PALIO DI CITTA’ DELLA PIEVE, PROBLEMI POST RINVIO: TROPPO STRESS ARCIERI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

CITTA’ DELLA PIEVE – Il Palio è il Palio e per chi vi partecipa dall’interno, cioè da attivista di un Terziere, o come figurante, è un bell’impegno. Le dame per esempio, solo per pettinarsi impiegano qualche ora dal parrucchiere… Chi deve organizzare poi deve garantire un marchingegno perfetto e per far questo serve lavoro, metodo, sudore… Il rinvio, causa pioggia da domenica scorsa a domenica prossima è stato un imprevisto che sta costringendo tutti ad uno sforzo supplementare. Rende tutti un po’ nervosi. Nei Terzieri non tutti hanno gradito la decisione del rinvio di una settimana. C’è chi avrebbe voluto tenere il palio la sera stessa, magari in notturna, chi il giorno dopo e chi invece avrebbe preferito un rinvio più lungo, magari di 15 o 30 giorni, per poter rimettere in moto la macchina con più calma e garantire e un nuovo battage pubblicitario in grado di supplire all’assenza dei turisti ferragostani almeno con la gente dei dintorni. Cosa che domenica prossima sarà abbastanza complicata, non solo per la data ravvicinata, ma anche per varie concomitanze, come quella con la prima giornata dei Ruzzi della Conca a Chiusi Scalo (i chiusini sono una bella fetta del pubblico del Palio pievese) e con il Bravìo delle Botti di Montepulciano.
Ma ormai la decisione dello spostamento di una sola settimana è presa e con quella tutti devono fare i conti, volenti o nolenti. E tra i “nolenti” ci sarebbero anche alcuni tra quelli che sono in definitiva i protagonisti principali del palio: gli arcieri. Soprattutto i più giovani sarebbero infatti in difficoltà. Una settimana in più di attesa e di allenamento, mentre magari avevano già fatto altri progetti, crea stress nei robinhood pievesi, che devono mantenere alta la concentrazione la forma psico-fisica… I tre tiratori di ogni terziere vengono scelti all’ultimo momento dall’allenatore, proprio sulla base di valutazioni tecniche e delle condizioni psico-fisiche. La pressione determinata dalla settimana in più rischia insomma di destabilizzare lo stato di forma degli arcieri a tal punto che qualcuno avrebbe addirittura adombrato l’ipotesi di ritirarsi dalla sfida. Il che sarebbe ovviamente un bel problema per chi “prepara” i tiratori. Il tiro con l’arco – e quel tipo di arco – richiede infatti una forma perfetta sia fisica che mentale. Altrimenti il bersaglio non lo becchi.
Questa dello stress da rinvio che starebbe minando la preparazione pre-gara degli arcieri, non l’avevamo ancora sentita, ma a Città della Pieve in questi giorni di vigilia forzata è sulla bocca di tutti… E tra le polemiche paliesche è rimbalzata sui social anche quella per la partita di Coppa Italia della Pievese a San Sisto proprio il 26 agosto, in concomitanza con il Palio. Partita che priverebbe alcuni giocatori della possibilità di partecipare al Palio, come figuranti tamburini ecc. E’ vero che il Palio è la festa più importante del paese ed è la festa dei pievesi, ma anche la squadra di calcio ha i suoi impegni da mantenere e onorare. Chi proprio, tra i giocatori, non volesse rinunciare al Palio potrà chiedere all’allenatore di essere sostituito nella gara di coppa, del resto la squadra ha una rosa di 23 atleti. O di essere sostituito nel terziere come figurante. Non morirà nessuno… E la polemica sembra più una tempesta in un bicchiere d’acqua che altro.
E’ scontato che il Palio rinviato non sarà lo stesso Palio che si sarebbe tenuto domenica scorsa se Giove Pluvio non ci avesse messo lo zampino. Il Corteo storico soprattutto sarà inevitabilmente in edizione incompleta. Mancheranno anche molti dei figuranti provenienti da altri paesi e città che erano a Città della Pieve in vacanza, mancherà un po’ di pubblico, ma sarà comunque una festa. E stress o non stress, la sfida sarà sfida vera. Forse addirittura più avvincente proprio per la variabile dello stato di forma psico-fisica degli arcieri. Insomma sarà un Palio anomalo, ma non un Palio minore.
