CHIUSI, LO SPETTACOLO DI RICCI-FORTE AD ORIZZONTI: UN BENEFICO PUGNO NELLO STOMACO

sabato 30th, luglio 2016 / 12:21
CHIUSI, LO SPETTACOLO DI RICCI-FORTE AD ORIZZONTI: UN BENEFICO PUGNO NELLO STOMACO
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CHIUSI – La fortuna aiuta gli audaci. Andrea Cigni è stato senza dubbio audace nel proporre come spettacolo di apertura del festival Orizzonti 2016 “Macadamia Nut Brittle”, della compagnia Ricci Forte. Una delle più rinomate nel panorama del teatro italiano (e non solo italiano) d’avanguardia, ma anche una delle più controverse e… chiacchierate. I due “titolari” Ricci e Forte, nella presentazione all’ora dell’aperitivo hanno detto di essersi stancati e ormai abbastanza indifferenti alle critiche e soprattutto alle etichette che via via sono state appiccicate al loro teatro: scandaloso, blasfemo,  sconveniente, indecente, pornografico. O anche solo coraggioso…  “E’ il nostro teatro, la nostra grammatica, il nostro modo di vedere e declinate le cose, punto e basta”. Hanno detto. Certo, ma lo spettacolo “Macadamia Nut Brittle” è indubbiamente “forte”… a tratti “indecente” e “scandaloso”, anche “pornografico” e certamente “coraggioso”. Soprattutto se proposto in una cittadina di provincia un po’ sonnacchiosa e silente come Chiusi in un festival estivo… Questo vuol dire che è stato un errore proporlo? No. Da qualche parte anche le cittadine sonnacchiose e silenti devono pur cominciare a svegliarsi. Fuori, ma a volte anche dentro le mura di cittadine come Chiusi, c’è il mondo raccontato da Ricci-Forte, un mondo fatto di alienazione dovuta ad intossicazione da modelli televisivi, da miti fasulli ed effimeri, da solitudini estreme e sesso che è via di fuga, difesa, rifugio, che è amore, ma può anche non esserlo ed essere solo sesso, magari fugace, occasionale, violento, “osceno”,  nelle modalità e nel linguaggio che lo accompagna. Sesso da WC di un autogrill…

A Chiusi  non si è era mai visto uno spettacolo del genere in teatro. Uno spettacolo non per i bempensanti. Un pugno nello stomaco alle certezze consolidate e tranquille. Una “sveglia” di quelle che ti fanno cadere dal letto. Ma la domanda che mi pongo è: è osceno o più osceno e pornografico il teatro di Ricci-Forte o l’ipocrisia di una società che chiude gli occhi, che preferisce non pensare, che considera l’omosessualità per esempio una malattia, o una cosa “sconveniente”, che rabbrividisce, ma solo per pochi secondi, davanti ai casi di femminicidio o di pedofilia?

Ecco “Macadamia Nut Brittle” porta sul palco, alla luce del sole, grida quello che di solito non si dice per un malinteso “senso del pudore” che è poi esso stesso strumento di esercizio del potere, per stabilire chi è buono e chi è cattivo, chi è nel giusto e chi nel torto, chi è normale e chi deviato…

Certamente il linguaggio è crudo e pornografico, se così si può dire, esplicito (anche più esplicito di quello usato nei film porno, che lì di dialoghi ce ne sono pochi), la gestualità e le scene pure. Il tutto può lasciare perplessi, ma solo perché  il sesso e gli atti sessuali spiegati nei dettagli, mimati e messi in scena con realismo estremo sono tra uomini, e non solo tra uomini e donne. E sono rapporti a due, a tre e a quattro… Ma quale è la normalità? ed esiste una normalità più normale di altre? E chi lo stabilisce?

Macadamia Nut Brittle  è un racconto della vita, fatto di monologhi intensi. E simbologie come lo scuoiamento del coniglio (la scena più tragica e più “cruda”) che cita nella posa dell’attore la “Deposizione” di Caravaggio e la Pietà di Michelangelo…

Lo spettacolo di Ricci-Forte quindi si può definire “scandaloso”, ci sarà senz’altro chi vi avrà visto una violazione della sacralità del Mascagni,  chi si domanderà se ci sia bisogno di usare quel linguaggio lì, di arrivare fino a quelle punte estreme di realismo per fare teatro d’avanguardia, ma… da cronista di provincia, e non da critico teatrale, sono contento di averlo visto. Non mi ha scandalizzato, le cose che mi scandalizzano sono altre (e non si fanno in teatro)…

Mi è sembrato uno spettacolo di denuncia. Dell’ipocrisia, del bempensantismo, della morale comune, del pensiero unico… di una società che si piega e si modella a immagine e somiglianza delle fiction della tv e dei videogiochi (dove il linguaggio è spesso altrettanto esplicito e crudo)… E un inno alla libertà, quella sessuale senz’altro, ma non solo. A me lo spettacolo Macadamia Nut Brittle” ha ricordato, non so bene perché, la canzone Imagine di John Lennon:

Immagina non ci sia il Paradiso, prova, è facile. Nessun inferno sotto i piedi. Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente viva al presente… Immagina non ci siano confini, non è difficile.
Niente per cui uccidere e morire e nessuna religione
Immagina che tutti.vivano la loro vita in pace…

E come ho scritto di recente a proposito del concerto dei Wire al Lars Rock Fest: non è il mio genere preferito, ma quando ricapita? Per Ricci Forte dico la stessa cosa. A Chiusi uno spettacolo così non è facile che capiti… e anche solo per questo va visto. Stasera si replica. Ore 21. Mi piacerebbe ci fosse più gente di ieri. Una domanda però mi frulla nella testa e quella è rimasta inevasa: come saranno i pompini a farfalla?

Marco Lorenzoni

 

 

 

 

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