CHIUSI, PRESENTATA LA STAGIONE INVERNALE DEL MASCAGNI. FULVIO BENICCHI DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE ORIZZONTI

martedì 04th, dicembre 2018 / 15:36
CHIUSI, PRESENTATA LA STAGIONE INVERNALE DEL MASCAGNI. FULVIO BENICCHI DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE ORIZZONTI
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CHIUSI – Presentata questa mattina, nel foyer del Teatro, la stagione invernale del “Mascagni”, la prima firmata dal neo direttore artistico Gianni Poliziani. E nell’occasione, il sindaco-presidente della Fondazione Orizzonti ha estratto un altro coniglio dal cilindro, presentando anche un nuovo innesto nel Cda della Fondazione. Un colpo di teatro – è il caso di dirlo – perché si tratta di un innesto… pesante: il nuovo Direttore Generale, che si occuperà di tenere i cordoni della borsa e vigilare sul rispetto del budget e dei bilanci, oltre che sovrintendere un po’ a tutta l’organizzazione. Il nome è quello di Fulvio Benicchi, già direttore generale di Banca Valdichiana.

Fu lui a traghettare la Bcc di Chiusi alla fusione con la consorella di Montepulciano, chiudendo poi la sua esperienza in modo un po’ turbolento. E non senza polemiche. Ora però è in pensione, ha tempo a disposizione, capacità manageriali affinate nel tempo, molte conoscenze. Bettollini l’ha presentato come la figura giusta per dare una mano in questa fase non semplice della Fondazione a Gianni Poliziani, a lui e al resto del Cda. L’ha “corteggiato” per un anno intero; Benicchi ha tentennato, tergiversato, poi alla fine, a metà novembre, ha sciolto le riserve e ha detto sì.

L’incarico sarà naturalmente gratuito. Come gli altri all’interno del Cda.

Ci sarà sicuramente chi storcerà il naso, ma, un po’ come ha fatto con Poliziani, anche in questo caso il sindaco-presidente è andato a cercare una figura competente, con esperienza e attitudine alla direzione, nella dispensa di casa… In questo Bettollini si dimostra fedele alla linea che si è dato quando prese in mano le redini della Fondazione, in quanto sindaco pro-tempore, non in quanto Juri Bettollini. La sua è una città che cerca le risorse dentro casa, tra le proprie “eccellenze”, ma questa non deve essere vista – dice – “come una scelta al ribasso, come un passo indietro, un tirare remi i barca, ma come la valorizzazione di ciò che la città esprime e mette sul piatto per dare consapevolezza e sostanza ad una identità forte che viene certamente dal passato, ma resiste ed è viva anche nel presente”.

E anche la stagione invernale, che sembrava dovesse essere un po’ “ristretta” si annuncia invece in linea con gli anni passati e con quelle dei teatri limitrofi, da Orvieto a Montepulciano, da Cortona a Città della Pieve. E nasce da un “patto” e da una nuova partnership: quella con la Fondazione Toscana Spettacolo nel cui circuito (62 comuni) Chiusi e il Mascagni si inseriscono a pieno titolo.

Ma veniamo al Cartellone: 8 spettacoli, dal 18 gennaio al 7 aprile, in cui c’è un po’ di tutto. Teatro classico (Pirandello e De Filippo) e teatro di narrazione, teatro “leggero” e musica lirica, fino al teatro contemporaneo di taglio americano… Quest’anno non ci sono spettacoli di danza o balletto.

Se Bettollini si dimostra fedele alla sua linea, anche Gianni Poliziani mantiene la barra ben salda in una certa direzione.

E infatti la “linea” del cartellone del Mascagni è affidata allo spettacolo di apertura del 18 gennaio,  che è “PUEBLO” di e con Ascanio Celestini, un artista che a Chiusi è venuto più volte e che stavolta racconterà le storie di vari personaggi che vivono ai margini della società e una realtà urbana che li ignora e li disprezza… Il tutto accompagnato da una pioggia incessante e dalla musica e dalle danze degli indiani d’America, i “pueblo” appunto… A qualcuno senza dubbio fischieranno le orecchie. Forte.

Il secondo appuntamento, ancora a gennaio, è per il Giorno della Memoria, il 26, con “DOV’E’ FINITO LO ZIO COSO” er la regia di Manfredi Rutelli, con Alessandro Waldergan e lo stesso Gianni Poliziani. Lo spettacolo prevede anche un matinée per le scuole.

Il 17 febbraio, domenica, di pomeriggio, alle ore 17,30, ancora Waldergan e Poliziani ne “L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU’”  di Pirandello, spettacolo che ha riscosso molto successo nei teatri in cui è stato presentato in questi mesi.

Dieci giorni dopo, il 27 febbraio, ancora teatro classico italiano, con “QUESTI FANTASMI!” di Eduardo De Filippo, messo in scena dalla Compagnia di Luca De Filippo, diretta da Marco Tullio Giordana, con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi che tornano al Mascagni dopo molti anni.

Il 9 marzo serata musicale con i solisti e il coro della Cappella Musicale della Basilica di San Francesco in Assisi che eseguiranno celebri cori e arie d’opera, diretti da Alessandro Bianconi e accompagnati al piano da Eugenio Becchetti.

Il 21 marzo, primo giorno di primavera su va sul “leggero” con MASSIMO LOPEZ & TULLIO SOLENGHI SHOW, due mostri sacri del teatro comico italiano come Solenghi e Lopez, i quali proporranno tra le altre gags del loro repertorio vecchio e nuovo, anche un omaggio all’amica e compagna di viaggio Anna Marchesini…

Otto giorni dopo, il 29, teatro elisabettiano, con  “PICCOLE GONNE” di e con  Alessandro Fullin e la sua compagnia di soli uomini in abiti femminili. L’anno scorso Fullin piacque molto. Un ritorno a grande richiesta, verrebbe da dire.

Chiusura della stagione il 7 aprile, con spettacolo pomeridiano (ore 17,30): in scena “CLOSER” il capolavoro cinematografico con Natalie Portman, Julia Roberts, Clive Owen e Jude Low premio Oscar nel 2005, trasportato in palcoscenico da Violante Placido, Flavio Troiano, Chiara Muti e Marco Foschi. In un’ora e mezza tutto ciò che sono stati gli anni ’90 (non solo in America). Roba tosta e di grande presa sul pubblico, con interpreti di grande livello.

Due “chicche” a margine: la prima è che il 17 febbraio, dopo la rappresentazione de “L’uomo, la bestia e la virtù”, con l’apposizione di una targa ricordo, il ridotto del teatro Mascagni verrà intitolato a Roberto Carloncelli, il direttore artistico che se ne è andato troppo presto nell’estate scorsa, dieci giorni prima che cominciasse il festival Orizzonti. La seconda è invece la decisione di Poliziani di ridare voce ad una presenza storica del Mascagni. Il pianoforte che era lì inutilizzato da decenni…. Prima di ogni spettacolo, nel foyer, gli spettatori in fila per fare il biglietto o in attesa di entrare in sala saranno allietati dalle note del musicista Giacomo Margheriti, giovanissima eccellenza locale. Un modo come un altro per dire che la cultura è vita. E l’arte e la musica, come il teatro, ne sono il sale. Guai a rimanere senza…

M.L.

 

 

 

 

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