PANDEMIA E CRISI ECONOMICA, IL NEW DEAL DI DRAGHI: “PIU’ DEBITO PUBBLICO PER GARANTIRE CREDITO ALLE IMPRESE E SOLDI ALLE FAMIGLIE”.

La crisi causata dallo stop alle attività per l’emergenza coronavirus, può avere effetti devastanti. Servono interventi shock da parte banche, degli Stati e dell’Europa. Siamo di fronte a una guerra e in tempi eccezionali le risposte devono essere eccezionali. E veloci. Il rischio è entrare in un ciclo irreversibile di povertà e di recessione… Misure eccezionali. Aumento del debito pubblico. E soldi a sostegno dei redditi messi a rischio dalla pandemia…
Lo dice un signore che conosce bene l’Europa e da qualche anno ha preso casa a Città della Pieve. Talvolta va pure a fare la spesa alla Conad. Così come va alla messa in Duomo o, più discretamente, di pomeriggio nella Chiesa di Chiusi Scalo. Senza scorta. O con scorta ben mimetizzata. Il signore in questione si chiama Mario Draghi, fino al 2019 è stato presidente della BCE e prima ancora Governatore della banca d’Italia. Si definisce di cultura liberal socialista e in un articolo sul financial times lancia la sua ricetta per come affrontare la crisi economico-finanziaria e produttiva innescata dall’emergenza sanitaria che sa sconvolgendo il mondo intero…
“La pandemia di coronavirus è una tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche. Molti oggi vivono nella paura per la propria vita o in lutto per i propri cari. Le azioni intraprese dai governi per evitare che i nostri sistemi sanitari vengano travolti sono coraggiose e necessarie. Devono essere sostenuti” scrive l’ex n.1 di BCE.
“Ma queste azioni – continua Draghi – comportano anche un costo economico enorme e inevitabile. Mentre molti affrontano il pericolo di perdere la vita, molti altri affrontano la perdita del sostentamento. Giorno dopo giorno, le notizie economiche stanno peggiorando. Nell’intera economia le imprese affrontano perdite. Molte si stanno già ridimensionando e stanno licenziando i lavoratori. Una profonda recessione è inevitabile. La sfida che ci troviamo di fronte è come agire con sufficiente forza e velocità per evitare che la recessione si trasformi in una depressione prolungata, resa più profonda da un’ondata di fallimenti che lasceranno dietro di sé dei danni irreversibili. È già chiaro che la risposta deve comportare un aumento significativo del debito pubblico. La perdita di reddito sostenuta dal settore privato – e qualsiasi debito accumulato per colmare le perdite – deve alla fine essere riassorbita, in tutto o in parte, dai bilanci pubblici. Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato. È il ruolo proprio dello stato impegnare il proprio bilancio per proteggere i cittadini e l’economia dagli shock di cui il settore privato non è responsabile e che non può riassorbire. Di fronte alle emergenze nazionali gli Stati l’hanno sempre fatto”.
E qui Draghi cita le guerre come esempio. Poi precisa: “La domanda cruciale non è se lo Stato debba impegnare il proprio bilancio, ma come. La priorità non deve essere solo quella di fornire un reddito di base a coloro che perdono il lavoro. Dobbiamo innanzitutto proteggere le persone dalla perdita del lavoro. Se non faremo questo, riemergeremo da questa crisi con un’occupazione e una capacità produttiva compromesse in maniera permanente, con le famiglie e le imprese in grande difficoltà a ripianare i propri bilanci e ricostruire le loro attività”.
A questo punto Mario Draghi espone la sua ricetta: “I sussidi per la disoccupazione e il rinvio delle tasse sono passi importanti che sono già stati adottati da molti governi. Ma proteggere l’occupazione e la capacità produttiva in un momento di drammatica perdita di reddito richiede un immediato sostegno di liquidità. È essenziale per tutte le imprese coprire le proprie spese di gestione durante la crisi, siano esse grandi aziende o ancor più piccole e medie imprese e imprenditori autonomi. Diversi governi hanno già introdotto opportune misure per fornire liquidità alle imprese in difficoltà. Ma è necessario un approccio più completo. (…) E deve essere fatto immediatamente, evitando ritardi burocratici. Il circuito bancario in particolare è diffuso in tutta l’economia e può creare denaro istantaneamente, consentendo scoperti di conto corrente o aprendo linee di credito. Le banche devono prestare rapidamente fondi a costo zero alle società disposte a salvare posti di lavoro. Poiché in questo modo diventano un veicolo di trasmissione delle politiche pubbliche, il capitale necessario per svolgere questo compito deve essere fornito dal governo sotto forma di garanzie statali su tutti gli scoperti di conto o prestiti aggiuntivi…”.
