BETTOLLINI AL GIRO DI BOA: DALLO STILE RENZI A QUELLO DI FIDEL CASTRO…

martedì 29th, gennaio 2019 / 15:22
BETTOLLINI AL GIRO DI BOA: DALLO STILE RENZI A QUELLO DI FIDEL CASTRO…
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CHIUSI – Il sindaco Bettollini ha voluto celebrare e sottolineare il “giro di boa”, la fine del girone d’andata del suo mandato elettorale. Ha voluto farlo “alla vecchia maniera” (parole sue), incontrando il proprio popolo. Faccia a faccia, non solo sui social, magari con una diretta facebook di quelle che a lui piacciono molto.  Ha voluto farlo non in quanto sindaco, ma davanti alle bandiere del Pd, insieme ad altri esponenti del partito: dal segretario locale Cimarelli, alla segretaria regionale Simona Bonafè, dal segretario Provinciale Andrea Valenti al consigliere regionale e predecessore Stefano Scaramelli. Una “rimpatriata”, per spiegare e raccontare le cose fatte in questi due anni e mezzo di legislatura, quelle avviate o messe in cantiere e anche quelle in programma a più lunga scadenza.

E davanti ad una platea insolita, perché 150 persone, di lunedì sera, a gennaio, sono una cosa che si vede raramente di questi tempi, ha raccontato con l’aiuto di diapositive e filmati tutto ciò che è stato realizzato e quello che l’amministrazione farà nel 2019: dal primo intervento sulla strada di Poggio Gallina, al rifacimento di via Oslavia, dal semaforo ai 4 Poderi, al nuovo Palasport, dall’ammodernamento del campo sportivo all’eliminazione della plastica dalle feste popolari e dalla mensa scolastica dello Scalo, dalle casine dell’acqua e dell’olio all’avvio dei lavori per il ripristino della frana sulla 146, fino all’ammodernamento della stazione Fs fatto da RFI che consentirà l’aggancio all’alta velocità …  Ha parlato Bettollini del progetto Acea nell’area del Centro Carni ribadendo che non si tratta di costruire inceneritori, ciminiere, termovalorizzatori o depositi di rifiuti, ma un impianto per trasformare i fanghi di depurazione in “materia prima seconda”, cioè in prodotto riutilizzabile secondo il principio dell’economia circolare, e ciò senza bruciare alcunché, oltre alla demolizione e ammodernamento del depuratore già presente nell’area, che tra l’altro serve a smaltire parte dei reflui fognari di Chiusi Scalo. 

Ha parlato, con soddisfazione, dell’imminente avvio dei lavori per la realizzazione di una grande vasca di contenimento a monte dell’area Fornace, opera che non solo metterà in sicurezza l’abitato dello Scalo dal rischio esondazione del canale Montelungo (che tante volte in passato ha fatto danni), ma farà cadere l’ultimo vincolo, quindi l’ultimo alibi, per poter intervenire nell’area della ex fornace e pure nell’area ex Della Ciana in via Manzoni. Ha annunciato l’avvio a breve dei lavori di rifacimento di via Piave e via Montegrappa, con “sondaggio” della popolazione sul rifacimento della piazzetta Garibaldi sempre allo Scalo; del Parco dei Forti e degli antichi lavatoi a Chiusi città. Ha gettato sul piatto anche l’idea, tutta da verificare, di realizzare una piscina a fianco del nuovo Palasport, davanti alla porzione di tribuna rimasta fuori dalla copertura. Ha ricordato l’impegno sul terreno della memoria, la linea intransigente dell’amministrazione sui temi dell’antifascismo, ha annunciato la Festa della Costituzione dell’ANPI a Chiusi per la prossima primavera (nel 2018 si tenne a Monticchiello). Ha inoltre ribadito la volontà di tenere la barra a sinistra, anche sul piano culturale, rivendicando come opportuni anche alcuni spettacoli messi in scena al Mascagni, sui temi de migranti, degli ultimi, della shoa e sulla necessità di non ricadere in certe tentazioni…

Ha sottolineato, Bettollini, il lavoro degli assessori e anche certe battaglie comuni con le forze di opposizione (in particolare coi 5 Stelle) ad esempio sul tema dei rifiuti e  sulla gestione di Sei Toscana, sulla quale è stato ancora una volta duro e “controvento” rispetto anche ad altri sindaci e ai vertici del Pd.

