CITTA’ DELLA PIEVE, GIOCHI DI GUERRA ALLA NOTTE BIANCA. NON SI POTEVA EVITARE?

giovedì 22nd, dicembre 2016 / 12:57
CITTA’ DELLA PIEVE, GIOCHI DI GUERRA ALLA NOTTE BIANCA. NON SI POTEVA EVITARE?
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CITTA’ DELLA PIEVE –  Vedendoli aggirarsi per i vicoli con fare circospetto e armati fino ai denti, con l’elmetto e la pettorina antiproiettili, anfibi e mimetica, si poteva pensare che si trattasse di reparti speciali antiterrorismo… Ma l’attentato di Berlino non c’era ancora stato, era sabato scorso. Alfano e Minniti non avevano ancora dato la direttiva di aumentare la vigilanza nei luoghi di assembramento, compresi i mercatini natalizi… Poi eravamo a Città della Pieve, non a piazza Navona, a Bolzano o a Firenze…

In effetti quei “marines” che si aggiravano per i vicoli pievesi non erano truppe speciali antiterrorismo, ma solo dei buontemponi che si divertono a giocare alla guerra. Per finta, ma come se fosse vera. Spendono pure un sacco di soldi nelle divise, nelle armi, e nell’equipaggiamento…

Lo chiamano Soft Air, è un gioco. Ne parlammo già nella primavera scorsa, su queste colonne, quando uno dei candidati a sindaco alle comunali di Chiusi, si presentò sui social, proprio con foto in divisa militare della seconda guerra mondiale… Ci fu qualche battuta e qualche polemica. Per la cronaca era il candidato della destra, che ha preso il minor numero di voti di sempre. Perché la politica si fa con altri mezzi, non con quelli della guerra.

A Città della Pieve sabato scorso, per la notte bianca natalizia, una associazione di appassionati di Soft Air aveva pure allestito una bancarella promozionale, con mitragliatori, elmetti, cannocchiali a raggi infrarossi, bandiere e video informativi… La cosa non è passata inosservata, anche se per il gran freddo, in giro c’erano solo loro, una fanfara di bersaglieri e due band musicali mezze congelate, perché il rock scalda l’animo e magari i sentimenti, ma non le mani…

Non è passata inosservata quella bancarella, dicevamo. Anzi, ha suscitato anche qualche polemica.

In effetti vedere gente adulta che gioca a fare la guerra, mentre nel mondo di guerre vere ce ne sono anche troppe e il rischio che ne scoppi una generale (come nel ’14 o nel ’40) è piuttosto elevato, è apparso a molti cittadini quantomeno una cosa di cattivo gusto. Una stupidaggine, diciamolo pure. E anche un “cattivo messaggio”  rispetto al periodo, al Natale, che dovrebbe invece infondere e diffondere messaggi di pace, solidarietà, amicizia. Il Papa stesso si sforza ogni giorno per ricordarlo, ma sembra parlare ad un mondo di sordi…

Certo il Soft Air è solo un gioco, un divertissment, una passione per le rievocazioni, se vogliamo, ma in fondo è un gioco di guerra, per gente che ama evidentemente la guerra, che si diverte a sparare, sia pure per finta. Che si diverte a simulare assalti e conquiste, assedi o agguati…

Viene da chiedersi cosa provino questi signori quando vedono le immagini e i reportage da Aleppo in Tv… Lì i cecchini sparano davvero, le bombe cadono davvero, le cannonate non sono per finta…

Insomma la scelta di piazzare quella bancarella, proprio davanti alla Rocca, nel cuore della città, per la notte bianca natalizia, non è stata una scelta felice. Gli organizzatori e il Comune avrebbero potuto (e dovuto) evitarla. Giochino pure a fare la guerra gli appassionati di Soft Air, ma lo facciano tra loro, non in mezzo alla gente. Per vedere la guerra bastano i telegiornali, non c’è bisogno dei video di propaganda diffusi da una bancarella in piazza. Quella bancarella ha disturbato la sensibilità di molte persone. Ha imbruttito una iniziativa già falcidiata e resa complicata dal freddo…

A Città della Pieve le iniziative le sanno fare. Infatti hanno sempre un certo successo. La città si presta, ma anche le associazioni, i terzieri, sanno fare gruppo, comunità… Stavolta è stato fatto uno scivolone. Non è la fine del mondo. Ma è bene che si sappia.

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