L’AUTOGOL DEL PRESIDENTE MATTARELLA. ITALIA SOTTOMESSA AI “MERCATI” E CONSEGNATA A SALVINI E DI MAIO. UN CAPOLAVORO

lunedì 28th, maggio 2018 / 13:36
L’AUTOGOL DEL PRESIDENTE MATTARELLA. ITALIA SOTTOMESSA AI “MERCATI” E CONSEGNATA A SALVINI E DI MAIO. UN CAPOLAVORO
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Ciò che è successo ieri, con la rinuncia del prof. Conte e il discorso del presidente Mattarella apre indubbiamente una crisi istituzionale che va al di là della semplice composizione del Governo. Ed è altrettante indubbio, a mio parere, che al di là delle prerogative che la Costituzione assegna al Capo dello Stato, Mattarella ha debordato. Su facebook ho usato un’espressione meno elegante, scrivendo, a caldo “ha pisciato fuori dal vaso”. Non tanto per il veto esclusivamente per ragioni politiche nei confronti di Paolo Savona, indicato da Lega e 5 Stelle come ministro dell’economia, quanto per le ragioni che Mattarella ha usato, certificando davanti alle telecamere che l’Italia è ancora una nazione a sovranità limitata e che i ministri devono piacere non al popolo sovrano o alle forze politiche di maggioranza, quanto ai mercati, alle banche d’affari, agli investitori internazionali. Ha agitato lo spettro dei risparmi degli italiani che sarebbero andati in fumo, facendo qualcosa che somiglia ad una azione di terrorismo psicologico. In sostanza è come se Salvini e Di Maio avessero proposto un ministro notoriamente militarista e Mattarella lo avesse bocciato affermando che la mattina dopo sarebbe scoppiata inevitabilmente la guerra. Aggiungendo: non li vedete i carriarmati stranieri già schierati alle frontiere? (senza che ci fosse in realtà nessun carrarmato né al Brennero, né a Mentone…).

E’ su quelle motivazioni che Mattarella ha debordato prima che su altre questioni. Non è infatti la prima volta che un Presidente “cassa” un ministro proposto dal presidente incaricato o dai partiti che lo sostenevano: lo hanno fatte Pertini, Scalfaro, Ciampi e Napolitano. In un minuto, Mattarella ha trasformato di fatto la Repubblica parlamentare in Repubblica presidenziale, senza toccare la Costituzione e senza un passaggio elettorale o referendario. E in secondo luogo, anche se tutto ciò fosse regolare e nelle corde del Presidente, ha commesso comunque un errore politico, prestandosi al gioco di Salvini e Di Maio che forse non cercavano altro che una via d’uscita dando però la colpa a qualcun altro. I due giovanotti erano forse in difficoltà e neanche tanto d’accordo tra loro, altrimenti una soluzione alternativa a Savona forse l’avrebbero trovata. Così invece possono presentarsi come vittime del sistema, dei poteri forti, della politica asservita ad essi e lucrare sul vittimismo, come del resto ha fatto per 20 anni Berlusconi che si dichiarava vittima ora dei giudici, ora dei comunisti cattivi, ora dell’Europa ingrata… e talvolta anche della Juventus…

Mattarella ha fornito ai due giovanotti un assist al bacio. Sembra quasi, che alla lunga, stia giocando per loro. Cioè per tornare al voto entro pochi mesi in modo che vincano largamente.

E’ vero che negli ultimi anni il ministro designato, pietra dello scandalo, Paolo Savona, ha preso posizioni anti euro, anti Europa e anti Germania. Ma è anche vero che non è un marziano, che è stato per decenni un altissimo esponente della “casta politica italiana”, ha fatto il Ministro con Ciampi, il consulente tecnico con Berlusconi, ha avuto ruoli di primissima fascia in Banca d’Italia e in altre istituzioni finanziarie… ha le mani in pasta nel Mose di Venezia… Quindi come poteva fare così paura all’establishment un boiardo di stato, membro egli stesso dell’establishment? Pare che Mattarella avesse proposto il leghista Giorgetti, vice di Salvini, che forse tanto europeista non è, nemmeno lui… Ma i due hanno detto di no, niente veti. E così il Professor Conte ha fatto prima ad uscire di scena che ad entrarci e il Governo Lega-5 Stelle per ora non si fa…