(…) E alla fine Draghi conclude: “Di fronte a circostanze impreviste, un cambiamento di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che stiamo affrontando non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di coloro che ne sono colpiti. Il costo dell’esitazione può risultare irreversibile. Il ricordo delle sofferenze degli europei negli anni ’20 è un monito sufficiente.
La velocità del deterioramento dei bilanci privati - causata da un blocco dell’attività economica che è sia inevitabile quanto opportuno – deve essere affrontata da una uguale velocità nell’impegnare i bilanci pubblici, mobilitare le banche e, in quanto europei, sostenersi a vicenda nel perseguimento di ciò che è evidentemente una causa comune”.
Ora se lo dice Draghi di finanziare imprese e famiglie proponendo con una ricetta che ricorda il New Deal di Rooswelt negli Usa degli anni 30, il capitalismo italiano ed europeo può far finta di niente? La guerra al coronavirus è una guerra a tutti gli effetti e le conseguenze saranno (già sono) quelle di una guerra. Serve liquidità, quindi soldi da distribuire a famiglie e imprese, e serve credito per sostenere la ripresa delle attività quando sarà possibile e garantire la sopravvivenza nel periodo di stop produttivo.
Non sarà socialismo, ma è qualcosa di molto diverso dal liberismo spinto o dal si salvi chi può (cioè solo i più forti e più garantiti) come è successo alla Grecia o all’Argentina qualche anno fa.
IL totem del liberismo in tutto il pianeta si sta sgretolando e il pestifero virus con ogni probabilità, ne sta accelerando la decomposizione. Il fatto è che non vedo intellettuali, teste pensanti, politici coraggiosi e di lunghe vedute, parlare in Europa. Sta tutta qui la mia angoscia di cittadino che da anni sta osservando, quanto accade e prova anche ad abbozzare delle ipotesi. Per la Sinistra potrebbe essere la grande occasione per un suo rilancio, partendo da una riproposizione di un’idea: Economia di mercato solidale. Socialdemocrazia. Insomma l’Euro come fine o come mezzo. A questo proposito sicuramente potrebbe tornare utile tornare a leggere le cose che scriveva Filippo Turati, sulla necessità di costruire la federazione europea. In quelle sue riflessioni vi è soprattutto l’auspicio della pace “fra la grande cooperativa delle genti” e l’affermazione perentoria ed esplicita, che pure dovrà riprendere successivamente, degli Stati Uniti d’Europa, passata la bufera dei fascismi e dei nazionalismi.
Smettere di parlare di globalizzazione, come se fosse un fenomeno inconvertibile. Altri modelli economici, di mercato si possono costruire. Qui ritornano le riflessioni di Berlinguer: “Cosa produrre, come produrre, per chi produrre”.
Questo Vecchio Continente, dinnanzi alla nuova guerra fredda, Cina USA, come si pone? Prova a ritornare protagonista con una sua strategia nel mondo, o immagina di restare neutrale, magari piegandosi di volta in volta, di qua e di là? La Cina in Africa, a ripreso a tessere dopo secoli che ne era stata assente, una strategia tesa a colonizzare certamente, quel continente in quanto ricchissimo di materie prime, vitali per il suo colossale apparato produttivo. Ma è un colonialismo di tipo nuovo, sta facendo infrastrutture . La sensazione è quella di stare ad assistere al tramonto di una civiltà, americana e Occidentale, ed una prepotentemente in ascesa: quella cinese. Una cosa è certa, ci siamo baloccati sulle nostre vecchie abitudini, non ci siamo accorti che quella Cina, scelta da noi Occidentali anni fa, come colossale fabbrica mondiale a bassissimi salari, oggi è divenuta la leader incontrastata di molte discipline scientifiche, di tecnologie avanzatissime. Una evoluzione che nessuno da questa parte dell’emisfero, aveva messo minimamente nel conto.
