QUANDO GLI AMICI E COMPAGNI DI UNA VITA DIVENTANO “PASDARAN”

mercoledì 06th, febbraio 2019 / 12:11
QUANDO GLI AMICI E COMPAGNI DI UNA VITA DIVENTANO “PASDARAN”
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CHIUSI – Sono passati 40 anni da quando sentii pronunciare per la prima volta la parola “pasdaran”. Erano i giorni della Rivoluzione Komeinista in Iran. Il popolo che rovesciava il regime dello Scià e si affidava ad un anziano ayatollah e all’integralismo islamico. I pasdaran erano i “guardiani della rivoluzione”, le truppe scelte, i più fanatici sostenitori del nuovo regime… Da allora la parola pasdaran è diventata di uso comune anche in occidente, per definire “i fedelissimi” di qualcuno, di un leader, di un partito, di un movimento… Su Primapagina ad esempio la usammo per definire un gruppo di militanti del Pds, che ai tempi di Ceccobao sindaco di Chiusi, faceva quadrato ogni volta che qualcuno provava, anche sommessamente, a criticare. Poi alcuni di quei pasdaran di Ceccobao li abbiamo ritrovati al nostro fianco, successivamente, nella Primavera. Alcuni anche nei Podemos. Il tempo cambia la percezione delle cose evidentemente.

A dirla tutta “i pasdaran” anche qui da noi ci sono sempre stati. C’erano nel Pci. Erano quelli sempre fedeli alla linea, qualunque fosse la linea. Erano quelli che stavano sempre coi vertici della Federazione, contro chiunque provasse a dissentire. C’erano nel Psi ai tempi dell’On. Scricciolo. Con la differenza che lì qualcuno faceva il pasdaran anche per convenienza e per il posto di lavoro che Scricciolo da uomo di potere quale era elargiva a piene mani ai suoi vassalli, valvassini e valvassori. Diceva lui che lo faceva a fin di bene, per sistemare le persone, e anche per rafforzare il partito creando un esercito di beneficiati nei secoli fedeli. Poi si capiì (e lo capì anche Scricciolo) che la fedeltà e soprattutto la riconoscenza dura poco, ha una scadenza, come le mozzarelle. Usammo la parola “pasdaran” per definire gli integralisti cattolici che mandavano lettere anonime e facevano la “fronda” al vescovo di Montepulciano, Chiusi e Pienza Rodolfo Cetoloni, considerato “un comunista in abito talare”. 

Questa storia dei pasdaran sempre pronti a difendere il verbo del potere e a rintuzzare ogni “deviazione” però sembrava una cosa di quei tempi lì… roba da vecchi partiti ormai morti e sepolti.

Roba che nella politica deideologizzata e pragmatica di oggi, pensavo (pensavamo), non potesse avere cittadinanza. E invece ecco che nel movimento più nuovo, moderno, trasversale e meno ideologico che ci sia mai stato…  i “pasdaran” non sono solo le truppe scelte. Sono la massa. Nei 5 Stelle sono tutti pasdaran. Dai parlamentari che non  sanno parlare l’italiano (peggio di Razzi) ai rappresentanti locali, tutti, nessuno escluso sono lì, pronti a saltare addosso con improperi e accuse (generiche per lo più) a chiunque ne critichi l’azione, ne rilevi una omissione o un cedimento, a chiunque chieda loro di spiegare cosa intendano fare.

E’ successo anche ieri, in seguito ad un nostro articolo sulle amministrative a Montepulciano, nel quale ci chiedevamo cosa faranno  5 Stelle, se presenteranno una loro lista oppure daranno forfait come a Siena nel 2018, per favorire la Lega…  La contraerea si è subito dispiegata definendo le congetture giornalistiche fantasie, imprecisioni, falsità… non uno che avesse detto quale sarà la posizione del Movimento a Montepulciano e negli altri comuni che andranno alle urne a primavera.

Io sono cresciuto nelle sezioni del Pci, ma sono sempre stato un animale di minoranza, quasi sempre controvento e contromano. Stavo nel Pci, ma non è che del Pci mi andasse tutto bene, anzi… Ed eravamo parecchi a pensarla così.

