BETTOLLINI SOLITARIO E AMAREGGIATO: “NON SEGUO RENZI, MA NEMMENO LE GUERRE CORRENTIZIE DEL PD”

martedì 17th, settembre 2019 / 16:40
BETTOLLINI SOLITARIO E AMAREGGIATO: “NON SEGUO RENZI, MA NEMMENO LE GUERRE CORRENTIZIE DEL PD”
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CHIUSI – Qualcuno, a sinistra,  alla notizia che Renzi lascia il Pd, avrà stappato una bottiglia di quello buono. Qualcun altro è rimasto ammutolito. Non perché la cosa non fosse nell’aria da tempo,ma perché non se la aspettava adesso, appena dopo la formazione del governo 5S-Pd-Leu e la messa all’angolo di Salvini.

Juri Bettollini, per esempio, stamattina era al teatro Mascagni di Chiusi a presentare il cartellone della stagione teatrale. E in seguito ad una domanda che c’entrava come il cavolo a merenda con il tema della conferenza, ha dovuto spiegare cosa pensasse della “scissione” di Renzi. E il sindaco di Chiusi che è stato un renziano della prima ora, amico anche personale di Matteuccio da Rignano, che riempì il teatro quando girava l’Italia in camper, non ha nascosto l’amarezza per una giornata difficile.

E’ vero che lui si era già schierato con Zingaretti al congresso, abbandonando la nave renziana alla deriva dopo la debacle elettorale del 2018, e prendendo pure le distanze, sempre più nette, anche dall’amico e sodale Stefano Scaramelli (che a differenza di Bettolini però è stranamente silenzioso).

Se per qualcuno oggi è un “giorno radioso”, di quelli da segnare nel calendario, per Bettollini è la fine di una storia. Comprensibilissimo che sia, quantomeno, amareggiato. E deluso. Deluso dalla mancanza di coerenza soprattutto. Da chi cambia opinione, campo e bandiera senza battere ciglio in meno di un secondo. Ha ricordato, stamattina alla conferenza stampa sulla stagione teatrale, che proprio Matteo Renzi all’epoca delle primarie contro Bersani, diceva “le battaglie per cambiare il partito si combattono da dentro il partito, non uscendo”. Ecco con l’annuncio di ieri, Renzi ha fatto il contrario di ciò che asseriva nel 2012…  Anna Ascani accettando di entrare a far parte del governo come sottosegretario ha fatto il contrario di ciò che asseriva 4 giorni prima, dicendo “Governo coi 5 Stelle? senza di me”. Ecco Bettollini ha detto chiaramente che certe capriole non gli piacciono.

Che lui adesso non segue Renzi nella scissione dal Pd. Ma non seguirà neanche “le dinamiche sciocche e correntizie interne al Pd”. Insomma, se un tempo c’era a sinistra chi  propugnava la posizione “Nè con lo stato, né con le Br”, Bettollini adesso non sta con Renzi e nemmeno con Zingaretti.  Per lo meno non si sente a suo agio in un partito che si allea con i 5 Stelle, cioè con un Movimento con il quale il Pd se le è dette di tutti i colori e che è nato e ha fatto fortuna proprio sulla critica feroce al Pd, identificato con la casta e con il sistema di potere…

Il sindaco di Chiusi ha sottolineato, nella risposta in conferenza stampa, la legittimità procedurale e costituzionale dell’operazione che ha evitato il voto anticipato e ha portato al varo del governo giallo-rosso (si fa per dire), ma ha ribadito che per lui è un’operazione politicamente errata e sciagurata.  Sulla quale non è d’accordo.

Su questo dunque conferma la sua linea, peraltro più volte espressa. Contraria anche e soprattutto alla riproposizione della nuova alleanza a tutti i livelli, dalle regioni ai comuni…

E si smarca anche come sindaco, Bettollini: “Io mi sono candidato e sono stato eletto con una lista con il simbolo del Pd e chi ci ha votato ha voluto scegliere delle persone coerenti. Da questo punto di vista, quindi, per me non c’è nessun cambiamento da fare e non ci sono case nuove nelle quali portare i bagagli o nuove strade da percorrere. Io sto!”, però aggiunge:  “Tra Renzi e Zingaretti, rimango dove sono e scelgo i cittadini della mia comunità, sia quelli che mi hanno donato fiducia con il voto sia quelli che avevano scelto democraticamente un’altra idea di amministrazione. Scelgo i cittadini, perché quando prendo un impegno non lo faccio fino a quando il vento cambia oppure per costruire opportunità personali, ma lo faccio fino a quando sono chiamato a farlo e con i cittadini di Chiusi ho promesso tutto me stesso, almeno, fino al 2021” .

