“QUI ABITA UN EBREO”, “ODIO GLI ITALIANI”, “SCUSI, LEI SPACCIA?” SI CERCA UN ARGINE AGLI ODIATORI E ALLE PAROLE OSTILI. I COMUNI APPROVANO UN MANIFESTO DI INTENTI…

- Virtuale è reale: Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
- Si è ciò che si comunica: Le parole che scelgo raccontano la persona che sono, mi rappresentano.
- Le parole danno forma al pensiero: Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
- Prima di parlare bisogna ascoltare: Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
- Le parole sono un ponte: Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
- Le parole hanno conseguenze: So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
- è una responsabilità: Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi
- Le idee si possono discutere: Le persone si devono rispettare: Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare
- Gli insulti non sono argomenti: Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi
- Anche il silenzio comunica: Quando la scelta migliore è tacere, taccio.
Il sindaco Bettollini con un post sul suo profilo facebook scrive: “Tutti noi possiamo sbagliare, abbiamo sbagliato, usando i social e per questo abbiamo voluto aderire singolarmente e come Amministrazione Comunale al manifesto della comunicazione non #Ostile.. Gli attacchi a Liliana Segre, al presidente Mattarella, a Roberto Saviano, ma anche gli inni all’odio e alla violenza scritti o filmati con tranquillità da gruppi politici e persino commenti di persone comuni come “se l’è meritato” “se era una brava ragazza non succedeva” sono solo alcuni esempi di una pratica distorta e pericolosa dell’uso dei social network che deve essere fermata. Il mondo “virtuale” è molto più “reale” di quanto tante persone non credano e purtroppo lo conferma anche la tragicità di quei gesti estremi compiuti da tanti ragazzi che arrivano a togliersi la vita ad esempio per il cyber-bullismo. Una parola detta o scritta sui social è addirittura più forte di una pronunciata di persona perché è esposta alla gogna maligna della rete popolata dai, così detti, leoni da tastiera che non si fanno scrupoli a incrementare la dose e a fomentare l’odio come abbiamo potuto, in alcune occasioni, riscontrare anche a livello locale con episodi di intolleranza, fomentazione delle paure e di violenza verbale. E’ per tutto questo che la nostra amministrazione ha aderito con grande orgoglio al Manifesto della comunicazione non ostile”.
In Consiglio Comunale, il gruppo Possiamo non ha partecipato alla votazione. L’adesione al Manifesto è stata dunque approvata a maggioranza.
Come il Comune di Chiusi anche altri comuni della zona (Castiglione del Lago, ad esempio) hanno fatto la stessa cosa.
Gli appelli e i decaloghi non sono legge, spesso lasciano purtroppo il tempo che trovano. Può sembrare acqua fresca. Ma l’acqua fresca, pur non essendo medicina, è comunque meglio di un mare di merda. E prendere pubblicamente posizione, aderire ad un “manifesto” di intenti è comunque in ogni caso un segnale, l’indicazione di una direzione di marcia. Di sicuro, male non fa.
m.l.
Non è vero che il gruppo Possiamo non ha partecipato alla votazione, io personalmente non l’ho fatto, la compagna di gruppo Lottarini ha votato.
La motivazione della mia decisione l’ho ampiamente spiegata in consiglio comunale, così come Daria ha spiegato in un intervento il suo voto.
Poco dopo aver votato la mozione da te riportata, io ho votato a favore, un rappresentante di spicco della maggioranza si è preso la briga di irridete dei Cittadini che “hanno il torto” di seguire assiduamente il Consiglio Comunale e la vita politica cittadina. Certi atteggiamenti, se sono insiti nell’animo, non si cambiano facilmente a meno che non si metta da parte il proprio ego e si faccia un bagno di umiltà. Ogni rappresentante delle istituzioni dovrebbe essere contento che i suoi concittadini siano parte attiva della politica locale e dare a questi il suo incoraggiamento.
Bonella, da aspirante “reporter” ormai ci sono abituato. Che il sindaco abbia irriso dopo aver votato il decalogo della buona educazione istituzionale la dice lunga sull’efficacia di quella mozione.
Per questo non ho votato l’adesione al decalogo, certi personaggi cercano di farsi un’immagine aderendo alle dichiarazioni di intenti ma se l’indole è quella di deridere chi la pensa in maniera diversa serve a poco. E comunque…barra a sinistra.