25 APRILE, BELLA CIAO DA TUTTE LE FINESTRE!

venerdì 24th, aprile 2020 / 18:25
25 APRILE, BELLA CIAO DA TUTTE LE FINESTRE!
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Domani è il 25 aprile. La festa della liberazione. La festa degli italiani, della democrazia, la festa della libertà ritrovata dopo un ventennio di dittatura, una guerra sbagliata e- diciamolo –  una guerra civile. La festa dell’orgoglio nazionale ritrovato. Del riscatto civile e morale di un popolo trascinato in un’avventura da un regime autoritario, alleato e succube di uno ancora più autoritario reazionario e spietato. Il 25 aprile è la festa della liberazione dal fascismo, dal nazismo, dalle leggi razziali, dal confino per i dissidenti politici. E’ la festa in onore di chi è morto in montagna con il mitra in mano o dentro le fosse Ardeatine, a Marzabotto, a Civitella in Valdichiana, a Sant’Anna di Stazzema…  Non è la festa di tutti gli italiani. E’ la festa di chi stava dalla parte giusta e non dalla parte sbagliata. E’ la festa di chi non aveva voluto indossare la camicia nera. Di chi è stato deportato ad Auschwitz o a Treblinka. E’ la festa di chi insorse, armi alla mano, a Napoli alla fine di settembre del ’43 e poi a Firenze, e a Genova, e a Milano. Di chi diede una mano agli alleati anche in questo territorio, per agevolarne l’avanzata.

E’ la festa di chi resistette, sotto le bombe,  aspettando la fine dell’incubo. Qui, in queste zone è la festa dei partigiani della Simar e delle Brigata Risorgimento, ma anche delle bambine del collegio chiusino morte sotto un mitragliamento, dei civili caduti per le bombe e le cannonate, è la festa dei contadini fucilati come la famiglia Perugini, dei soldati sbandati accusati di essere in combutta coi partigiani, come Giuseppe Marino impiccato ad un lampione a Montepulciano…

Il 25 aprile è la festa laica più importante per l’Italia. Perché è dal 25 aprile del 1945 che è nata la Repubblica democratica fondata sul lavoro. Il 2 giugno del ’46 ne è stata una conseguenza. Chi sfruttando l’emergenza virus vorrebbe trasformarla in altra cosa, annacquando le differenze,  propone un’operazione di trasformismo indegno, di revisionismo ad uso e consumo di chi stava dalla parte sbagliata. Questo non vuol dire che dalla parte giusta furono tutte rose e fiori. Ma le differenze restano, resta la storia. E il sangue, i lutti, le macerie…

Quest’anno non potremo festeggiare e celebrare il 25 aprile come è sempre avvenuto. Niente cortei dietro la banda. Niente Bella Ciao suonata nelle piazze. I sindaco apporranno corone d’alloro ai monumenti ai caduti, come sempre, ma da soli o con pochissima gente, a causa delle restrizioni per l’emergenza corona virus, ancora presente.

Due giorni fa sui social un video di un reparto di Vigili del Fuoco londinesi che cantano Bella Ciao in italiano è diventato “virale”, nel senso che lo hanno visto milioni di persone sul web… Ecco: Bella Ciao, che non è una canzone comunista, come dicono alcuni stolti, ma un canto di liberazione universale. L’abbiamo sentita cantare in Venezuela, dalle combattenti curde e in Palestina, nei cortei e nelle piazze infuocate di Parigi, e negli Usa ai comizi di Bernie Sanders…  Domani per la prima volta dopo 75 anni non potremo intonarla in piazza. Ma il virus non potrà silenziare il sentimento di un popolo. Può tenerci in casa, ma non ci impedirà, insomma, di cantare o far risuonare Bella Ciao dalle finestre di casa. L’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, invita a farlo all’unisono dalle ore 15,00, orario in cui  tradizionalmente partiva la manifestazione simbolo a Milano.

Chi può e ne è capace, la canti e la suoni. Altrimenti si può usare lo stereo. Di versioni di Bella Ciao ne esistono a decine. C’è la versione jazz di Paolo Fresu, e poi ci sono la versione folk dei Modena City Ramblers, le  molte versioni rock (Banda Bassotti, Manu Chao o quella sofisticata dei Love Hotel), c’è la versione “balkan song”  di Goran Bregovic, quelle molto “italiane” di Milva di Giorgio Gaber e di Tosca, quella indie rock dei Marlene Kuntz e Skin… C’è anche una Bella Ciao suonata al clarino da Woody Allen con una jazz band o quella della serie Tv “La casa del papel”… Ognuno scelga la versione che più gli aggrada.

A livello locale una Bella Ciao particolare la suonarono l’anno scorso i Dudes alla Festa della Costituzione. Forse varrebbe la pena la registrassero.

Viva il 25 aprile!  E domani Bella Ciao a tutto volume...

Marco Lorenzoni

 

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