ALTA VELOCITA’ E NON SOLO: SE SI TORNASSE A PARLARE DELLA PERUGIA-CHIUSI?

ALTA VELOCITA’ E NON SOLO: SE SI TORNASSE A PARLARE DELLA PERUGIA-CHIUSI?
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PANICALE – Qualche giorno fa esattamente l’8 novembre, la trasmissione “Fuori TG” che va in onda tutti i giorni alle 12,25 su Rai 3 ed è condotta da Maria Teresa De Medici, ha affrontato il tema del trasporto pubblico locale e in particolare quello dell’inadeguatezza di certi collegamenti e dell’isolamento ferroviario vaste aree del Paese e di città molto importanti sia per numero di abitanti che per collocazione geografica, arte, storia o centralità amministrativa.

La trasmissione ha puntato l’obiettivo sul calvario dei pendolari sulla tratta Viterbo-Roma:  treni affollati e malmessi e due ore di percorrenza per fare 65 km.

Poi preso ad esempio altre due città: Perugia e Salerno. Un capoluogo di regione e la seconda città della Campania, 170 mila abitanti Perugia, 140 mila Salerno. La prima a 130 km in linea d’aria dalla Capitale, la seconda a 230.

“Così come Cristo si è fermato ad Eboli, l’alta velocità in Italia si è fermata a Salerno”, dice, nella trasmissione un dirigente delle Ferrovie, auspicando collegamenti veloci anche da Salerno in giù… Ma anche arrivare a Salerno e Perugia, da Roma o da qualsiasi altra località è quasi sempre un’impresa, nonostante l’alta velocità ce l’abbiano.

Perugia ha una solo coppia di Frecciarossa, alle 5,30 del mattino, ma è sempre affollata. Per il resto il capoluogo umbro, “se si guarda la mappa di Trenitalia sembra tagliata fuori nonostante sia il cuore geografico della penisola e sia una delle città d’arte e universitarie più rilevanti d’Italia”. Questo lo dice uno dei trasporti intervistato da Romolo Schicchi. E lo stesso storico ricorda che negli anni ’60-’70 dell’800 Perugia era al centro dell’unico collegamento Firenze-Roma, ma era una soluzione temporanea, perché quel collegamento risultava innaturale, sarebbe stato oggettivamente più lineare e diretto collegare Arezzo con Chiusi e Orvieto, per poi proseguire da lì verso Roma, cosa che è stata fatta e così Perugia è rimasta fuori dalla principale direttrice. E non ha più recuperato, scontando sempre un certo isolamento. Cosa che nella stessa trasmissione viene rimarcata da commercianti e operatori turistici…

Il servizio proposto da Maria Teresa de Medici e Romolo Schicchi, fa pensare a quanto sarebbe importante e forse risolutivo per entrambi i territori un collegamento diretto, su rotaia, tra Perugia e la la direttrice principale nord-sud, a Chiusi. Che non è in Umbria, ma al confine con l’Umbria e a soli 50 km dal capoluogo umbro. Perugia ha una fermata del Frecciarossa alle 5,30 del mattino, verso Milano, Chiusi ne ha due, una al mattino per Roma-Napoli alle 8 e una per Firenze, Bologna, Milano alle 21.

La doppia fermata di Chiusi è stata pensata e presentata non solo per Chiusi ma per tutto il territorio circostante e anche per le due città più vicine, ovvero Perugia e Siena. In Umbria e anche nel capoluogo Perugia sono state fatte iniziative per presentare e lanciare l’hub chiusino, un paio di settimane fa a Tavernelle si è tenuta una assemblea pubblica sul tema dei trasporti cui ha partecipato anche il vicesindaco di Chiusi, Chiara Lanari che ha illustrato il”pacchetto turistico di area” collegato appunto al frecciarossa.

Ma una cosa è il Frecciarossa e una cosa è il Trasporto Pubblico Locale, quello che interessa i cittadini dei territori, quello che copre distanze di pochi chilometri, ma è assolutamente strategico, sia per la mobilità di chi lavora o studia, sia per chi si muove per eventi culturali o turismo o esigenze di tipo diverso, come la sanità o necessità amministrative.

