“AVEVAMO UNA BANCA”: TERREMOTO ALLA BCC VALDICHIANA, 4 CONSIGLIERI CHIUSINI SI DIMETTONO

mercoledì 05th, febbraio 2020 / 16:48
“AVEVAMO UNA BANCA”: TERREMOTO ALLA BCC VALDICHIANA, 4 CONSIGLIERI CHIUSINI SI DIMETTONO
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CHIUSI –  Chi bazzica la politica da qualche annetto ricorderà certamente quella telefonata, intercettata, in cui il segretario dei Ds Piero Fassino parlando della scalata di Unipol alla Bnl diceva “Abbiamo una banca?”. Era il 2005. Primapagina titolava “Finanza rossa trionferà” ed era anche l’inizio dello scandalo Mps…

Per molti anni anche i chiusini, intesi come cittadini di Chiusi, hanno pensato “abbiamo una banca”. Senza punto interrogativo. Perché ritenevano la Bcc locale (prima Cassa Rurale e Artigiana diventata dopo vari passaggi Banca Valdichiana) la loro banca.

Adesso molti cominciano a pensare alla Bcc declinando il verbo al passato: avevamo una banca. Questo non solo perché una serie di fusioni ne ha via via annacquato la chiusinità, ma anche perché da ieri, 4 febbraio 2020, la chiusinità della Bcc Valdichiana si è quasi azzerata.

Prima di una riunione del Cda che avrebbe dovuto votare l’avvio del percorso di una nuova fusione (pare con Banca Tema di Grosseto), 4 consiglieri hanno rassegnato le proprie dimissioni. Un ammutinamento di massa. E i 4 dimissionari sono Carlo Capeglioni, Valentina Frullini (ovvero il presidente e la vicepresidente giubilati nell’agosto scorso a tre mesi dall’elezione) più Marco Margheriti e Cinzia Alimento. Tutti e 4 esponenti della “componente chiusina” del Cda, che adesso rimane rappresentata solo dal presidente Tamagnini, dal Vice presidente Albanese e da Paolo Bittarelli. Tamagnini e Bittarelli, peraltro sono di Sarteano. Ma questo è un dettaglio minimo.

Le dimissioni ovviamente non sono “per ragioni personali”, ma rappresentano un atto politico chiaro, una netta presa di distanze non solo e non tanto sulla scelta della nuova fusione, imposta anche dalle strategie del gruppo Iccrea, ma soprattutto, a quanto dicono gli stessi consiglieri dimissionari, dalle modalità con cui l’operazione è stata condotta.

In questo momento, con l’uscita dal Cda dei 4 consiglieri citati, la componente ex Chiusi è ridotta al lumicino. Questo è un fatto. Ma anche tutto l’asset dirigenziale della banca subisce un colpo piuttosto duro. Già il ribaltone di agosto con la sostituzione del presidente e della vicepresidente appena eletti aveva suscitato reazioni e polemiche, fino alla nascita di un comitato soci autoconvocato, adesso questo nuovo terremoto. Due “scosse” che sommate tra loro e sommate ad una situazione patrimoniale non proprio idilliaca, potrebbero portare la banca al commissariamento da parte del Gruppo Iccrea.

Certo, il Cda ha ancora i numeri per andare avanti, è possibile che i 4 consiglieri dimissionari vengano sostituiti, con la nomina di altri 4 attingendo dai non eletti all’assemblea di maggio, per cooptazione e successiva ratifica da parte dell’assemblea dei soci. Ma la ferita non sarà indolore.

Le motivazioni delle dimissioni, anche se non ancora ufficializzate, sembrano molto vicine alle critiche rivolte al Cda da parte del Comitato soci autoconvocato e sembrano anche dare in un certo senso ragione alle preoccupazioni espresse dal sindaco di Chiusi Bettollini. Insomma sembra che si stia costituendo un fronte di opposizione dentro e intorno al management di Banca Valdichiana.

Che dal canto suo ha già convocato per venerdì 7 febbraio, alle ore 12,00  presso la sede di Chiusi città, un incontro con i sindaci del territorio proprio per “fornire chiarimenti in merito ai processi aggregativi”, iniziativa questa che sembra anche voler anticipare quella convocata da Bettollini per martedì 11 alla quale ha invitato le forze sociali e pure il comitato soci.

Facile ipotizzare che adesso la battaglia si farà aspra, più di quanto non lo sia stata fino ad ora, con i consiglieri dimissionari etichettati come una novella “gang of four” (banda dei quattro) arroccata in difesa dell’ortodossia e del passato e, dall’altra parte, il nuovo management dipinto come un gruppetto di usurpatori che ha svenduto una storia per il classico piatto di lenticchie. Ovvero per un paio di poltrone.

Tutte frasi già echeggiate in queste ore nei capannelli di piazza, nei bar e in telefonate frenetiche tra operatori, soci e clienti della Bcc… Come aleggia anche una certa soddisfazione in altri ambienti della banca (quelli non chiusini) per essersi finalmente tolti dai piedi una componente un po’ ingombrante e fastidiosa…

In un clima del genere, con una parte che abbandona il tavolo del Cda per rimarcare il proprio dissenso, anche il processo di fusione che avrebbe dovuto avere il disco verde ieri, potrebbe subire qualche rallentamento, se non uno stop. Tirare diritti, incuranti del vento contrario e delle possibili ripercussioni, potrebbe anche significare andare a sbattere o cadere, perché il vento contro è sempre una brutta bestia. E’ peggio della salita.

Vedremo, già nei prossimi giorni, con i due incontri  (quello del Cda della banca coi sindaci e quello convocato dal sindaco di Chiusi) quali reazioni avranno innescato le dimissioni in blocco di chiusini, vedremo se la componente chiusina sarà in grado di trovare alleati in altri territori. Ma soprattutto vedremo come reagirà il Gruppo Iccrea, che ormai ragiona e opera secondo logiche molto diverse da quelle delle Bcc delle origini. Potrebbe anche decidere di commissariare Banca Valdichiana o di imporre scelte e aggregazioni dall’alto proprio in virtù delle nuove logiche…

Si prospettano giorni difficili e faticosi per il presidente Tamagnini e i suoi partners. Bcc Valdichiana è in mezzo al guado e l’acqua è limacciosa, il vento forte, una parte dell’equipaggio è scesa dalla barca…

m.l.

 

 

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