Quando andavamo a scuola ci insegnavano che l’alienazione era quel sintomo che pervadeva gli uomini costretti a ripetere migliaia di volte i gesti durante il lavoro nella catena di montaggio. Se la gente voleva mangiare per vivere doveva vendersi anche a tale condizione al datore di lavoro. In fondo credo che sia cambiato molto poco mentre le condizioni di lavoro invece nel tempo sono cambiate per i produttori(operai tipo) della ricchezza o per chi oggi riesca a lavorare; non è cambiata però la patologia dell’alienazione perchè vedo e sento che lo stress esiste e pervade anche chi si chieda ” il grande problema” di come poter affrontare il tiro dell’arco nella contesa fra terzieri ed udite udite il rinvio della contesa.Allora, seppure si parla di un giuoco perchè in effetti questo è e nient’altro, occorrererebbe riflettere su quale sia il metro di giudizio e di sentimento anche delle emozioni da parte di chi vi partecipi direttamente.Lungi da me fare delle analisi sociologiche e psicologiche del vivere quotidiano della gente, ma talvolta sarebbe bene che ci rendessimo conto e che ragionassimo sul livello di idiozia che si raggiunga vivendo in questa società, dove vengono sovvertiti i valori reali e si porta la gente a vivere valori del tutto inconsistenti e così fatui al punto di provocare lo stess perchè una gara all’arco venga rinviata causa pioggia. Indubbiamente quando parliamo di negatività, di ben altre negatività che a molti fanno vivere una vita da disperati, ci viena da dire che tutto questo ce lo meritiamo. E ce lo meritiamo perchè la vita è organizzata in modo tale che producendo sempre meno ricchezza assurgono ad importanza tale gli avvenimenti descritti che riguardano impegni diversi dal produrre tale ricchezza ma che invece producono attività ludiche che nulla apportano allo sviluppo reale delle condizioni di come si riesca a vivere e del modo di pensare.Eppure tali variazioni di attività ludiche producono stress.Io credo che mi possa anche sbagliare, ma ritengo che siano forme di alienazione, che non solo involvono chi si cimenti in tali prove ma anche tutta la popolazione spesso fino a farsi dettare subliminalmente il modo di pensare e le emozioni da parte dei media, costretti ormai da un meccanismo di sottomissione al sistema dei soldi ad emettere e propagandare visioni irreali e farle intendere come vere e forse talvolta anche a spingersi a definirle necessarie..Alienazione nel senso di alienare,cioè di dare la propria mente agli altri, non distinguendo più la realtà dal suo contrario.Secondo me anche questo aspetto fa parte dell’imbarbarimento quotidiano al quale sono sottoposte sempre più persone.E purtroppo credo che non vi sia più uscita, perchè le dipendenze delle menti da tale sistema crescono proporzionalmente al diminuire delle capacità individuali all’autonomia al pensare della mente di ognuno di noi.Cari arcieri,con tutto il rispetto, ma se per caso fosse vero che siete sotto stress per i motivi detti nel titolo sarebbero ca… vostri ! E tanto bene non vi vedrei.Auguri comunque ragazzi !!
Carlo, di certo il Palio dei terzieri non è la guerra della Falkland… è un gioco. Come il calcio, il volley o qualunque altro sport. Ma la competizione sportiva, a qualsiasi livello, proprio perché competizione, presupone una preparazione atletica, tecnica e psicologica. Lo stato di forma degli atleti è la somma delle varie componenti e da sempre nelle competizioni sportive (anche quella del Palio lo è) la componente psicologica gioca una parte importante, spesso fondamentale, chiunque abbia fatto sport o abbia anche seguito da vicino una squadra, una disciplina, un atleta lo sa… Se sei sotto pressione (per qualunque ragione) e lo stress prevale sulla serenità è difficile fare risultato. E per un atleta, la gara che stra preparando, è la sfida più difficile del mondo sempre. Se la prende sotto gamba, perché è un gioco, stai sicuro che non vince…
Ma questo che dici lo sò, ma ciò che dico non lo dico per spirtito di contraddizione ma proprio perchè la carica psicologica che viene assunta da parte di un atleta( o chiamalo come vuoi anche se questi atleti non sono) mette in evidenza la persona che si autocarica di una cosa o di eseguire una procedura per la quale se non la porti a termine per qualsiasi ragione tutto questo gli possa provocare stress e crisi di nervi. Francamente mi sembra un po’ troppo e francamente il mio intervento è rivolto alla critica per la quale immersi nella realtà che poi è tutta virtuale nel senso che le persone si cimentano in un compito che non è importante ma lo fanno diventare importante perchè intorno c’è tutta una costruzione virtuale che serve ad uno scopo.Giudicare questo lo si può fare per il valore che in effetti ha e restandone al di fuori.Questo nulla toglie allo spettacolo, nulla toglie al fatto ludico, nulla toglie alla soddisfazione ed alla bravura degli arcieri o di chi altro, bensì è il risultato di un atteggiamento per il quale ci si senta stressati e sull’orlo di una crisi di nervi come dici.Io non lo giudico come un fattyo positivo ma come una espressione alienante che s’impossessa delle persone e che le trasporta in una realtà spesso abbacinata.E questo è così perchè alla fine quando appare che vi siano contrasti la gente abbacinata da quello che interiorizza arriva anchje alle mano.Ed allora sarebbe bene che queste ”crisi di nervi” siano vissute per fatti più importanti e che possano modificare una realtà veramente sociale e non la prevalenza di un terziere su un altro che dovrebbe essere lasciata al giuoco e che dovrebbe rivestire dentro le persone un fatto ludico piacevole.Ma non è poco tutto questo perchè è il simbolo del mondo che stiamo vivendo purtroppo.