Noi europei nel continente africano ancora ci siamo con le logiche del vecchio colonialismo, senza nessuna idea di cooperazione. E seguitiamo come da secoli, ad essere percepiti come costruttori di civiltà avanzate all’interno dei propri confini, ma come rapinatori nei confronti del resto del mondo. Soprattutto il Sud. Questa Europa così combinata, se dovesse esplodere la crisi economica, rischia di implodere e scomparire dentro il turbine dei nazionalismi. Sarebbe un film già visto
X Renato Casaioli.Mi ero ripromesso di non intervenire più proprio per la strisciante e presenza fissa di quella che io-ma non solo io- ho da qualche anno valutato come piaggeria espressa e nascosta del giornale verso il Sindaco tesa ad indorare le sue vesti anche quando compia normalmente il proprio dovere di amministratore(io stesso l’ho riconosciuto ed ho apprezzato la sua iniziativa drastica tesa a arrestare la propagazione del coronavirus)ma di fronte al tuo lucido discorso che condivido proprio perchè fornisce una visione generale di quanto stia accadendo e che è allo stesso tempo una visione oggettiva, una affermazione però ci terrei che fosse aggiunta, ed è quella che vede proprio il capitalismo nella sua veste moderatrice espressa dal sistema keynesiano che si adopera e progetta quella che crede essere la soluzione di mix fra capitalismo ed intervento dello stato nell’economia che è stata presente fin’ora soprattutto nella società occidentale.Credo che tale posizione non consideri con il dovuto peso la forza di erosione che ha il capitalismo e le sue dinamiche per conquistare nuovi mercati, ridurre fruire delle risorse pubbliche,farsi aiutare con soldi pubblici e mascherare così facendo quelle che sono le sue prerogative e scopi esistenziali principali: avere oggi la propria dose di profitto che debba essere minore di quella che avrà domani. L’esempio che porti del sistema keneysiano è servito solo ad arrivare a questi punti e l’hai già detto tu e cioè quelli dove il sistema non regge più una volta essere stato depauperato dalla famelicità innalzata a virtù da servi consapevoli ed inconsapevoli.La gente a centinaia di milioni ne è vittima perchè da decenni e decenni è abituata mentalmente a considerare che questa sia ”normalità” spinta anche dalle forze politiche conniventi delle quali il capitalismo si serve e che esprimono la moderazione in quei termini. Si potrebbe aprire un capitolo di discussione sul significato di ”moderazione” e del modo e dei fini per la quale nella storia sia stata usata.Ecco a cosa porta la moderazione,e qui mi piace ricollegarmi all’intervento dell’amico Battilana quando in maniera un po’ sarcastica mi dice che io arrvi ad esprimere l’idea e lasci intendere che il virus che noi adesso combattiamo sia ”prodotto dal capitalismo sorgente di tutti i mali”.Le questioni credo che debbano essere collegate e che nessuna cosa debba essere lasciata all’interpretazione a se stante, slegata dai fatti e dalle spinte economiche, politiche sociali che vengono compiute all’interno di un sistema.Si dice tanto che possa essere portato dalle polveri sottili(almeno questa è una spiegazione)che appoggiandosi in tali polveri che sovrastino le aree industriali si diffonda con esse ed infici la salute umana.Se così fosse,è troppo faticosa e non si dovrebbe pensare che possa essere la tipologia e la natura di tale sviluppo ad inficiare le condizioni di vita umane sulla terra in un luogo dove per millenni le condizioni sono rimaste quelle di un mondo naturale e che in due secoli che nulla rappresentano come temporalità, l’uomo ed il suo sistema applicato da pochi abbia rivoltato completamente le condizioni di esistenza della vita ? Questi pochi con i loro seguaci che condividono tali idee che hanno portato a questo l’hanno immaginato che prima o poi ci sarebbe stato tutto questo che vediamo e che le risorse non sarebbero durate all’infinito? Allora l’intervento dello stato a cosa è servito SE FATTO IN QUESTO MODO ? La risposta non è difficile darla: è servito a perpetuare le condizioni di esistenza di detto sistema dove siamo dentro tutti cercando di infondere e perpetuare le idee che il concetto di democrazia possa basarsi su tale visione.Poi all’improvviso in un mese si scopre quello che hai detto tu( ma lo dicevano in tanti e fra i tanti anch’io)che il sistema non regge più e occorre imporre politicamente un altro tipo di visione che è contraria a quella che ha funzionato fin’ora e che fin’ora lo fà funzionare. I nazionalismi funzionano per il capitalismo non per il socialismo ed il loro concetto base è quello del sovranismo come impegno ed applicazione di un sistema per il