OGGI LE PRIMARIE PD. SI VOTA FINO ALLE 20 PER ELEGGERE IL SEGRETARIO NAZIONALE

domenica 03rd, marzo 2019 / 12:30
OGGI LE PRIMARIE PD. SI VOTA FINO ALLE 20 PER ELEGGERE IL SEGRETARIO NAZIONALE
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Oggi, domenica 3 marzo, si tengono le primarie del Pd per eleggere il segretario del partito. Seggi aperti presso i circoli. O, in qualche realtà, presso i gazebo allestiti per l’occasione. In provincia di Siena niente gazebo. Solo Circoli o sedi apposite scelte dal partito.In lizza come è noto tre candidati: Maurizio Martina, Nicola Zingaretti e Roberto Giachetti (i tre più votati nelle consultazione degli iscritti fatta a gennaio). Sarà eletto segretario il candidato che otterrà il 50% + 1 dei voti. Se nessuno raggiunge tale quota, i due più votati se la vedranno in una sorta di ballottaggio, in sede di assemblea nazionale, il 17 marzo.

Le primarie Pd sono “aperti” come ormai da tradizione. Per votare basta presentarsi al seggio con un documento di identità e la tessera elettorale. Si vota dalle 8,00 alle 20,00.

In provincia di Siena il segretario Valenti si  epsresso a favore di Zingaretti. E così altri dirigenti, sindaci e amministratori, come i chiusini Bettollini e Micheletti, il chiancianese Fallarino, la sancascianese Carletti, Edo Zacchei a Sinalunga…

Stefano Scaramelli che ha organizzato un pullman per la presentazione del libro di Renzi a Firenze, non si è schierato apertamente (un po’ come Renzi), lo ha fatto invece a sa “portavoce” Elisa Manieri che ha dichiarato il proprio sostegno a Giachetti (il candidato renziano dei tre). Non solo: Elisa Manieri, che non ha incarichi di partito e sembra mandata avanti in avanscoperta, non ha lesinato critiche  a battute acide agli ex renziani che si sono schierati per Zingaretti, abbandonando il carro di Matteo. Ogni riferimento a Bettollini e Micheletti non è puramente casuale.

In Umbria la situazione è un po’ diversa. Anna Ascani che è in ticket con Giachetti è di Umbertide e nella regione ha un suo pubblico di fedelissimi. A Moiano, ex roccafote Pci-Pds, c’è una “sacca” a favore di Martina.

E se i renziani sembrano avere il dente avvelenato e guardano con fastidio alle primarie di oggi (forse perché sentono che possono segnare la fine della loro stagione), dallo schieramento pro-Zigaretti che comunque nel territorio è in vantaggi, si tiene a favorire un clima “unitario”, che privilegi la partecipazione rispetto alle divisioni: “Oggi ci sono le primarie del Partito Democratico per la scelta del Segretario Nazionale, lasciamo quindi le polemiche alle spalle. Alle #primarie non si vince né si perde, ma si partecipa per il bene della nostra comunità e della democrazia”, così scrive ad esempio il sindaco di Chiusi Bettollini.

Da notare gli appelli a partecipare alle primarie Pd, anche da parte di esponenti e figure della sinistra che dal Pd si sono staccate negli anni scorsi e anche da parte di dirigenti di altre forze del centrosinistra, che considerano un Pd derenzizzato una condizione essenziale per riprendere un dialogo e una strada comune.

In effetti – piaccia o non piaccia il Pd – è indubbio che qualsiasi ragionamento intorno alla ripresa della sinistra non possa prescindere da ciò che è e sarà il Pd. Gli altri, compresi Leu, Mdp, Potere al Popolo sono rimaste formazioni con un consenso da prefisso telefonico. Le primarie Pd sono insomma un’occasione. In passato sono state utilizzate per lanciare campagne di rottamazione e per far decollare personaggi come Renzi, anche con i voti di persone e settori “esterni” al Pd. E’ singolare che oggi siano proprio i renziani a sollevare il problema del possibile “inquinamento” e condizionamento del voto delle primarie da parte di forze esterne.

E’ vero che si vota per eleggere il segretario di un partito. E il segretario del partito dovrebbero eleggerlo gli iscritti a quel partito, no gli “esterni” o gli estranei, ma lo statuto Pd prevede le Primarie aperte. Come segnale di apertura alla società, come momento di partecipazione e di condivisione. Vedremo quanta gente voterà, quanti raccoglieranno l’appello. Per il Pd conterà ovviamente il risultato, cioè il nome del segretario che uscirà dalle urne, ma conterà anche il numero dei votanti. Quello alla fine sarà il segnale vero.

 

 

 

 

 

 

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