Tradotto tutto ciò può significare “io resto nel Pd, ma se il Pd si attarda e si aggroviglia in battaglie correntizie o si allinea ad un verbo nazionale che non condivido, arrivederci e grazie. Nel 2021 farò da solo. O con chi ci sta”.

E’ un Bettollini non certo euforico. Diciamo pure che è un Bettollini triste. Le scissioni si portano dietro strascichi negativi, anche nei rapporti umani e personali. “Oggi perdo probabilmente tanti amici”, dice a bassa voce, lontano dai microfoni. E queste sono cose che pesano e fanno male. La politica oggi non è totalizzante come negli anni ’60 e ’70, ma le diaspore sono sempre dolorose e amare. I confini tra una parte e l’altra oggi sono più labili, meno netti.

Nel ’69 nel Pci Alfredo Reichlin dovette fare la relazione sull’espulsione del gruppo del Manifesto, dove figurava sua moglie, Luciana Castellina. Il Pci era capace di cattiverie inusitate. Oggi il ministro Pd Boccia è marito di una esponente di Forza Italia che va pure a fare la starlette a Ballando con le Stelle. La Boschi segue Renzi nel nuovo partito, mentre  Nardella, Lotti e Marcucci, per ora restano dove sono. Non si capisce bene se a fare i cavalli di Troia o che cosa…

Bettollini, resta sulle sue. Solo come un cane, con Micheletti, Agostinelli  e la giovane Sara Marchini e un Pd che non favella, neanche sull’ennesima scissione. Scissione fatta dall’ex capo ed ex premier, non da uno qualunque degli scontenti.

Non si può chiedere a Bettollini di uscire allo scoperto in queste ore difficili. Avrà bisogno anche lui di metabolizzare la diaspora renziana. E anche la novità del governo M5S-Pd-Leu, che non gli piace. Ma tra un po’ dovrà prendere la parola. A Chiusi è l’unico soggetto politico in campo. L’unico che parla. Per tre anni ha surrogato anche l’assenza sistematica del Pd e del Psi.  Coi 5 Stelle ha già detto che non vuole dialogare. Ma con gli altri? Con i Podemos e con la sinistra diffusa, dispersa, orfana, scappata di casa, che intende fare?

Oggi si metta comodo, si beva un calvados, come Maigret, o un buon rhum cubano (che evoca atmosfere positive e rivoluzionarie), rifletta senza angosciarsi in tutta coscienza e tranquillità, poi con calma prenda il toro per le corna e dica cosa ha in mente per il 2021. “Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo assistito ad un imbarbarimento della politica senza precedenti ed è per questo che, indipendentemente dalla casa, l’obiettivo del popolo di sinistra deve essere proprio quello di affrontare, con le armi della gentilezza, una profonda battaglia all’odio e alla violenza nelle parole e nei fatti”, scrive in un  post sul suo profilo facebok che conferma quanto detto alla conferenza stampa di questa mattina. Ok la gentilezza, ok la contrapposizione alla politica dell’odio e della paura… Ma per affrontare e vincere le elezioni (e per governare una città) occorrono anche un progetto politico, delle alleanze.

Oggi forse Bettollini, pur amareggiato e deluso sia da Renzi che da Zingaretti, a livello locale si sente abbastanza forte da solo. Ma in due anni può cambiare il mondo. In un battibaleno è cambiato per Renzi e per Salvini… Quindi, a mente sgombra, non abbia paura di cercare compagni di viaggio, anche in territori inesplorati,  sia per l’ultima parte di legislatura sia per quella che verrà… E la parola compagni non l’abbiamo scritta a caso.

Marco Lorenzoni

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