quale si possa far da soli col rispetto delle identità. Tutto il contrario invece nella realtà, perchè in un mondo interconnesso dove il capitalismo ha avviluppato il mondo non può esistere il concetto di un paese che si possa salvare da solo ma invece il suo contrario,come era comunque una utopia il concetto che s pensava fosse applicato in Russia al tempo dell’URSS e che osannava ”il socialismo in un paese solo” erroneamente pensando che da quello si fosse propagato in tutto il mondo, non valutando però la potenza di fuoco dell’economia capitalista e le riserve di invito al consumo che ancora esistono nel terzo e quarto mondo per la durata di questo.Allora-per finire- io credo che questa tragedia che ci è arrivata sul collo sia da una parte provocata non tanto da complottismi di qualcuno come persona, ma proprio dagli automatismi del sistema che tu hai detto e che non regge più e che tenta di rappresentare la necessità all’interno di tale sistema economico la sostituzione del sistema occidentale guidato dagli SWtati Uniti con quello di altri paesi di altro emisfero che sulla carta sono sedicenti socialisti ma che nella verità oggettiva adoperano la facciata e l’essenza del capitalismo per arrivare alla sostituzione della guida di tale sitema,ma sempre di sostituzione si tratta e non di cambiamento.In tutto questo non interessa un corno se il virus sia scaturito dal mercato del pesce di Wu An oppure da qualche soldato americano che sia andato in Cina per le gare sportive magari agente dei servizi segreti spargendo il virus per mettere in ginocchio un paese e la sua economia. Quello che si è prodotto non è altro che un gigantesco passo che i porta verso la stretta globale di un capitalismo in affanno che non pensa proprio a trasformarsi in socialismo perchè il keynesianismo e le sue modalità in vigore da decenni e decenni hanno allungato questa tragedia nel tempo, dandoci l’illusione che il sistema era il solo connaturato alle esigenza dell’uomo in ogni paese della terra.Oggi vediamo che non è così e coloro che sostengono questo sono parte del sistema concettuale che ha imperversato fin’ora e che ha permesso di vivere al sistema occidentale,accumulare e ripartire risorse rapinate agli altri per tentare di non far affiorare le contraddizioni strutturali di tale sistema.Ecco secondo il mio giudizio dove la filosofia marxista dovrebbe essere considerata anche oggi per fornire una critica al sistema capitalista ed ecco il perchè Marx stesso dice che il capitalismo è stato utile come veicolo che ha permette lo sviluppo delle forze produttive e che nello stesso momento faccia affiorare le sue contraddizioni.Molte cose non sono avvenute come Marx stesso aveva immaginato ed hanno preso un altra piega gli avvenimenti, ma sostanzialmente la teoria socialista è quella-lo vediamo oggi-che ritorna ad essere immaginata come necessaria-per la sostituzione progressiva e generazionale del capitalismo.Le mezze misure sono state solo il mezzo per dar fiato al capitalismo e per permetterne la sopravvivenza letale al mondo ed anzi quella che la sua sopravvivenza ha potuto immettere nella cultura delle persone che concettualmente lo accettano e che credono che si possa cambiare.La risposta a loro l’ha data il ”Keynesianismo” ma nessuno ne vuole prendere atto soprattutto perchè il benessere personale dove è stato prodotto ha avviluppato milioni di nuomini che per etica tendono a validarlo.Il discorso lo dovremmo fare anche con la fantasia guardando dallo spazio il globo terra acqueo e pensare che quella palla azzurra e marrone orbitante intorno ad una stella non è stata creata perchè possa ospitare un genere di animale preteso intelligente che in due secoli l’abbia quasi totalmente distrutta.Quella non è intelligenza,ma intelligenza dovrebbe essere quella che possa contemplare un modo di preservazione nel tempo del sistema umano che debba tendere alla soddisfazione dei bisogni di tutti. Questo sarebbe il primo gradino del socialismo, ma se non lo sapremo imporre,le condizioni si riverseranno contro di noi ed oggi sono alla porta ed il campanello l’hanno già suonato.Occorre vedere che chi possa aprire abbia l’intenzione e la forza di poter cambiare il mostro che si trova davanti. Ecco perchè deve essere cambiata musica e non con ”gli articoli di gomma” come diceva Alberto Sordi,visto che ancora oggi tali articoli vanno per la maggiore nelle menti di coloro che si ritengono progressisti, implementatori,ed amministratori delle diversità nella democrazia.Sono concetti questi che servono esclusivamente a coltivare i loro orticelli.Il sistema -tranne poche differenze-l’ha già dimostrato che sia così.