io invece dico che è sinonimo di “attaccamento alla maglia”, di serietà, se uno si stressa per un rinvio della gara. Vuol dire che la sente. Un giocatore della Pievese dovrebbe avere come primo obiettivo vincere con la Pievese. E così uno del Chiusi o della Juventus. Indipendentemente dai soldi che ognuno percepisce. Lo stress degli arcieri del palio è dunque un segnale che il palio è cosa seria, sentita, viva. Certo, meno importante della sorte della nave Diciotti, se vogliamo, ma pur sempre una cosa da vivere con tutta la determinazione del caso, da parte di chi ne è protagonista. Io sarei più indignato e preoccupato se i giovani arcieri se ne fregassero del rinvio e di chi alla fine vincerà… tanto è un gioco.
Io continuo a preferire e ad apprezzare chi esce dall’allenamento con la maglia sudata fradicia e col pensiero fisso all’avversario della prossima partita… Questi ultimi saranno i migliori, anche in altri campi… Del resto vedo esponenti politici di primo piano che si fanno i selfie sorridenti ai funerali. Loro non lo soffrono lo stress, evidentemente… Meglio gli arcieri pievesi. Caro Carlo non è importante solo quello che tu ritieni importante, mentre tutto il resto è fuffa. Non è così: per un atleta la cosa principale è giocar bene e fare risultato, per un musicista è padroneggiare lo strumento, suonare bene e trovare gli applausi del pubblico, così per un attore indipendentemente da ciò che ognuno racconta in teatro, in un film o con una canzone… Non è importante solo ciò che ci fa piacere e che vorremmo sentirci raccontare. Lo sono anche migliaia di altre cose, che magari non ci piacciono e che consideriamo futili.
”Attaccamento alla maglia”? ”Vuol dire che la sente?”.Ma di che si parla? Saresti più preoccupato davvero perchè alla fine è un giuoco se non fossero stressati e siccome lo sono tutto questo è sinonimo di partecipazione? Guarda che nessuno vuole incidere la libertà di pensiero degli altri vorrei vedere, ma ritengo che oggi come oggi in un mondo in cui i valori oggettivi ed essenziali si sono deteriorati e la via per farli deteriorare è quella di dare artificialmente valore alle cose che abbiamo di fronte come a te sembrerebbe normale essere così, non è che ti potresti magari chiedere se tutto questo possa aprire la strada al cosiddetto ”male dell’epoca” per il quale una cosa importante diventi non importante e quella non importante diventi primaria? Ma perchè non le fai codeste riflessioni?Guarda che per poi riuscire a manipolare gli animi e le menti, ed anche diciamolo pure ad impostare politiche basate su tutto questo,la via che hai tracciato e che stiamo percorrendo è proprio quella a cui fai riferimento sia sul fatto valoriale ma anche su quello che poi ne deriva come fatto politico, partecipativo generale, per cui si è portati a sentire cose che ci riguardino tutti come lontane e di contempo prendono di importanza le cose fatue. Mi fa un po’ specie l’interpretazione che si adegua al mondo che trova in essere e che è stato deciso da altri, ma se ci penso non vedo altre uscite purtroppo che vi siano da quella di come hai detto.E questo non vuol dire che i giuochi e la dedizione allo sport od a qualsiasi attività non siano importanti, ma è con l’estremizzazione dei concetti in risposta a chi vorrebbe che il mondo ed il modo di pensare della gente fosse un po’ diverso che si definiscono come magari quasi paranoici gli squarci di liberta’ di chi la possa pensare in maniera diversa e si dà l’impressione che tale libertà data dal sistema serva e sia utile se fatta e dipanata in tal modo.Chiaramente serve al sistema per perdurare e rafforzarsi.Pensi che ci sia tanta differenza fra i tifosi che vedevo a Napoli che abitavano nei bassi e dormivano in pieno centro col somaro in cucina che alla notte ti svegliava con i ragli e gli stessi proprietari del somaro che alla domenica andavano a spendere 50.000 lire per vedere guiucare il Napoli in prima fila se paragonati a quelli che sentono tali pulsioni anche oggi ? Le cose tanto proprio lontane non sono perchè i meccanismi sono gli stessi e ti parlo anch’io da tifoso perchè credo di sapere come si viene coinvolti psicologicamente ed emotivamente anche su diverse discipline , quindi certamente da che mondo è mondo-perfino alle olimpiad di atene quelle di 2500 anni fa-esisteva chi gareggiava e la gente prendeva emotivamente parte,ma questo è un altro discorso e nessuno mi toglie dalla testa che il mondo mediatico che viviamo