PROGETTO ACEA: BETTOLLINI CHIEDE IL DIRITTO DI REPLICA E PARLA DI FAKE NEWS DIFFUSE AD ARTE

lunedì 04th, novembre 2019 / 12:03
PROGETTO ACEA: BETTOLLINI CHIEDE IL DIRITTO DI REPLICA E PARLA DI FAKE NEWS DIFFUSE AD ARTE
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CHIUSI – Dopo l’assemblea organizzata dal Comitato Aria giovedì scorso, il sindaco di Chiusi Bettollini, che quella sera non partecipò, anzi fece una diretta facebook in contemporanea, chiede adesso il “diritto di replica” e torna sull’argomento.

Lo fa ribadendo in toto ciò che ha detto nell’intervista a Primapagina del 26 ottobre scorso, quando ha confermato la posizione del Comune in vista dell’apertura della Inchiesta Pubblica regionale che prenderà il via il 12 novembre.  E ancora una volta non die che il progetto Acea deve andare avanti per forza e l’impianto proposto dalla multiutility romana s’ha da fare ad ogni costo. Dice cose diverse.

“Gli attacchi della Lega sono medaglie al petto che mi metto” scrive Bettollini. Che poi prosegue: “Sia chiaro per l’ennesima volta: sono favorevole all’insediamento di nuove aziende che portano investimenti ed occupazione a patto che sia garantita la sostenibilità ambientale e la qualità della vita e della salute dei cittadini. Principi inderogabili. Nessuno mi tirerà per la giacchetta. I progetti si autorizzano solo se portano benefici. Se portano dubbi si respingono. Dal 12 novembre per 2 mesi, fino al 10 gennaio 2020, la Regione Toscana esaminerà in forma pubblica il progetto presentato da ACEA favorendo il contraddittorio con chi espone dubbi. L’amministrazione formulerà i propri quesiti, ascolterà il contraddittorio e leggerà le conclusioni della commissione regionale. Poi assumeremo una decisione consapevole. Il progetto avrà un “go” solamente se porterà un beneficio all’area, già fortemente degradata. Obiettivo è migliorare il contesto ambientale esistente che i chiusini conoscono bene. Tutto il resto sono menzogne, strumentalizzazioni politiche, fakenews amplificate dai social. Democrazia  significa garantire il rispetto delle leggi e delle normative non di certo imporre un NO per le proprie convinzioni ideologiche. Su questo non mollo di un centimetro”.

Così sul suo profilo facebook.  Ma in un comunicato inviato ala stampa per chiedere, appunto il diritto di replica, spiega con più precisione la propria posizione e quella dell’amministrazione comunale di Chiusi, non lesinando critiche alle opposizioni:

“In politica verità è sincerità sono due parole rivoluzionarie. Io e la mia maggioranza, per avere un voto in più, non mentiremo mai ai nostri cittadini. Le menzogne le lasciamo alle opposizioni. Il confronto con i cittadini è sempre un momento di crescita e di democrazia, ma in veste di sindaco non posso prestarmi al teatrino di un’assemblea convocata e organizzata su fondamenta di menzogne e sulla volontà di provocare, deliberatamente, paura tra i cittadini al solo scopo di danneggiare il gruppo di maggioranza. Ancora una volta è stato diffuso un volantino volutamente scorretto dove, nonostante si sappia di mentire, si continua a usare la parola “carbonizzatore” a scopo evidentemente propagandistico; come del resto fatto in passato con la diffusione di un volantino con le ciminiere dell’Ilva di Taranto: l’esempio d’eccellenza delle fakenews nostrane . Probabilmente le minoranze, tanto quelle in consiglio quanto quelle fuori, auspicano di raccogliere, in questo modo, qualche voto vista l’inconsistenza della propria azione durante tutto il mandato amministrativo. Per l’ennesima volta ricordo, che il progetto di Acea non può, in nessun modo, prevedere un carbonizzatore o un inceneritore o un termovalorizzatore perché il consiglio comunale di Chiusi ha vietato la realizzazione di quel tipo di impianti. Gli unici interventi ammessi sono mirati al miglioramento ambientale dell’area partendo dalla bonifica di tutta la zona e dalla demolizione  dell’attuale impianto di trattamento rifiuti (ex Bioecologia) con investimenti di oltre a sei milioni di euro. Tutto il resto sono menzogne belle e buone”. 