Chew cazzo c’entra l’atteggiamento di primapagina verso il sindaco di Chiusi con il coronavirus e con la proposta di Draghi, di cui in questo articolo si parla? Mi pare ci sia da parte tua una sorta di “furia iconoclasta” verso il povero Bettollini, che ti annebbia ogni tipo di ragionamento su qualsiasi cosa. Ho l’impressione che dovrai aggiornare il registro.. se no va a finire che ti incarti. Qui si parla di una proposta fatta dal’ex presidente di BCE, che a me appare molto keinesiana e roosweltiana (il New Deal è stato il più massiccio intervento pubblico – cioè dello Stato – nell’economia della storia e fu una misura che la destra americana osteggiò perché la definiva comunista, per dire…). Io non dico che Draghi sia diventato comunista. O che la sua proposta sia di taglio socialisteggiante. Ma è comunque qualcosa di molto diverso dal liberismo spinto, direi esasperato, che anche dalla Bce ci hanno propinato negli ultimi 15 anni almeno… Carlo, un consiglio, spassionato, da amico fraterno: guardati un attimo intorno e togliti quei paraocchi che ti sei costruito, non so per quale motivo… Nonostante il virus che ci tiene chiusi in casa c’è tanta gente che prova a ragionare, a interrogarsi, a cercare soluzioni plausibili e praticabili… Noi, da queste colonne proviamo a farlo, stando sul pezzo della cronaca e cercando di offrire qualche spunto di riflessione extra… se ogni volta mi vieni fuori con la “pippa” del giornale che fa il tifo per Bettollini, vuol dire che c’hai veramente, ma veramente capito poco. Direi niente. In totale amicizia…
M’ah grazie per il consiglio spassionato ed in totale amicizia ma a me sembrava che nel precedente articolo di qualche giorno fa(rispondendo a te ed anche a Luca) mi fossi ripromesso di non intervenire più ai commenti dicendoti anche che ”avresti avuto una prateria davanti’ ma non tanto perchè fossi incavolato per le tue risposte ma perchè tanto era evidente la tua posizione che non corrispondesse con la mia sul tema ,tant’evvero che ti risposi: ” e che mica pretenderesti che quella di cui parli fosse la verità oggettiva?”. Oggi, alle parole di Casaioli ho pensato opportuno intervenire perchè ho reputato che le motivazioni sue fossero esatte(ed anch’io la penso sostanzialmente come lui) ma che se ne potesse aggiungere la conclusione che poi è quella che ho specificato in tutto il mio intervento, e non perchè fatta da me, ma che invece reputo molto importante e che viene normalmente tralasciata e sorvolata al culmine di ogni ragionamento.Quella che ho specificato su Bettollini all’inizio del mio scritto io l’ho specificata per ribadire il mio disaccordo con la visione tua costante(che non c’entra nulla senz’altro con Draghi and Co.di cui parla il tuo Post, questo ci vuole poco a capirlo) ma che è riferita solo al mio mancato ripromesso non intervento per le motivazioni che ho a suo tempo specificato e che riguardano il fatto per il quale invece forse con altrettanta e costante iconoclastia a senzo invertito al mio, tu non perda occasione per indorare una persona che ho detto anch’io riconoscendolo che in questa fase che stiamo attraversando fa il proprio dovere in maniera puntuale) .”L’iconoclastia” della quale tu parli è semmai non la mia perchè ho ribadito quanto ho notato che esprimi sempre e sempre te l’ho voluto far notare.Se ti brucia che non condivida la tua posizione non è affar mio, ma non ci posso far nulla e quando reputo di intervenire io scrivo ciò che penso e molte altre volte- detto anche fra noi-di fronte ad altri tuoi interventi su quel tema mi sono morso la lingua ed ho lasciato perdere per non sembrare che potessi come suol dirsi ” farti le bucce”.Se a te produce risentimento il sentirtelo rammentare allora posso far finta anche di non ricordartelo ma le motivazioni che su tale argomento ho sempre espresso mi sembra che non siano le mie sole a Chiusi. Alla fine poi liberi tutti di seguire e scrivere quello