E il trasporto pubblico locale tra Chiusi e Perugia ad oggi è un calvario. I treni ci sono (14 al giorno), ma la percorrenza va dall’ora e 13 minuti alle 2 ore e 10. Diciamo un’ora e mezza di percorrenza media, con cambio obbligatorio a Terontola.  Non proprio una metropolitana veloce.

Eppure negli ultimi 40 anni, idee e progetti per colmare questo gap non sono mancati. Il primo era quello di ripristinare il collegamento Perugia (Ellera)-Tavernelle che ha funzionato fino ai primi anni ’60 e serviva soprattutto all’approvvigionamento della centrale a lignite di Pietrafitta. Quella tratta fu chiusa, abbandonata e smantellata, ma tutt’ora il tracciato è visibile ed è utilizzato come pista ciclabile. Il percorso è di circa 14 km, roba che si copre in meno di 10 minuti.  Quel progetto caldeggiato da alcuni esponenti del Pci della Valnestore prevedeva una “bretella” tra Tavernelle e la stazione di Panicale, sulla Firenze-Roma, cioè tra Castiglione del Lago e Chiusi. Distanza da Chiusi altri 6-8 minuti.  Insomma se fosse andato in porto quel progetto sarebbe stato possibile andare in treno da Perugia a Chiusi e viceversa in meno di mezz’ora. Fermate comprese.

Chi ha governato l’Umbria però ha sempre guardato altrove, a Orte o alle Marche. Soprattutto gli ambienti politici folignati hanno sempre osteggiato il collegamento di Perugia con Chiusi, pensando forse di perdere centralità e potere contrattuale (sempre stato forte).

Più recentemente, 10-15 anni fa, si parlò della possibilità di realizzare una “bretellina” di pochi chilometri  tra Tuoro e Castiglione del Lago, in modo da evitare ai treni da e per Chiusi di evitare di arrivare a Terontola e poi tornare indietro.  Sarebbe stata una soluzione plausibile anche quella. Ma come sempre non se ne è fatto niente. 

Eppure Chiusi e Perugia hanno anche una strana (ma non troppo) particolarità: la stazione di Perugia è praticamente identica a come era la stazione di Chiusi prima che il bombardamento del 21 novembre del ’43 la radesse al suolo. 

Ora, con le fermate dei Freccia Rossa il tema di una tratta diretta Perugia-Chiusi, torna prepotentemente d’attualità. Il servizio “navetta” con pullman può rappresentare una alternativa, ma i tempi di percorrenza sono comunque diversi, perché se il treno diretto non c’è, anche e strade non è che siano messe tanto meglio. Anche su questo fronte infatti si è tornati a parlare di recente del’adeguamento della Pievaiola anche da Tavernelle a Piegaro e Città della Pieve, con deviazione più rapida verso Chiusi attraverso un rifacimento della “Moianese” (o strada del Fornello) o della “Castiglionese” che da Tavernelle porta a Macchie di Castiglione del Lago quindi alla SR 71.

Di sicuro qualche soluzione andrà trovata. L’Umbria ha voltato pagina dal punto di vista politico, la Regione adesso è in mano alla Lega e non più al Pd. Chissà se la nuova giunta Tesei vorrà dare un’occhiata a quei vecchi progetti sia sul fronte stradale che su quello ferroviario. Anche dal punto di vista dei costi e dell’impatto ambientale, la bilancia potrebbe pendere addirittura a favore delle rotaia.

Nella battaglia per il Frecciarossa a Chiusi, il sindaco chiusino Bettollini ha trovato sostegno in molti suoi colleghi umbri, non solo del Pd. Castiglione del Lago in testa. All’inaugurazione della fermata il 9 giugno scorso c’erano in prima fila anche il sindaco di Città della Pieve Risini a braccetto con il senatore leghista Briziarelli.

Se insomma la Lega premesse verso la Regione e il Pd e i 5 Stelle premessero verso il governo nazionale, la partita si potrebbe forse anche riaprire.

Renato Casaioli e Marco Lorenzoni

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