Oggi, vedere amici e compagni di una vita, cresciuti e invecchiati anche loro con quella cultura di fondo da minoranza critica, diciamo di stampo gramsciano, diventare  dei pasdaran (nella fattispecie dei 5 Stelle, ma se fossero di Renzi sarebbe uguale)  mi fa davvero specie. Mi lascia fortemente perplesso. Non tanto il fatto di vedere nei 5 Stelle una possibilità, una alternativa, un passo avanti, quello ci sta. Del resto la sinistra ha fatto disastri e si è suicidata da sola. E’ il fatto di esserne dei pasdaran che stona, che non torna, che cancella di colpo 40 anni e passa di storia personale e collettiva. Possibile che a questi amici non venga il dubbio (anche minimo) che difendere Salvini perché è nel “pacchetto” con Di Maio e attaccare Mimmo Lucano o le Ong sia una cazzata? Possibile che dopo tanti anni passati insieme a ragionare sull’informazione libera, non venga il dubbio che dare dei bugiardi o dei venduti o nella migliore delle ipotesi dei “fantasiosi” ai giornalisti, sia un’altra cazzata? Possibile che amici e compagni da sempre atei o agnostici (per cultura, non per pigrizia), mai stati integralisti, che sorridevano al “non avrai altro Dio all’infuori di me” dei cattolici, adesso “non hanno altro Dio all’infuori di Grillo e Casaleggio”? Possibile che gli vada bene tutto: dagli strafalcioni, alle marce indietro, dalle omissioni ai cambi di direzione, dalle posizioni antiscientifiche alla deriva sovranista.

Per loro il, problema è sempre uno e uno soltanto: il Pd e i danni che ha fatto. Anche adesso che il Pd è ridotto a partitino residuale di terza fascia.

Io non sono mai stato filogovernativo, per costituzione, neanche ai tempi dei governi Prodi e D’Alema. E neanche questi amici lo sono mai stati. Lo sono diventati adesso. Ora sono filogovernativi (anzi governativi) come lo erano i democristiani ai tempi di Scelba, Fanfani e Rumor, i socialisti ai tempi di Craxi, i berlusconiani ai tempi di Berlusconi e i renziani ai tempi di Renzi. Tralascio Mussolini, ma anche allora…

Da animali di minoranza, sono diventati in poco tempo guardiani della rivoluzione, maggioranza silenziosa e truppe scelte nello stesso tempo. Fedeli alla linea, con dedizione e devozione piena alla causa e sprezzo del pericolo, sono sempre al pezzo (la contraerea di cui sopra), pronti a ribadire il concetto con raffiche di commenti. Ccon il solito mantra: e allora il Pd?

Chi sono questi amici? loro lo sanno e i lettori possono intuire. Basta anche leggere i commenti agli articoli di primapagina sul sito e sui social.

Che i 5 Stelle sarebbero diventati maggioranza nel paese era quasi scontato e prevedibile, che persone di sinistra, deluse e incazzate, potessero cambiare partito e anche idea, lo potevi mettere nel conto. Che questi amici di una vita diventassero dei veri e propri pasdaran, no. Questo io almeno non l’avevo previsto.  Perché quello del pasdaran è un mestiere che si addice ad altre figure, a gente che non si fa molte domande e che ragiona per slogan, non a chi per decenni ha ragionato, argomentato, litigato per affermare la necessità e l’importanza del senso critico, del dissenso, del confronto.

Non so quanto durerà l Governo giallo-verde. Non so quanto dureranno i 5 Stelle (potrebbero avere un brusco risveglio già alle europee e alle amministrative di Primavera). E se qua e là qualche crepa si apre, qualche certezza comincia a vacillare, i miei amici diventati pasdaran li vedo ancora allineati e coperti con fede incrollabile e mitraglia in mano, più degli stessi rappresentanti ufficiali del Movimento, spesso più cauti..

So già cosa risponderanno alcuni: e allora tu che adesso fai il tifo per Bettollini? C’è differenza amici. Anzi ce n’è più d’una: a) Bettollini non è alleato di Salvini e dei fascioleghisti; b) nel Pd ha via via cambiato atteggiamento e posizioni, spostandosi sempre più marcatamente verso sinistra e prendendo le distanze dal suo stesso passato (che è recente); c) nel territorio si sta muovendo discretamente e con qualche risultato; d) il mio (e di primapagina) non è un appoggio acritico e definitivo a Bettollini, se mai è il riconoscimento e l’apprezzamento di alcuni passi nella direzione giusta, tenendo sempre la guardia alta, come Gramsci ci ha insegnato a fare… E credo che l’opposizione di sinistra al Comune di Chiusi dovrebbe fare delle valutazioni su questi aspetti.

Comunque, detto questo, anche fare il pasdaran non è reato. Ci mancherebbe. E’ una scelta che non mi piace e non mi convince, una scelta che non farei mai. In ogni caso, amici come prima. Ne riparleremo, se mai, più avanti, sperando che vengano tempi migliori.

Marco Lorenzoni

 

 

 

 

 

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