che pensiamo,se non si travalichi educazione e buon senso,no ? Scrivo al tuo giornale perchè su altri giornali quali di certo conoscerai, la maggior parte dei miei interventi vengono cestinati e non appaiono ed il dibattito così non appare, perchè viene pubblicato sempre ciò che aggrada con la giustificazione che non siano i miei argomenti che riguardino Chiusi.Ogni mia osservazione critica su quanto ho scritto sulla risposta data da Casaioli- e che ripeto condivido- alla fine contiene le motivazioni per le quali ho spiegato che probabilmente manchino alle sue conclusioni dei tasselli importanti che proprio sono anche quelli che cercano di spiegare le motivazioni di come agisce il sistema quando sente ed è certo che possano essere messi in dubbio i suoi contenuti etico-politici fondamentali.Se questa su cui hai scritto il Post riguardante Draghi sia o meno la posizione del Governo io non lo sò, sò solo che la figura che richiami e che è stata a capo della BCE è stata insieme a Monti nella collaborazione con la Goldman Sachs e tale Banca d’affari è stata su ogni quotidiano all’epoca della crisi del 2008-cosa questa che la stampa italiana si è ben guardata da approfondire- specialmente nel momento attuale- ma mi risulta che solo il Fatto Quotidiano soprattutto nell’edizione del 11.11.2011 abbia evovcato il problema con un lungo articolo dal titolo ”Il lato ombra di Draghi e Monti” per non parlare poi di Bilderberg.Ma sulla stampa e sui media di allora al tempo della crisi questi articoli andavano a ruba.Allora se non vedi continuità con quanto è successo prima o perlomeno non ti chiedi che ci possa essere qualche legame ( cosa c’entrano le uscite ”non è un pericoloso bolscevico” non le capisco se non nel fatto di dover spiegare che non rappresenti un pericolo per il modello capitalista) con le ipotesi / speranze che vengono fatte oggi. Nello spirito del tuo post mi chiedo invece se le hai valutate tutte quelle condizioni apparse all’epoca visto che sembri -non solo tu per la verità ma anche altri-propendere per l’affidabilità al personaggio del ruolo che andrebbe nell’ipotesi a ricoprire.Non sò se dico una cazzata ma le preferenze in tale direzione al cospetto di un discorso simile partono da Salvini per finire al PD e sono comuni e trasversali a tutto l’asse politico,tranne mi sembrerebbe ai 5 Stelle.Il concetto di ”Uniti nella lotta” mi può andare anche bene ma poi chiediamocelo cosa possa produrre l’indebitamento di un sistema che considera altamente prioritaria l’attività imprenditoriale che quando il motore tira si divide i profitti e sposti le produzioni all’estero e che quando non tira(grazie soprattutto alle STESSE E PROPRIE leggi economiche) ripartisca le perdite sui soldi di tutti poichè lo Stato è la sola ancora di salvezza.Allora se tale situazione vada cambiata la fai guidare da coloro che ne sono state le colonne principali perchè oggi si dice che non si veda altra uscita ed alla fine si ha timore delle rivolte sociali e della incipiente annunciata miseria materializzatasi davanti alla nostra porta in un solo mese di tempo? Le riflessioni di Casaioli sono giustissime ma questi personaggi di cui si parla,ai quali si chiede adesso la bontà di una visione per la quale venga gettato il salvagente e che si sono espressi in un certo modo molto chiaro al riguardo degli interventi della BCE verso gli stati ridotti al collasso, non erano questi personaggi facenti parte della Bilderberg e di altre organizzazioni che recitavano un ruolo importante nelle economie di una quantità di paesi occidentali soprattutto o mi sbaglio ? Allora se la gente non ha memoria la colpa di questo non è senz’altro la mia quella di rimanere- almeno concedimelo-molto scettico su tali scelte indirizzate poi alla fine dal complesso mediatico dipendente da tali associazioni. E’ ”complottismo” parlare così? Forse lo sarà anche, ma altrettanto complottismo è anche dall’altro verso, per