GIANNI POLIZIANI PRESENTA IL SUO “BERRETTO A SONAGLI”, CHE SARA’ IN SCENA AL MASCAGNI L’11 OTTOBRE

lunedì 05th, ottobre 2015 / 13:12
GIANNI POLIZIANI PRESENTA IL SUO “BERRETTO A SONAGLI”, CHE SARA’ IN SCENA AL MASCAGNI L’11 OTTOBRE
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L’11 ottobre comincia la stagione autunno-inverno del Teatro Mascagni di Chiusi. E comincia con uno spettacolo fuori abbonamento che si annuncia come un piccolo capolavoro. Uno di quegli appuntamenti da non perdere. E il termine “piccolo”, in questo caso è riferito solo al fatto che trattasi di uno spettacolo allestito da una compagnia non professionistica, fatta da attori del territorio. Protagonista e regista è Gianni Poliziani. Che dopo i “4 amici al bar” del giugno scorso, in coppia con Francesco Storelli, torna sul palcoscenico che lo ha visto nascere e crescere come teatrante (la parola non suoni offensiva) con una piece impegnativa, intensa. Una piece teatrale con la T maiuscola. “Il Berretto a Sonagli”, di Luigi Pirandello.

E a pochi giorni dalla messa in scena Gianni Poliziani è lì a limare gli ultimi dettagli con i suoi attori. In un momento di pausa mi viene spontaneo chiedergli il perché abbia scelto Pirandello e proprio questo lavoro di Pirandello:

“Un vecchio amore, una vecchia promessa fatta a me stesso.  Mettere in scena Pirandello mi ha sempre affascinato. In questo sta il motivo della scelta del Berretto a sonagli.
Ho sempre considerato questo testo, che reputo straordinario e di estrema attualità, come un condensato di tutte le debolezze, le meschinità e il condizionamento della natura umana.
Il mettere la propria esistenza al servizio di una convenzione non scritta, ma stabilita e fortemente richiesta dalla società civile. Una società civile che “obbliga” tutti a vivere dietro un paravento, ognuno il suo, nei termini e nei modi che ciascuno di noi sceglie o si fa scegliere, obbedendo a precisi canoni di comportamento. Lo stesso paravento che quasi sempre nasconde soprusi domestici di inaudita violenza e che sono destinati a rimanere sempre sotto cenere e a far si che il nostro Pupo – (la nostra faccia, la nostra quotidianità), possa sempre e sopra a tutto apparire rispettabile e privo di ombre.
Ogni persona ha una ‘maschera’  e dà una ‘maschera’ agli altri non arrivando mai così a far conoscere veramente il vero sé stesso né a conoscere mai le persone che lo circondano”.

Insomma un testo di un secolo fa, che però ben si attaglia anche al nostro tempo e alla natura umana, che alla fine non cambia col cambiare dei tempi…

“Ognuno di noi, ponendosi davanti al proprio pupo (al proprio io), dice Ciampa, gli tirerebbe uno sputo in faccia. Ma dagli altri no. Dagli altri lo vuole lo vuole rispettato.
Tutti i personaggi, chi prima e chi dopo, chi più e chi meno fin dalle prime battute si rivelano estremamente meschini, poveri di spirito, assolutamente negativi. Tutti fortemente legati alla pura e semplice salvaguardia dell’integrità del proprio orticello quotidiano fino a rendersi ridicoli e, perché no – comici – loro malgrado.

Come molti personaggi del mondo di oggi. In Italia e non solo…

Il teatro è sempre metafora della vita. E del mondo. Pirandello è un maestro assoluto in questo senso… Nello specifico del Berretto a Sonagli, un uomo e una donna consapevolmente traditi negli affetti, ma con reazioni diametralmente opposte, fanno da locomotiva trainante alla vicenda ambientata in una Sicilia dell’immediato dopoguerra, che è soltanto immagine speculare di tutto un mondo. La collocazione temporale scelta ci ha aiutati a renderla più vicino a noi e al nostro modo di muoverci, di pensare e di essere. (A birritta cu’ i ciancianeddi in verità fu rappresentato nel 1917 in dialetto siciliano e solo l’anno seguente l’autore ne diede una versione italiana).
Nello scarno spazio di un interno borghese, si intrecciano le cupe vicende dello scrivano Ciampa e della sua antagonista Beatrice e del mondo che li circonda.
Mentre il primo dedica la sua esistenza alla conservazione quasi ossessiva del proprio “apparato-bunker” familiare – nonostante la piena coscienza di un rapporto tradito – l’altra si getta coraggiosamente in un velleitario tentativo di ribellione sognando una sorta di emancipazione, ma venendo tradita persino dai suo affetti più cari.
Entrambi vittime e carnefici di un gioco al massacro che li vedrà inevitabilmente perdenti.

La storia è apparentemente cupa. Ma c’è anche ironia…

L’amaro umorismo di Pirandello è pienamente evidente in questa commedia, il cui titolo è indicativo di una condizione di ostentazione e di vergogna; Il berretto a sonagli è il berretto da buffone, il berretto del turbamento, del disonore ma è anche e soprattutto il berretto della pazzia, unica possibile via di salvezza; pazzia liberatrice e quasi “amica” di fronte al precipitare degli eventi, quali essi siano.
….“Sferrare la corda pazza… scendere in piazza e sputare in faccia alla gente la verità”…..
Pazzia però usata più come palliativo, come rimedio di comodo e temporaneo, che come effettiva soluzione di un dramma umano che non ha vincitori.
Abbiamo voluto esaltare il carattere di ciascun personaggio della storia, cercando di tirarne fuori ogni emozione, ogni umore, ogni respiro, ogni goccia di sudore facendo diventare ognuno protagonista della vicenda. Tutti, osservando ossequiosamente il proprio ruolo, portano in scena la propria condizione di disagio e di ricerca continua di protezione del proprio pupo”.

Gianni Poliziani e Pirandello. Nello spettacolo Bianco Rosso e Nero del 2012, Gianni interpretava un professore di liceo ani ’70 che ad un certo punto viene invitato dal preside a non farsi prendere la mano dal vento del ’68, dalla controcultura che all’epoca cominciava a farsi strada… Quel preside bacchettone, moralista e conservatore lo esortava a a non uscire dai binari… “e se il programma finisce a Pirandello, Lei si fermi a Pirandello!” gli diceva, con un consiglio che era un ordine e una minaccia.  Ebbene Gianni non si è fermato a Pirandello, lui, Pirandello è andato a cercarlo, anzi ne ha cercato e scovato il lato più moderno e attuale. Per cucirlo, anche se con abiti di qualche decennio fa, addosso alla società di oggi. E qui sta il capolavoro…

Se Gianni Poliziani è regista e attore, gli altri protagonisti sono Flavia Del Buono, Martina Belvisi, Francesca Fenati, Guido Dispenza, Giacomo Testa, Alessandra Mazzetti, Giulia Rossi.
Le scene sono di Gabriele Valentini, le luci di Laura Fatini; i costumi sono invece curati da Vittoria Bianchini e Roberta Rapetti. Lo spettacolo , prodotto dalla Nuova Accademia degli Arrischianti, di Sarteano è un atto unico per la durata di 75 minuti… L’appuntamento, come dicevamo all’inizio è per domenica 11 ottobre alle ore 21,15. Consiglio: da non mancare, assolutamente.

m.l.

 

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