Di fronte alla sua gente, ad una platea che rappresentava al 100% il blocco sociale che lo votò nel 2016 (lo zoccolo duro del Pd, ma anche parte della borghesia imprenditoriale e delle professioni), Bettollini non ha ecceduto, né ceduto alla propaganda a buon mercato. Ha parlato molto, ma non ha fatto l’uomo solo al comando. E neanche il ‘ghe pensi mi’, come faceva agli esordi… Non si è detto bravo da solo.

E ha definitivamente “rottamato” la stagione del renzismo di cui pure è stato parte integrante. Rispetto ad una “affabulazione” molto american style, tipica del Renzi dei tempi d’oro e fatta di parole chiave e slogan studiati a tavolino e mirati con precisione chirurgica, ieri sera il sindaco di Chiusi ha rispolverato la tecnica delle “relazioni fiume”, come nei congressi del vecchio Pci. Dallo stile Renzi è passato direttamente allo stile Fidel Castro.  Ha parlato ininterrottamente per 2 ore e mezza. E a qualcuno dei presenti con qualche annetto sulle spalle saranno tornate in mente certe iniziative non del Pci di Berlinguer, ma addirittura del Pci di Togliatti.

L’aveva detto presentando l’iniziativa, che voleva rispolverare “la bellezza della politica”, “il gusto di parlarsi guardandosi negli occhi”, come si faceva una volta, quando i social non c’erano. Bettollini ha voluto dare una connotazione politica, più precisa, più marcata, alla sua azione amministrativa. “C’è bisogno di rendicontare anche strada facendo, c’è bisogno di politica, perché le scelte non sono asettiche…”, ha detto. 

Ha sottolineato, da sindaco, anche il rapporto proficuo con la Provincia e con la Regione che ha portato attenzioni e investimenti a Chiusi, con gli enti superiori che hanno supportato la progettualità locale. In chiusura ha accennato anche al ruolo delle banche locali e in particolare di Banca Valdichiana, che anche con i nuovi assetti deve recuperare un rapporto più stretto con il territorio e con la città. Non ha fatto il pesce in barile limitandosi a dire che la politica non deve interferire sulle aziende di credito. “Non deve inferire sugli assetti, ma deve dire la sua sulle politiche, sulle strategie”.

Scaramelli e i due segretari del Pd a livello provinciale e regionale Valenti e Bonafè hanno dal canto loro confermato la linea, sottolineando l’importanza per il Pd di avere amministratori locali capaci e sempre sul pezzo, hanno parlato del recupero di centralità di Chiusi, sottolineando il clima positivo e l’attenzione della sala, quale sensazione e segnale di ripresa dopo la batosta elettorale del 2018. 

Nessuno però, né Bettollini, né Scaramelli, né i tre segretari del Pd, pur trattandosi di iniziativa prettamente politica, ha fatto cenno ad una questione che è attualmente sul tappeto all’interno del Pd: il congresso e le primarie del 3 marzo per il segretario nazionale. Il tema è stato accuratamente evitato, per non… sciupare la serata. Per non aprire un fronte che avrebbe visto Scaramelli e Bonafè da una parte e Bettollini dall’altra. Del resto era una serata di confronto, ma anche “celebrativa” e cercare motivi di frizione  avrebbe voluto dire “facciamoci del male”, un po’ come sta succedendo in queste ore a Castiglione del Lago fra i tre candidati alle primarie.

Scaramelli ha volutamente rimarcato le cose che uniscono Bettollini e la sua amministrazione alla sua stagione, senza accennare ai passi indietro, o di lato, dello stesso Bettollini rispetto ai tempi della giunta Scaramelli. I due sono ancora amici, ma non più una voce sola. E Simona Bonafè, annunciando, da parlamentare Europea, una iniziativa a Strasburgo su Chiusi “Città dello sport 2020”, ha fatto i complimenti a Bettollini per aver voluto presentare la sua relazione di metà mandato senza nascondere la bandiera del Pd e l’orgoglio di far parte di questo partito anche in un momento di difficoltà, dopo una sconfitta pesante.  Solo che, evitando di affrontare minimamente il tema primarie, è stata lei la prima a nascondere la polvere e le ruggini del Pd sotto il tappeto. E questo è un segnale che le ruggini ci sono e che il Pd è tutt’altro che guarito.

P.S. Vero che l’iniziativa è stata pensata e organizzata per coinvolgere e ri-motivare il popolo Pd e non c’è stato neanche il tempo di fare domande o interventi, ma l’assenza totale delle due forze di opposizione (anche solo come osservatori) si è notata.

m.l.

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