oggi non sia che un potentissimo strumento in quei casi(in altri no certamente) che ci devii il modo di pensare e ce lo devia sovvertendo la differenza nella scala delle importanze e delle priorità.Le valvole di sfogo che hanno i tifosi non solo d’italia ma di tutto il mondo se non ci fossero,forse il mondo dei cosiddetti poveri avrebbe già vinto sull’ingiustizia globale dei sistemi. La ” droga” con cui si tengono a bada generazioni secondo me oggi si chiama in diversi modi, e qualcuno di questi modi è sport, sesso, musica ,religione, che presi sul loro valore assoluto e di per sè rappresentano anche fatti positivi ma dentro il sistema dei soldi dove ci dimeniamo ,condizionano negativamente il modo di essere di milioni di uomini ed anche i loro momenti di vita.Le grandi masse di poveri nel passato si dominavano così ed anche oggi non è proprio diversa la cosa .Ecco quindi la necessità di porsi in maniera fortemente critica e le esagerazioni sono comunque da combattere secondo me, perchè quando uno è in stress ed in crisi di nervi perchè gli hanno rimandato il tiro all’arco secondo me il posto che gli sia riservato nella società,soprattutto in questa società, non è dei migiori stai tranquillo. Gli atleti sono altra cosa perchè fanno una attività di carriera e di totale impegno nelle 24 ore della giornata , ma nel caso di questi ragazzi a cui nessuno vuole togliere il divertimento e che fra l’altro parecchi di questi hanno un lavoro normale,sinceramente mi sembra eccessivo che possano soffrire di stress per una cosa del genere.Se lo fanno vuol dire-secondo me- che c’è qualcosa che non va bene nel meccanismo dove si formano le idee. Poi liberi tutti di fare ciò che ad ognuno aggrada vorrei vedere, ma talvolta spingerli a riflettere da un punto di vista un po’ più alto non guasterebbe…..ma normalmente non lo si fà mai, ci si limita sempre a parlare della cronaca ma non di quello che ne stà dietro.E se qualcuno si prende la briga di criticare anche le emozioni, normalmente è quello che è fuori strada, perchè le emozioni o non si toccano oppure è inteso come un intervento a gamba tesa nella vita dell’altro.Questo è il mondo uniformato di oggi,che si diletta a dialogare con le faccine e con i ditini alzati e che soffre di stress perchè la squadra del cuore magari rischia di perdere o di scendere in classifica.Se poi fai fare loro un tema d’italiano è meglio andare a pesca. A me piace poco questo mondo,non sò a te, ma certamente tale mondo si è fatto strada a cominciare da come si è intervenuti nelle teste sovvertendo i valori e far si di dare importanza massima a cose che ne hanno pochissima.Guardati intorno perchè la maggior parte delle cose funziona così, anche nei fatti attuali della politica, anche e sempre da parte di chi governava e che oggi vorrebbe fare la morale.spesso caro Marco è il sistema dei soldi che riesce a girare i valori ed a renderli usabili contro chi ieri era all’opposizione, quando sono proprio loro i più fervidi instauratori di questo sistema che difendono perchè sanno che esiste un flusso di soldi e che i soldi fanno consenso.Ecco perchè il mondo che abbiamo vissuto noi finisce nella polvere.Ma ci finisce perchè non abbiamo mai detto pane al pane e vino al vino perchè ce l’ha impedito chi ci guadagnava e che deteneva i media e ce l’ha impedito anche la gente che si è fatta irretire dal fumo che è stato sparso.Il risultato è quello che si viene colpiti dallo stress perchè viene rimandata la caccia al toro ed il tiro all’arco. Ed allora le ragioni -come dicono a Firenze-stanno in poche parti….
Carlo, il Palio alla Pieve era sentito anche negli anni ’70, quando la politica era tutto, la sinistra era in auge non c’era avvenimento con non fosse analizzato e “scannerizzato” dai vari collettivi, partiti o movimenti in chiave appunto politica, sociologica e filosofica… Quindi lo stress degli arcieri, se è vero che ce l’hanno, non è una cosa di oggi perché mancano altri valori, è semplicemente una cosa normale alla vigilia di una competizione che per loro vale molto in termini di soddisfazione, di prestigio, di identità, di tradizione. Anche senza scomodare la storia mi pare che non siano alla fine cose da poco, proprio perché altri valori latitano… E qui, però la chiuderei. Se no sembriamo quei pensionati davanti ai cantieri che discutono sulla profondità dello scavo e non si trovano d’accordo, quando basterebbe prendere un metro e misurare. O chiedere a chi lo scavo lo ha fatto…