CHIUSI: “SALVATE IL SOLDATO SARA!” BETTOLLINI DIFENDE IL SUO ASSESSORE E CON IL PRESIDE E’ SEMPRE PIU’ GUERRA

domenica 14th, luglio 2019 / 15:10
CHIUSI: “SALVATE IL SOLDATO SARA!” BETTOLLINI DIFENDE IL SUO ASSESSORE E CON IL PRESIDE E’ SEMPRE PIU’ GUERRA
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CHIUSI – “A la guerre comme à la guerre” dicono i francesi. E in guerra quando un soldato si trova in trincea sotto il fuoco nemico il suo capitano (se non è uno stronzo) fa di tutto per tirarlo fuori dai guai. Salvate il soldato Sara! Questo deve aver pensato il sindaco di Chiusi Juri Bettollini,  il quale – dopo aver ufficialmente e formalmente diffidato il preside a procedere con le modifiche di orario e sulla formazione delle classi prime, quando il preside ha attaccato l’assessore Sara Marchini, accusandola di aver scritto nel proprio comunicato cose inesatte e addirittura false -è uscito dall’ufficialità e ha difeso personalmente la sua giovane assessora. Lo ha fatto come avrebbe fatto un sergente, non un generale. Lo ha fatto come un sergente che sa di poter contare solo sulle sue forze, che dietro, nelle retrovie non c’è più niente in cui sperare. Un tempo a difendere l’assessore Marchini dall’attacco del preside sarebbe sceso in campo il partito. Con il segretario locale, con una nota del direttivo e anche con un intervento della Federazione. Adesso niente. Partito assente su tutta la linea, dileguato, disperso, colpevolmente silente. E Bettolini costretto a buttarsi di persona nella mischia con l’elmetto in testa e il mitra in mano, pronto a sparare all’impazzata, per salvaguardare la sua pattuglia.

In un post sul suo profilo facebook, il sindaco non solo ha difeso Sara Marchini, ma ha rispedito al mittente le accuse di bugiarderia e ha accusato a sua volta di bugiarderia il Dirigente scolastico. Ma non solo di bugiarderia, anche di una gestione personalistica e burocratica della scuola.

Come Veltroni ai tempi della sfida con Berlusconi, nel suo post Bettollini non nomina mai il preside, limitandosi a chiamarlo “questo Dirigente reggente”. Dopo la diffida formale (inviata al Prefetto), la nuova esternazione del sindaco chiude ogni possibilità di confronto sereno, come richiesto e auspicato dai Podemos, ad esempio, Ma Bettolini nel suo post parla di incontri disertati, di accordi rimessi unilateralmente in discussione, del tentativo del preside di riunire e mettergli contro le opposizioni…  Posizioni lontane, inconciliabili. Senza spazi di manovra per una qualche “conciliazione”. Il tavolo di confronto con queste premesse non sta in piedi.

E a giudicare dalle reazioni  sui social, un effetto l’uscita personale di Bettollini sembra averlo generato: molti genitori, soprattutto quelli interessati, cioè con i figli iscritti alla prima casse elementare, sono usciti dal bosco e hanno confermato la versione Bettollini, esponendosi in prima persona, cosa che non avevano ancora fatto, a difesa della prima classe a Chiusi Città e quindi della sopravvivenza del plesso scolastico nel centro storico. Adesso si sentono protetti, tutelati. Quantomeno in buona compagnia.

Si può discutere e si possono non approvare o condividere i toni e le modalità degli interventi bettolliniani su questa vicenda, ma le sue posizioni ci sembrano sincere. Forse estemporanee, poco “politicamente corrette”, ma sincere.

E quando dice che l’obiettivo primario è salvare la prima e la scuola a Chiusi città ha ragione. Nessun dirigente scolastico può trincerarsi dietro lo schermo dei numeri per avallare o decretare una decisione che di fatto sopprime l’una e mette in discussione l’altra.  Chiusi città non è una frazione sperduta e non può rischiare la chiusura della scuola elementare.

Poi Bettolini, forse con toni un po’ esasperati, ma non senza ragioni, sostiene un’altra cosa e cioè il diritto ad una scuola pubblica accessibile a tutti in condizioni di parità, quindi la necessità di un trasporto pubblico degli alunni che possa garantire tutto ciò. Da questo aspetto non secondario è partita la diatriba sulla settimana corta e il tempo pieno. Ma prima della sperimentazione e delle innovazioni viene il diritto all’accessibilità e la sopravvivenza della scuola laddove c’è da sempre.

Su questo, noi siamo d’accordo con Bettollini. E siamo d’accorso con lui quando dice (lo dicevamo anche noi) che con oltre 60 iscritti complessivamente alla prima elementare, di classi ce ne scapperebbero anche 4 e non solo 3, quindi non può essere un problema insormontabile quello di garantire una prima anche nel centro storico. Il Dirigente scolastico ha fatto il contrario. I genitori intervenuti lo confermano. Questo è stato un errore clamoroso. Una forzatura, nella migliore delle ipotesi.

Nel nostro piccolo e per quello che può valere e incidere, rivolgiamo anche noi un appello ai genitori di Chiusi Scalo, ma anche  di Pozzarelli, Rione Carducci, Montallese ecc. affinché prendano in esame la possibilità di iscrivere il figlio/figlia alla scuola di Chiusi città, in modo che la prima si possa formare e si salvi il plesso scolastico. Ne bastano 4 o 5… E’ una cosa che è stata fatta tante volte in passato…

Quanto alla diatriba e alla guerra aperta preside-sindaco, crediamo che al punto in cui siamo, per il bene delle persone interessate, della scuola e della città le soluzioni sul tappeto siano poche. Una potrebbe essere il trasferimento del Dirigente Scolastico in un’altra città. Non perderebbe il posto e troverebbe un ambiente meno ostile. Che però non è ostile per caso, ma per ragioni precise e i commenti dei genitori sotto al post del sindaco lo dimostrano.  Chi invece sta con il preside o osteggia il sindaco Bettolini può cominciare a preparare una alternativa. Tra meno di due anni, nel 2021, si voterà per le Comunali, Bettollini ha detto che lui ci sarà, ma può essere mandato a casa. Lui e il Pd. Come è successo a Chianciano, a Città della Pieve, a Orvieto e a Fabro…

Questa vicenda della scuola però va messa “al pulito” al più presto e soprattutto Chiusi non può permettersi per motivi culturali, storici e sociali di perdere le elementari nel centro storico. E con oltre 60 iscritti alla prima classe non può essere un problema. Se è un’impuntatura per dimostrare chi ce l’ha più duro va smontata.

m.l.

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