il quale non sfiori mai la mente che su tali tematiche alla fine si è realizzato e si stia realizzando -e tutto molto velocemente- quanto fosse nelle previsione di quegli sciocchi e visionari dei complottisti irrisi da tutto il complesso mediatico a cominciare dall’11 Settembre 2001 in poi per i quali è dimenticata e sepolta nella polvere l’idea di potersi chiedere”tutto questo a che cosa ed a chi serva”.Ecco in ogni discorso che viene fatto su tali tematiche credo che si dovrebbe aggiungere a conclusione tale riflessione.Ecco, lo vediamo di fronte a noi a cosa serva adesso tutto questo oppure ancora ci sarebbe da chiarire qualche recondito aspetto e mettere ancora in forse la visione di dominio ed indirizzo del mondo, anzi dei due mondi, l’uno alla guida che ha sempre storicamente avuto ed anche dell’altro andato a traino ? Forse la verità oggettiva,che non pretende di essere sempre quella che predico nei miei discorsi, ma forse sarebbe più vicina alla realtà se le cose fossero viste da tale angolo visuale. Invece come vedo e come sento, sembra che la preoccupazione più grande sia quella di non farsi tale domanda.Ma poi come vedi spesso la gente è costretta a subire le cose e le situazioni di bisogno estremo ed orrendo(perchè si parla di morti) senza chiedersi o ricordarsi che parecchi dei partiti di coloro che oggi sono al governo del paese-ma anche quelli di prima di loro- c’erano a sostenere le stesse decisioni dei tagli alla Sanità ed anche alle pensioni che sono state fatte e che oggi reclamano la giustezza degli interventi dello Stato e che si ripercuote direttamente nell’indebitamento pubblico pagato dai soldi di tutti.Forse non è vero che i tagli alla sanità pubblica avvenuti anche indirizzando la gente verso quella privata che è stata pagata con soldi pubblici siano stati effettuati con la partecipazione diretta anche di coloro che oggi non amano che venga ricordato il sostegno ai Governi Tecnici di Monti ed anche a quelli che ne sono seguiti? Ma oggi guarda caso in presenza del problema globale del virus ci si augura che possano essere riscoperte politiche diverse.Buon giorno eh ? Ed allora quando si dice che sinistra e destra siano le facce della stessa medaglia forse tanto lontano non si va a cadere e nemmeno proprio tanto quando si afferma che la destra faccia fare ad una sinistra penetrata dal centro le operazioni economico-politiche più dolorose per farle passare sopra la testa della gente che in caso contrario sarebbe per la strada a rovesciar macchine…..Ma lo si scopre ora e ci si esime dal dichiararlo perchè la cosa induce a chiedersi che tutto questo sia guarda caso un discorso politico?Ma ci voleva che morissero 10.000 e più persone per arrivare a questo ragionamento elementare? Allora a coloro che si riempiono la bocca di democrazia di fronte alle nazioni dove ci sembra che sia democrazia solo quella nostra e non la loro, sarebbe da dire che le distorsioni della realtà non sono solo comuni ai sistemi degli stati autoritari ma sono comuni anche agli stati come il nostro occupati da aristocrazie e tecnocrazie politiche che hanno assoggettato la gente a pensare attraverso i media prezzolati a ciò che loro piace meglio dover indirizzare la gente.So che è stato detto anche che un sistema autoritario tenda a risolvere in minor tempo i problemi e che un sistema democratico debba tener conto di tutti i pesi politici rispecchiati da un Parlamento,ma poi di fronte a tali tragedie evocate per far rinserrare le fila al sistema,tutto diventa lecito,anche avanzare le ipotesi che vi siano Stati che ci vogliano comperare e comperare dopo che si debba essere ridotti in miseria.Visto come funziona il capitalismo e come ha funzionato in passato vicino e lontano nemmeno tale ipotesi sarebbe da scartare,considerato anche che dello stesso capitalismo si servono stati autoritari come la Cina e gli stessi Stati Uniti che personalmente considero tale e quale