VERSO IL 25 APRILE: UN RESTAURO E TRE CADUTI CHE VALE LA PENA RICORDARE

giovedì 19th, aprile 2018 / 12:27
VERSO IL 25 APRILE:  UN RESTAURO E TRE CADUTI CHE VALE LA PENA RICORDARE
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Si avvicina il 25 Aprile. Il Natale laico dell’Italia libera e democratica. A Chiusi, come ogni anno, si terrà la consueta celebrazione itinerante con la deposizione di corone ai monumenti ai caduti e alle vittime del fascismo nelle frazioni, a Chiusi Scalo e nel centro storico, con la presenza delle autorità cittadine e della Filarmonica. Nei giorni precedenti il Comune organizzerà anche il tradizionale “percorso della memoria” nei luoghi della Resistenza sparsi nel territorio comunale, con i ragazzi delle scuole in collaborazione con l’ANPI. Proprio in previsione delle celebrazioni del 25 Aprile, l’Amministrazione ha fatto ripulire e restaurare il monumento ai caduti di Piazza Vittorio Veneto (più nota come “Il Prato”) avviando anche la sistemazione del giardino e delle siepi, per dare una degna cornice alla manifestazione per la Liberazione, ma anche per evitare il posteggio selvaggio, soprattutto nelle ore notturne, nelle aiole e nei vialetti. Un’opera di restyling che con i nomi più leggibili, servirà anche a tenere più viva la memoria. Il che non guasta. 

Chiusi, vale la pena ricordarlo, è una città che diede un contributo di sangue e dolore notevolissimo alla guerra di liberazione:  60 partigiani combattenti, due medaglie al valore militare (Mario Morgantini ed Ermanno Baldetti), 107 civili morti (alcuni fucilati o trucidati dai nazifascisti), 200 morti tra Alleati e tedeschi nella battaglia del teatro, 3.000 sfollati,  la stazione rasa al suolo e il 92% delle case lesionate da bombardamenti, mine e cannoneggiamenti…

E come Chiusi anche gli altri paesi della zona ebbero il loro numero di vittime militari e civili. A Città della Pieve e Castiglione del Lago si combatté per le strade, come a Chiusi. Molti soldati alleati, per lo più sudafricani e britannici, che scamparono alla morte nella battaglia di Chiusi, morirono nei 3 giorni seguenti nella battaglia del Trasimeno o per liberare Montepulciano. Castiglione del Lago e Montepulciano furono liberate lo stesso giorno, il 29 giugno del ’44. 

E qualcuno tra i caduti chiusini, pievesi, castiglionesi ecc. è caduto altrove. Mario Morgantini, medaglia d’oro al valor militare cadde in battaglia ad Alfonsine in provincia di Ravenna mentre combatteva, come soldato italiano della divisione Cremona al fianco degli Alleati. nella battaglia del Senio. Nella foto, il revolver Enfield con il quale tentò l’ultima disperata difesa…

Pietro Guazzini, anche lui militare italiano venne fucilato insieme ad altri commilitoni, dai partigiani jugoslavi, al fianco dei quali aveva combattuto per quasi due mesi dopo l’8 settembre del ’43. Pagò con la vita un atto di umanità verso un militare fascista che i partigiani non tollerarono.  Era il 29 ottobre.  Mario Morgantini e Pietro Guazzini  ci ricordano entrambi il contributo dei militari italiani al “riscatto della patria”.

Il pievese Livio Mollichella, classe 1921, invece morì in Francia, precisamente a St.Maure de Peyrac, Aquitania, dove nel luglio del ’44 venne fucilato insieme ad altri 2 compagni dalle SS tedesche. Mollichella faceva parte di una formazione partigiana francese, i cosiddetti “maquisards”. Il suo nome figura sulla lapide che ricorda i caduti pievesi a Palazzo Orca. Mentre sia nel luogo della fucilazione, sia nel piccolo cimitero di St.Maure altre due lapidi ne ricordano il sacrificio “pour la France”…

E così se i soldati francesi e delle colonie comandati dal Generale De Gaulle diedero il loro contributo decisivo alla liberazione di questo territorio e in particolare della Val d’Orcia, il partigiano Livio Mollichella da Città della Pieve diede la vita a 23 anni per la liberazione della Francia. Queste cose è bene ricordarle e tenerle presenti, anche quando oggi sentiamo in tv le notizie sui migranti cacciati indietro alle frontiere o inseguiti dai gendarmi a Bardonecchia…

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