CITTA’ DELLA PIEVE, EX SEGRETARIO PDS IN CORSA CONTRO IL PD: FAUSTO RISINI CANDIDATO SINDACO DEL LISTONE CON DESTRA E 5 STELLE

lunedì 18th, febbraio 2019 / 17:28
CITTA’ DELLA PIEVE,  EX SEGRETARIO PDS IN CORSA CONTRO IL PD:  FAUSTO RISINI CANDIDATO SINDACO DEL LISTONE CON DESTRA E 5 STELLE
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CITTA’ DELLA PIEVE – Novità in vista nella città del Perugino sul fronte delle candidature per le amministrative. Da qualche ora circola con insistenza un nome nuovo. Nel senso che non era ancora mai uscito, anche se il personaggio nuovo nuovo non è. Di sicuro è un nome “pesante”. Uno di quelli che gettati sul tavolo possono anche rompere il tavolo. Il nome è quello di Fausto Risini, 60 anni suonati, ma fisico asciutto. Maratoneta incallito e appassionato,  ex funzionario della Asl. Quindi figura che potrebbe sapersi districare nelle questioni sanitarie. Ma soprattutto Risini è stato segretario del Pds, prima che diventasse Pd. Una figura della sinistra pievese, quando ancora la sinistra era riconoscibile.

Un colpo di teatro, insomma. Soprattutto per il fatto che non sarebbe candidato con il Pd, ma con il listone civico “tutti contro il Pd” o qualcosa del genere. Sì perché a sostenere la candidatura Risini, che avrebbe già detto di sì, ci sarebbero la Lega, il resto del centro destra che non si presenterebbe con una lista propria, più i 5 Stelle e buona parte almeno dei 26 del “manifesto” uscito de settimane fa, compresa la pattuglia più strettamente legata all’area socialista, impersonata da Chiara Lucacchioni.

La destra tenterebbe l’assalto al palazzo d’Inverno con una figura sottratta al campo avverso, una figura che – si pensa – potrebbe attrarre voti anche nell’area della sinistra e toglierli dunque al Pd e ai suoi alleati, ammesso che il Pd li trovi, gli alleati.

Fausto Risini è abituato, da buon maratoneta alle corse lunghe. Sa che bisogna dosare la fatica e le energie. E avere scarpe adatte. Se no al traguardo non ci arrivi. E’ stato segretario del Pds, è vero, ma ormai è passato tanto tempo, da diversi anni è fuori dalla politica attiva e con il gruppo dirigente del Pd non sembra aver avuto e avere grandi rapporti. Anzi, una scelta del genere, se è vero che ha detto sì all’operazione listone civico, presuppone, forse, anche un tantino di “dente avvelenato” con i suoi vecchi compagni.  Magari per il fatto che non hanno mai pensato a lui come candidato a sindaco.

Non può essere sufficiente la voglia di dare una mano alla propria città. Quando ci si espone, mettendosi di traverso rispetto alla propria parte, mettendoci la faccia, il rischio di prendersi del traditore è il minimo che possa capitare. E in politica non c’è niente di peggio che essere tacciati di tradimento. Di essere accusati di “intelligenza con il nemico”.

Fausto Risini non è un ragazzotto alle prime armi, avrà calcolato il rischio. E i contraccolpi. Certo, di voti al Pd ne può portare via. Quanti non si sa. Un po’ sì, di sicuro, soprattutto se il Pd si presenterà con una candidatura “di bandiera”, magari con un giovanotto alle primissime armi…

Però – ecco le controindicazioni – è storicamente e scientificamente provato che alle elezioni gli “ex” e i “transfughi” non vincono mai. Deve accadere qualcosa di clamoroso, tipo un suicidio della parte di provenienza.

Questo Risini, che non è di primo pelo, dovrebbe saperlo. E lo lo sa. Candidarsi in una lista appoggiata (sia pure dall’esterno o sottobanco) dalla Lega e dalla Destra non lo favorirà.  Anzi per lu può diventare un boomerang. Così come la candidatura Risini può diventare un boomerang per la destra sovranista e anticomunista.

Molto, a questo punto, dipenderà dal Pd. Da come si muoverà, da quali nomi e quali idee riuscirà a mettere in campo. Nelle ultime ore sembra prendere quota la candidatura di Michele Croce, più di quella di Marco Cannoni. Il motivo è semplice: il Pd vuol chiudere la parentesi Scricciolo, dimostrando a tutti di averla chiusa, senza strascichi, senza scie di continuità, come sarebbe, ovviamente Cannoni, che ne era il Vice.  Per cui meglio un nome del tutto nuovo. E Croce, essendo stato candidato nel 2014 con Pieve di Tutti, potrebbe essere anche un trait d’union con quell’esperienza (e con Maria Luisa Meo, per essere più precisi). Nei prossimi giorni, da domani a sabato, il Pd si incontrerà  – pare – con Rifondazione e con Sinistra Italiana, che però in loco sono ormai poca cosa… L’obiettivo è quello di riportare all’ovile una parte di elettorato che alle politiche ha votato 5 Stelle o direttamente Salvini. E soprattutto quello di ricostruire una fronte a sinistra, un argine all’onda leghista.

A Pienza, nel 2009 una lista civica capeggiata da un esponente di sinistra, ma appoggiata anche dal centro destra che decise di non presentarsi,  mandò il Pd all’opposizione, e nel 2014 rivinse le elezioni… A Città della Pieve può succedere la stessa cosa. Lo dicono i numeri. Ma solo se il Pd deciderà di suicidarsi e se prevarrà, nell’elettorato la voglia del “mandiamoli a casa”, a prescindere poi dalla capacità di governare.  Il listone civico che potrebbe essere capeggiato da Risini sarebbe civico solo sulla carta. In realtà sarebbe una lista politica eterogenea e trasversale, ma soprattutto revanscista. Una lista degli “scontenti”, di quelli con il dente avvelenato, di quelli che pur di cambiare  bandiera in Comune sono pronti a a sacrificare la propria e ad affidarsi ad un ex avversario, conosciuto e riconoscibile come tale.

Sulla carta sembra tutto molto facile: Risini come Cavallo di Troia per spaccare la sinistra già frantumata e ai minimi termini e darle il colpo di grazia, con l’appoggio della destra. Quella nuova targata Lega e 5 Stelle e quella storica di Berna e Rampi. Ma alle elezioni nulla è mai scontato. E quello che sembra facile il più delle volte si rivela maledettamente complicato.

Intanto però, la candidatura Risini in un listone anti Pd sarebbe già un punto fermo. E non da poco.

m.l.

 

 

 

 

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