un altro stato autoritario visto l’assoggettamento economico che ha prodotto del terzo mondo e l’applicazione a questo della teoria del mercato assieme alle espressioni delle libertà individuali misurate a seconda del possesso della quantità di denaro che si abbia, dal momento che i primi a sostenere tale libertà in tutto il mondo siano proprio questi ultimi in totale disprezzo dei popoli che non commerciano con loro( dove ”commerciare” vorrebe star a significare il poter acquistare a prezzi vantaggiosi per chi acquisti sia materie prime sia prodotti di fonte energetica).Se vuoi l’elenco di questi ultimi te lo faccio e guarda caso nella maggior parte corrispondono tutti alla definizione fatta da loro di ”stati canaglia”.Ed allora mi chiedo semplicemente se mi ammalo ed ho la febbre che è comune a quella prodotta dal sistema che mi fa ragionare con le stesse prerogative ed indirizzi che sappiamo, a chi mi rivolgo per la cura? A coloro che tale sistema hanno fatto si che desse questi frutti ed anche tale febbre ? Si dice che Draghi abbia salvato da diverso tempo le sorti italiane in seno all’Europa.Ora vediamo se quell’Europa dove ha prestato la sua opera affinchè il concetto etico della stessa fosse andato avanti in maniera progressiva e penetrato nella cultura uniformando le nazioni che ne fanno parte sia capace di riconoscere all’italia( ma in questa fase non solo a lei) i bisogni ai quali si trovano di fronte la maggior parte dei cittadini italiani. Dalle prime avvisaglie dopo le parole dette in seno all’Europa da Stati come Germania, Belgio, Olanda ed anche altri in misura minore da questi,i fatti sembra che stentino a partire e fin’ora abbiamo assistito ad un ”Niet”.E siamo nuovamente in presenza della faccia autoprotettiva e protezionistico-politica degli Stati più ricchi che hanno lucrato sulle differenza di partenza degli altri Stati nell’Unione Europea.Allora non è anche questa la stessa faccia di quel capitalismo che non vuole cedere nulla e che quando vede la mala parata è pronto anche a scatenare i conflitti anche al proprio interno? Ma tutte queste storie dal momento che vengono sopportate dalle spalle delle persone comuni a centinaia di milioni, perchè non debbono trovare soluzione giusta che affronti il tema di fondo che poi è quello della ripartizione della ricchezza prodotta ? Troppo semplice da non farlo realizzare oppure troppo impegnativo e difficile ad attuarsi e che debba esistere tutto il possibile affinchè si ritardi tale processo messo in atto dagli aderenti alle teorie dell’integrazione del capitalismo che passano sotto il nome di Nuovi New Deal o di Nuovi Piani Marshall ? Fin’ora abbiamo assistito a quest’ultima eventualità e cioè quella dell’utilità di tali interventi tesi a limitare ma anche a sostenere lo stesso capitalismo in nome di una salvaguardia di interessi pubblici,ma come ho ritenuto di sottolineare a proposito dell’intervento di Casaioli, è tempo che si prenda atto che far cambiare il capitalismo dalle sue prerogative essenziali applicando le teorie a cui si fa riferimento di sottoporre il suo liberismo sfrenato e coniugarlo con l’intervento statale non si fa altro che prolungarne il tracollo. Ci può essere anche la terza via che è quella di San Francesco ma la vedo più dura di tutte.L’ha teorizzato solo la Chiesa ma nessuna società l’ha mai attuata tale teoria, tantomeno la stessa Chiesa.Solo qualche individuo isolato,appunto come San Francesco, da essere scritto negli annali e del quale la stessa Chiesa se n’è avvalsa nel tempo portandolo ad esempio ma mai attuando a livello di comportamento quello appunto ascrivile al santo di Assisi.Figuriamoci il capitalismo che ha ben altri argomenti di condizionamento e di ricatto tali anche da far dipendere le iniziative del mercato verso le strutture pubbliche e gli interventi nell’economia fatti messi in atto da interi Stati….e qui termino scusandomi di nuovo per la lunghezza.