità alla quale si sente molto legato dopo una mostra allestita nel 2013. A Chianciano Terme, la locale Confraternita di Misericordia si è attivata per realizzare mascherine fatte in casa. Le mascherine sono state realizzate da alcune volontarie, con il contributo di una Farmacia che ha donato parte del tessuto utilizzato. Si tratta di mascherine, ad uso personale: non sono D.P.I. (Dispositivi Protezione Individuale) ma sono lavabili e sanificabili per riutilizzarle più volte. A Chiusi, oltre all’iniziatica citata sopra, anche la Misericordia si è attivata insieme ad Alice Bucelli, costumista che ha lavorato nel mondo del teatro e del cinema a livello nazionale, che ha messo a disposizione della comunità le sue abilità sartoriali, per realizzare gratuitamente mascherine di stoffa, riutilizzabili previa sterilizzazione in acqua bollente.

La macchina della solidarietà segnala una iniziativa dei club Rotary di Chianciano- Chiusi- Montepulciano,  Lions  Chiusi, Lions  Chianciano Terme, e Lions Valdichiana I Chiari, che, raccogliendo i fondi necessari tra i propri socihanno donato un Ventilatore Pressovolumetrico  al reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale di Nottola, ospedale non Covid, quindi struttura che non accoglie malati di coronavirus, ma ha comunque necessità di ventilatori, per l’attività normale. La raccolta fondi per gli ospedali Covid della Asl Sud Est promossa a Cetona dall’ing. Augusto Bazzocchi e dal sindaco Cottini si è chiusa su una cifra di circa 5.000 euro.

 

 

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