QUANDO LA CASA, IL LAVORO E LA VITA DIVENTANO UN UFFICIO PERSONE SMARRITE

BELLA PROVA ATTORIALE DI LUCIA MASCINO AL TEATRO CAOS DI CHIANCIANO
Domenica 16 febbraio ore 18:00 c’era un’incredibile fila al botteghino del Teatro Caos di Chianciano Terme, mezz’ora esatta prima dell’inizio dello spettacolo Smarrimento, scritto e diretto da Lucia Calamaro ed interpretato da Lucia Mascino.
Tutto lasciava intendere che si stesse per assistere a qualcosa di piuttosto buono visti i commenti di chi, nell’attesa o a casa, aveva sbirciato in rete notizie a riguardo.
E così è stato infatti. Eccellente l’interpretazione di Lucia Mascino che ha vestito i panni della scrittrice imperfetta, alle prese con mille storie iniziate e mai concluse.
Smarrimento è una pièce dal carattere piuttosto insolito, manca di un inizio e forse anche di un finale.
Il pubblico prende posto in sala a scena aperta dove la mattatrice è intenta a fare le sue cose: cammina, riflette, sistema l’arredamento, aggiusta se stessa, e chi la guarda è consapevole del fatto che lo spettacolo non ha avuto ancora inizio.
Il parterre osserva in silenzio entrando a sua insaputa a far parte del tutto, cosa che realizzerà di lì a breve quando la protagonista chiederà il suo parere su più di una questione.
Anna, Paolo, Margherita, la scrittrice in cerca di ispirazione, non sono altro che prototipi dell’uomo contemporaneo; nel loro agire mettono a nudo i nostri complessi, le nostre idiosincrasie, i nostri eccessi e anche qualche virtù. In loro è possibile rivedere noi stessi, storditi e manchevoli, incapaci e depressi.
Ecco che allora fumare una sigaretta può diventare l’escamotage per darsi un tono e riacquistare l’integrità per una manciata di minuti, prima di rimpiombare in quel nulla cosmico fatto di pensieri e visioni propri di chi, smarrito, cerca di ridare senso alla propria esistenza.
Una madre che parte, un padre che si trova imbrigliato in un ruolo di tuttofare che non gli appartiene, le incomprensioni con i figli, la quotidianità che imperversa con tutti i suoi must, l’essere umano solo che arranca nel turbinio della vita, Smarrimento ci mette davanti a tutto questo, ad una vita incompiuta e confusa fatta di poco ma piena di tutto.
Ed è forse proprio questo il punto dolente intorno al quale ruota tutta la logica di Lucia Calamaro, ovvero il trovarsi ingabbiati in quel girone dell’assurdo nel quale finiscono tutti coloro che prediligono dare spazio al vortice dei pensieri piuttosto che agire e dare un senso alle situazioni.
Restare imprigionati nel proprio smarrimento può condurre a rimanere sospesi nel vuoto per poi perdersi per sempre, se vogliamo evitarlo è importante quindi dare un senso al nostro quotidiano in qualunque modo possibile: perseguendo un ideale, praticando un hobby, realizzando un progetto o assecondando un amore. Essenziale però è che questo baricentro venga recuperato affinché la nostra vita possa avvalersi di un significato autentico ed essere soddisfacente.
Una trama non sempre fluida e a tratti contorta quella di Smarrimento, ma che consente di dare spazio all’abilità artistica di Lucia Mascino la quale si muove sulla scena come se fosse a casa propria, utilizzando espressione corporea, mimica e pause discorsive in modo così impeccabile da creare un tutt’uno con i personaggi che interpreta.
La scena, assolutamente candida e statica, si abbina perfettamente alla pièce, conferendole un mood radical-chic, borghese e conformista che stride a forza con l’inquietudine interna dei personaggi incastrati sul ring della vita.
Smarrimento, un testo che rispecchia a sufficienza lo spirito dei tempi, dove si tende molto di più a dare la colpa ai nervi che saltano e a ricominciare da capo, piuttosto che a rimboccarsi le maniche e cercare di migliorare ciò che si ha.
Brava, bravissima Lucia Mascino che ha fatto del turbamento umano un momento di teatro perfetto, lasciandoci intendere che, se smarrirsi è naturale, il non perdersi del tutto deve diventare una nostra assoluta priorità.
Paola Margheriti