Bettollini poi, entra in scivolata anche sull’aspetto politico, accusa la Lega e gli ecologisti a corrente alternata, “quelli che inneggiano a Greta e poi hanno paura delle innovazioni”:

“Per quanto riguarda le dichiarazioni a mezzo stampa fatte dalla Lega non voglio perdere neanche troppo tempo a discutere con i rappresentanti di un partito, che per bocca del loro “capitan Salvini” incentivavano la realizzazione di inceneritori in tutte le Province italiane. Rendetevi conto che squallore! A chi propaganda odio posso solo dire che i rifiuti non si bruciano,  ma si recuperano in modo sostenibile senza emissioni in atmosfera. Discorso diverso, invece, per gli organizzatori dell’assemblea di qualche sera fa, ovvero i rappresentanti del Comitato Cittadino e i Cinque Stelle chiusini visto che a loro posso dire che sono veramente contento dell’imminente inizio dell’inchiesta pubblica voluta dalla Regione Toscana nella quale, in primis, proprio il Comitato e i loro esperti avranno l’occasione di portare, di fronte a scienziati ed alle Università di Siena Pisa e Firenze  al di sopra delle parti, le proprie ragioni. Alle assemblee dell’inchiesta pubblica parteciperò con grande interesse perché il primo a voler essere convinto dell’assoluta sicurezza del progetto Acea per la salute dei cittadini sono, indiscutibilmente, proprio io in quanto prima di essere sindaco sono un cittadino di Chiusi, che vive a Chiusi con la propria moglie e due figlie. Ovviamente attenderemo gli esiti dell’inchiesta pubblica, che determinerà il prosieguo o il termine di questa storia, ma indipendentemente da questo penso che tutti noi dovremmo fare un grande scatto culturale se veramente vogliamo il bene dei nostri territori e dei nostri figli. E’, infatti, inutile riempirsi la bocca con parole come plastic free, energia green o partecipare al Fryday for Future di Greta Thumberg se poi quello che sappiamo diffondere è solo paura dell’innovazione. Per anni ci hanno inculcato che la parola rifiuto è sinonimo di tumore e, quindi, motivo del più grande timore di ogni essere umano, ma le cose non devono per forza essere così. E’ arrivato il momento di aprire gli occhi e di abbracciare a pieno il concetto di economia circolare. Il rifiuto buono, quello organico e biologico, infatti, non deve essere più bruciato o termovalorizzato, il rifiuto deve essere trasformato in un nuovo prodotto utilizzabile nella vita quotidiana da ognuno di noi. Per fare questo però servono impianti industriali di nuova generazione, che ovviamente nella salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica, permettano questo processo di trasformazione senza emissioni. Non possiamo mandare i nostri figli all’Università per studiare nuove tecnologie e poi avere paura del risultato dei loro studi. Solo applicando concretamente il concetto di economia circolare sarà possibile salvare veramente il nostro pianeta, i nostri territori e garantire un nuovo futuro alle generazioni dei nostri figli. Invito la partecipazione agli incontri organizzati dalla regione per l’inchiesta pubblica, che si sigleranno per due mesi a partire dal 12 Novembre, dove arriverà la verità è termineranno così le strumentalizzazioni”. 

C’è da augurarselo. Perché questa vicenda, anche se ancora tutta sulla carta, sta avvelenando il clima politico e la stessa convivenza civile tra i chiusini. E anche tra Chiusi e altri paesi limitrofi. Prima si chiarisce e meglio è.

