UMBRIA, IL VOTO DELLA VERGOGNA: CATIUSCIA MARINI E I SUOI CONSIGLIERI “SUICIDANO” IL PD E IL CENTRO SINISTRA

domenica 19th, maggio 2019 / 18:40
UMBRIA, IL VOTO DELLA VERGOGNA: CATIUSCIA MARINI E I SUOI CONSIGLIERI “SUICIDANO” IL PD  E IL CENTRO SINISTRA
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PERUGIA – Tutta l’Umbria e tutta la sinistra umbra erano già scosse e duramente provate dallo scandalo che ha portato un mese fa all’arresto del segretario del Pd Bocci, dell’assessore Barberini e di alcuni funzionari alti in grado dell’Azienda sanitaria e all’iscrizione nel registro degli indagati della governatrice Catiuscia Marini. Tanto che la stessa Marini aveva rassegnato le sue dimissioni. Solo che ieri il Pd ci ha messo sopra un carico da 11. Il Consiglio regionale, chiamato a discutere e a ratificare le dimissioni della presidente, ha votato una mozione del Pd, contraria alle dimissioni: 11 voti a favore e 8 contro. Anche Catiuscia Marini ha votato a favore della mozione, cioè contro le sue dimissioni. Roba da teatro dell’assurdo. O da Repubblica delle Banane. Andate a male, peraltro.  In sostanza il Pd ha deciso di “salvare la legislatura” evitando, per ora, il voto ad ottobre, lasciando la governatrice al suo posto. Con buona pace di chi aveva chiesto, auspicato, implorato, evocato un passo indietro, una bagno di umiltà. E con buona pace del “commissario” Walter Verini nominato da Zingaretti alla guida del Pd dopo che Bocci era finito ai domiciliari. Niente. Il Pd umbro nonostante la linea Verini fosse per le dimissioni, ha deciso il contrario. In sostanza i consiglieri regionali Pd si sono attaccati, abbarbicati alla poltrona… ma hanno fatto come il topo che per assicurarsi il pezzo di formaggio, rimane incollato alla trappola e muore.  Mentre però il topo cade in un tranello tesogli da altri,  i consiglieri Pd hanno deciso loro di suicidarsi incollandosi alla poltrona. Stavolta hanno usato una colla letale. Perché il voto di ieri è già diventato il “voto della vergogna”. La motivazione addotta è che sì, c’è stato uno scandalo relativo alla gestione dei con corsi nella sanità, ma la sanità umbra non è da buttar via e come la tradizione di governo della Regione. Quindi prima di buttare a mare la legislatura meglio fare quadrato. Una cazzata immane. E’ la fine di Hitler nel bunker di Berlino… La piccola casta umbra che si asserraglia nel fortino e prova a resistere e ad assicurarsi un’altra annata di lauto stipendio, che con il voto in autunno sarebbe stata un’annata più breve… Questa sembra l’unica vera e unica ragione. La più plausibile. Altre non ce ne sono.

Ma è un suicidio collettivo. Ed è una cazzata immane, non tanto per il dietrofront, e la sconfessione dei tanti dirigenti e militanti che chiedevano un passo indietro. Ma perché adesso con questa mossa del cavallo Catiuscia Marini e i consiglieri regionali che l’hanno salvata, hanno di fatto consegnato la Regione Umbria alla Lega, che in quanto a scandali e gestioni disinvolta del potere, laddove governa non è molto meglio del Pd. Ed hanno anche esposto a rischio di sconfitta, tutte le liste di centro sinistra in lizza nei comuni in cui si vota il 26 maggio. Da Perugia a comuni grandi e piccoli.

Marini & C. hanno gettato un macigno sulle campagne elettorali di Matteo Burico a Castiglione del Lago, Cherubini a Panicale, Simona Fabbrizzi a Città della Pieve… Per parlare solo di quelli del territorio di nostra competenza. E hanno messo in difficoltà, oggettiva, tutti coloro che, anche fuori dall’Umbria, si sono spesi e si stanno spendendo per ricostruire e rilanciare il Pd su basi diverse da quelle della sbornia renziana, come il sindaco di Chiusi Bettollini che ha partecipato attivamente a iniziative insieme a Simona Fabbrizzi e Matteo Burico, per dare loro una mano, ma anche per affermare la necessità di politiche di area più proficue, più sinergiche, più solide, soprattutto nelle aree di confine.

Fossimo nei panni dei candidati del centro sinistra nei vari comuni, nei panni dei vari Bettolini sparsi nel territorio, andremmo a cercare a casa Catiuscia Marini e i suoi sodali, per dirgliene quattro. Anche cinque o sei…  La Lega e la destra post missina si fregano le mani. Hanno avuto un regalo insperato e preparano l’assalto finale al Palazzo d’Inverno ormai vuoto. Troveranno scarsa resistenza…  E anche nei territori avranno una carta in più da giocare: potranno esibire ai quattro venti il topo attaccato alla trappola con le zampe sul formaggio…

E sarà dura per i giovani candidati, per le facce nuove del Pd e del centro sinistra, dimostrare che loro con quel sistema, con il voto della vergogna non c’entrano niente. La gente fa equazioni semplici. I 5 Stelle, quelli di “onestà, onestà”, hanno lasciato campo libero alla Lega, si sono dileguati, dai territori, anche laddove erano presenti con consiglieri comunali sono spariti, lo hanno deciso scientemente, a tavolino, privando gli elettori di una possibile alternativa meno truculenta della Lega e della Destra.

Certo, su social si è scatenata a bagarre, molti anche tra dirigenti, amministratori locali uscenti o in lizza per le elezioni hanno gridato la loro rabbia. Lo ha fatto il segretario Pd di Città della Pieve Mario fattorini lo ha fatto il vicesindaco uscente Cannoni, lo ha fatto Matteo Burico, lo hanno fatto in tanti a Castiglione del Lago, a Città della Pieve, a Magione. Ma sembrano quasi grida disperate. Prima con lo scandalo sui concorsi, adesso con quel voto in Consiglio Regionale, Catiuscia Marini e i suoi consiglieri hanno dato un colpo mortale all’immagine e anche al futuro del Pd e del centro sinistra. Abbiamo parlato di suicidio. Sì, ma non si sono suicidati solo loro. Hanno suicidato un partito intero, una Regione e molti candidati e liste in corsa per il 26 maggio. Hanno suicidato il loro popolo, peggio di Nerone. Lui almeno diede fuoco a Roma per dare la colpa ad altri. Marini & c. a chi daranno la colpa? E Zingaretti se non vorrà essere travolto pure lui qualche cosa la dovrà pur dire. E fare. Senza troppi giri di parole.

m.l.

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