CHIUSI, IL COMITATO ARIA RIBADISCE IL SUO NO AL PROGETTO ACEA. E SCHIERA GLI ESPERTI

venerdì 25th, ottobre 2019 / 10:09
CHIUSI, IL COMITATO ARIA RIBADISCE IL SUO NO AL PROGETTO ACEA. E SCHIERA GLI ESPERTI
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CHIUSI – Il Comitato Aria torna sulla questione del progetto Acea e “per ribadire il proprio NO” all’impianto di trattamento dei fanghi di depurazione proposto dalla multiutility romana, annuncia una conferenza pubblica per giovedì 31 ottobre. All’iniziativa che si terrà presso la sala San Francesco a Chiusi Città alle ore 21,15, fa sapere il comitato, parteciperanno due esperti: Valeria Passeri, avvocato ambientalista, già attiva nel comitato che si batté contro l’impianto a biomasse di San Donnino a Città della Pieve e vicepresidente del WWF Umbria e Carlo Romagnoli, medico referente regionale per l’Umbria della International Society of Doctors for the Environment. Il Comitato fa sapere anche che l’assemblea è aperta a tutti e quindi i cittadini e anche i politici avranno l’opportunità di intervenire e confrontarsi.

L’iniziativa segue la raccolta di firme (circa 2.500) promossa dallo stesso Comitato nei mesi scorsi e tende a mettere in campo dei pareri autorevoli. Ovviamente a sostegno della propria tesi. Che è quella del no all’impianto, senza se e senza ma. Sarà certamente interessante ascoltare quei pareri anche perché cadono nel momento In cui si sta avviando la famosa inchiesta pubblica regionale sul progetto, passaggio essenziale per dirimere tutti i dubbi e arrivare ai pareri che conteranno davvero, cioè quelli degli enti preposti per legge a rilasciarli.

I pareri dei due esperti chiamati a Chiusi dal Comitato Aria saranno un contributo alla discussione, ma sono e restano pareri di parte. E come tali andranno ascoltati e valutati. Non sarebbe difficile – volendo – trovarne altri due di segno diverso, cioè favorevoli all’impianto proposto da Acea. Si potrebbe andare avanti all’infinito.

Su vicende e questioni come questa le cautele non sono mai troppe, il confronto stesso tra tesi opposte è sempre utile – lo abbiamo scritto decine di volte – quindi ben venga qualunque iniziativa possa aiutare a capire, a sapere, a farsi un’idea più precisa. Ma tenendo ben presente di che iniziativa si tratta. In questo caso è un’iniziativa di parte. Della parte che si oppone ad un progetto. Il che è senza dubbio legittimo, ma affermare “è giunto il momento si sentire gli esperti”, come scrive il Comitato, è una forzatura. Più corretto scrivere “Ascoltiamo i nostri esperti”.

Detto questo, è evidente che i pareri che contano e che faranno fede, che saranno cioè decisivi anche al fine del rilascio del parere del sindaco, saranno quelli della Asl, di Arpat, della Soprintendenza ecc. che arriveranno al termine dell’inchiesta pubblica regionale, cui anche il Comitato potrà partecipare con i suoi esperti di parte. Così come Acea porterà  propri.

L’inchiesta pubblica regionale dovrà fugare ogni ragionevole dubbio sulle possibili criticità o ricadute ambientali, sui rischi per la salute dovuti a emissioni o fuoriuscite, sull’impatto che l’impianto proposto può avere sulla viabilità e quindi sulla sicurezza relativamente al trasporto dei fanghi da trattare, sulla sicurezza ed efficienza del processo produttivo.  Servirà ancora un po’ di tempo per sapere se il Progetto Acea andrà avanti oppure no. Se l’impianto si farà o meno. E se alla fine arriverà un via libera, dovrà essere chiaro anche di cosa si tratta, perché il Comitato lo chiama “carbonizzatore” e i carbonizzatori, così come inceneritori, termovalorizzatori e discariche a Chiusi non si possono fare. Lo dice il Piano Regolatore. Che è legge.

m.l.

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