Salvini e Di Maio si ergono adesso a difensori della democrazia e della volontà popolare. Salvini ha preso anche due piccioni con la stessa fava, recuperando subito l’appoggio di Giorgia Meloni e dei suoi Fratelli d’Italia, che avevano dichiarato di non essere intenzionati a votare la fiducia a Conte…

Se si va al voto, Lega, 5 Stelle e Fratelli d’Italia saranno praticamente sullo stesso fronte. Non come il 4 marzo. Quella tra Salvini e Di Maio che era un’intesa forzata, dovuta alla necessità di dare un governo al paese, mettendo insieme le due forze vittoriose il 4 marzo, potrebbe diventare un’alleanza organica. Di destra ancora più estrema e marcata. A questo punto potrebbero anche mettere l’uscita dall’Euro nel programma elettorale, cosa che a marzo non avevano fatto, sperando di ottenere una maggioranza larga e a prova di bomba. Se invece decideranno di procedere separati, se la vedranno tra loro, con gli altri a fare da spettatori, da lontano… molto lontano.

Ecco l’autogol del presidente Mattarella. Ha sancito la sottomissione dell’Italia a logiche e poteri che non hanno niente e che vedere con il “popolo sovrano” e ha consegnato l’Italia a Salvini e Di Maio (forse anche alla Meloni) su un piatto d’argento, evitando loro di cimentarsi nella difficile prova del governo della nazione, sulla quale magari avrebbero potuto fallire in men che non si dica…  Ne ha fatto degli eroi e delle vittime, che su questo faranno una campagna elettorale infinita, lucrando consensi a buon mercato.

Chi ha applaudito e applaude, come allo stadio, la sortita di Mattarella (vedi tanti commenti di esponenti Pd e Forza Italia), non difende la Costituzione o le prerogative legittime del Capo dello Stato, lo fa solo nella speranza di rientrare in gioco, magari dalla porta di servizio. Errore clamoroso anche questo. Perché se si va al voto loro perderanno e Lega e 5 Stelle prenderanno il 60% , forse più (D’Alema ha detto l’80). E dopo la Costituzione la cambieranno per davvero. Ma anche dopo il voto, con Lega e 5 Stelle sopra al 50%, se riproponessero Savona al ministero dell’economia, che succede? Il presidente a quel punto abbozza e accetta o si mette di nuovo di traverso? Se le prerogative lo consentono, come molti sostengono, potrebbe farlo… Quindi?

L’Italia è definita il Bel Paese. Dal punto di vista politico, per qualche decennio lo è stata. Partiti forti e con grandi personalità, grande partecipazione popolare, contrappesi tra piazza e Palazzo tali da garantire equilibrio e sviluppo. Adesso non lo è più. Adesso c’è un palazzo arroccato e chiuso a chiave e un popolo che applaude e vota chi urla più forte e chi fa le leva sulle paure, chiede armi per la legittima difesa, vuole chiudere le frontiere e rimandare a casa gli immigrati, difende tradizioni oscurantiste…

Diciamolo: ieri è stata scritta una brutta pagina di storia di questa Repubblica e si è aperta una fase incerta e pericolosa. La vacatio del potere è sempre un rischio… E un governo Cottarelli (l’ex commissario alla spending rewiew è stato convocato al Quirinale) non avrà la maggioranza in parlamento – chi lo voterà oltre Pd e Forza Italia? – e sarà dunque un governo di nessuno, non un governo di tutti per accompagnare il paese di nuovo alle urne…

Se non fosse una situazione seria, verrebbe quasi da ridere…  Ricordate Niccolai, quello che faceva degli autogol capolavoro? Mattarella ne ha fatto uno che neanche Niccolai. Chi gli avrà consigliato una giocata del genere?

Marco Lorenzoni

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