Manca poco al 12 novembre, all’apertura dell’inchiesta pubblica regionale:  in quella sede si capirà, già dal primo confronto dei tecnici ed esperti convocati dalla Regione con quelli del Comitato Aria, se il progetto è da valutare o se va respinto prima prima di cominciare. Si capirà se le emissioni ci saranno oppure no e di che tipo saranno.  Cioè se i “reattori” in cui avviene il processo di trasformazione dei fanghi in byochar e frazione liquida sono a camera stagna, senza emissioni,  o emetteranno sostanze in atmosfera. Se alla fine un impianto del genere andrebbe a sommare una nuova criticità a quelle già esistenti (Metalzinco, Lodovichi, Stamperia Umbra, depuratore attuale…) o se, al contrario, porterebbe un miglioramento rispetto alla situazione presente, che – va ricordato – non è delle migliori.

L’area è degradata e inquinata, il depuratore attuale raccoglie e tratta già oggi 90 mila tonnellate/anno di reflui fognari, liquami industriali e percolato di discarica, che arrivano per lo più con camion che inquinano e rovinano le strade… Così come va ricordato che i fanghi di risulta dalla depurazione dei reflui fognari di Chiusi Scalo in qualche modo e da qualche parte dovranno essere trattati e smaltiti.  Acea ha rilevato anche il depuratore ex Bioecologia, lo vorrebbe ampliare e potenziare e rendere più efficiente, il Comune ha condizionato il sì al progetto per il trattamento fanghi, non solo all’assenza di emissioni e di rischi, ma anche alla bonifica dell’area e alla demolizione e ricostruzione dell’impianto esistente… Quello del depuratore insomma non è un nodo secondario e da poco. Diciamo che è al contrario il nodo centrale. 

C’è da augurarsi che oltre al Comitato, al sindaco e alla giunta di Chiusi, partecipino alle sedute anche i sindaci e i comitati dei paesi limitrofi, in modo che anch’essi possano capire se sentirsi rassicurati sulle possibili ricadute negative, o se invece debbano prepararsi ad alzare barricate. All’assemblea del Comitato c’era il sindaco di Cetona. Questa mattina sui social è comparso un appello da parte di esponenti politici pievesi a “vederci più chiaro”, il comitato ha raccolto adesioni a Montepulciano, a Chianciano, a Fabro…

L’area in questione è sul confine tra Chiusi, Cetona e Città della Pieve, è un’area industriale chiusina confinante con un’area produttiva pievese che è solo dall’altra parte della strada ed è attraversata dai medesimi corsi d’acqua. L’inchiesta pubblica può diventare in un certo senso uno spartiacque importante, non solo per il sì o no al progetto Acea, ma anche per stabilire e sperimentare un metodo di confronto che dovrebbe essere la norma sulla gestione del territorio, delle aree produttive, delle politiche ambientali e degli insediamenti. 

A gennaio saranno poi tirate le somme. Due mesi non sono un’eternità. E sminuire, adesso che sta per cominciare, l’inchiesta pubblica, dicendo che è tardiva e inutile (come ha fatto qualcuno all’incontro di giovedì scorso) sembra un modo per mettere le mani avanti e per accreditare la tesi che è tutto preordinato…

Ovviamente nell’inchiesta pubblica, dopo il comitato, verrà ascoltata anche l’Amministrazione Comunale che in quella sede, riproporrà le proprie posizioni e ricorderà i vincoli, le prescrizioni, i paletti sia di natura politica che normativa che ha piazzato… Le stesse  forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione avranno modo di partecipare e esprimersi sui pareri e gli aspetti tecnici. Soprattutto quelle forze che spesso sventolano il tecnicismo e i cavilli procedurali come bandiere. E quelle che invece sono rimaste per lo più in silenzio, come il Pd, potrebbero finalmente uscire dal letargo.

m.l.

 

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