LA CORSA DI SCARAMELLI, I TANTI CANDIDATI CHIUSINI E L’INCOGNITA “NON VOTO”

martedì 26th, maggio 2015 / 20:03
LA CORSA DI SCARAMELLI, I TANTI CANDIDATI CHIUSINI E L’INCOGNITA “NON VOTO”
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Mancano pochissimi giorni all’appuntamento con le urne per l’elezione del presidente e del consiglio regionale, ma la cosa non solo non scalda gli animi. Ma sembra non interessare nessuno. Tranne, al massimo i candidati e i loro più stretti supporters, che girano come trottole con auto e camper. Pochi anche i manifesti elettorali affissi negli appositi spazi. Quelli istituzionali con le liste e i simboli delle forze in campo, in alcuni paesi sono stati affissi solo ieri, lunedì 26 maggio. Già che c’erano potevano affiggerli dopo le elezioni. Eppure i partiti e i movimenti in lizza dovrebbero essere preoccupati. I sondaggi più o meno riservati, dicono che l’affluenza sarà piuttosto bassa, forse addirittura sotto al 50% anche in Toscana e Umbria. Possibile che non sentano il vento cattivo che soffia? E che non se ne preoccupino? No. Non gliene frega niente a quanto pare. Tanto non è che c’è un quorum da raggiungere. E meno gente vota più  si alza la percentuale dei partiuti… In Umbria non c’è nemmeno il ballottaggio. In Toscana sì, ma la soglia è fissata al 40% non al 50%, quindi il partito di maggioranza ovvero il Pd dovrebbe farcela ad evitarlo. Con la soglia al 50% magari avrebbe faticato…

Pochi manifesti, dicevamo. Ma anche e soprattutto poche iniziative. Solo volantinaggi nei mercati, qualche incontro con le categorie e i “gruppi di pressione”, ma di confronto aperto tra candidati di parte avversa, o con la popolazione, nemmeno l’ombra.  Più monologhi che dibattiti. Soprattutto sul versante toscano. In Umbria dove la partita sembra meno scontata e più aperta (i soliti sondaggi danno lo sfidante Ricci, centro destra, a soli 2-3 punti dalla governatrice uscente Catiuscia Marini) c’è stata una maggiore propensione all’ascolto e al confronto da parte sia della capolista che dei singoli candidati.

In Toscana e a Siena in particolare di iniziative vere e proprie se ne son viste davvero poche. A Chiusi, per esempio nemmeno una, nonostante un numero di candidati locali mai visto in precedenza. Oltre al sindaco Stefano Scaramelli, figurano in lista anche Rita Fiorini Vagnetti per Forza Italia, poi Antonella Reali per i 5 Stelle e Miranda Fuccelli Felici per “il popolo Toscano” ovvero i socialisti che appoggiano Rossi, unica lista alleata del Pd. Con le ultime due che, con tutto il rispetto, sembrano effettivamente candidature un po’ estemporanee, senza troppe pretese, più per far numero che altro: nomi pressoché sconosciuti, nessuna storia politica alle spalle, nessuna battaglia condotta a livello locale… Nomi che però, insieme a quello di Rita Fiorini, qualche preferenza a Scaramelli in quel di Chiusi, possono grattarla.

Ma lo stesso Scaramelli non sembra troppo in ambasce per questo, visto che finora si è dedicato in massima parte ad altri territori, da Colle Val d’Elsa all’Amiata, dalla val di Merse alle Crete che ha battuto palmo a palmo con il camper elettorale. Non teme evidentemente la concorrenza, che in effetti appare abbastanza al… ribasso. Quasi che anche i 5 Stelle, che pure qualche chances di fare un buon risultato ce l’hanno, abbiano deciso di non giocare la partita fino in fondo. Non per vincere almeno, non per portare Rossi al ballottaggio. Altrimenti avrebbero scelto candidature più forti, dirompenti e riconoscibili, ovunque. Se non lo hanno fatto vuol dire che si accontentano. E che non intendono misurarsi con la sfida del governo, sprecando così anche questa occasione come altre in passato.

Nel collegio senese oltre alla chiusina Antonella Reali figurano in lista Eva Reali di Torrita di Siena, Paolo  Pajer di Castelnuovo Berardenga, Monica Sottili di Colle val d’Elsa, Simone Franchi di Monteriggioni e Luca Furiozzi di Siena, capolista. Nessuno dei quali pare un capopopolo. Anche i grillini, quanto a iniziative pubbliche sono rimasti abbastanza defilati, più banchetti che incontri: domani a Chiusi, in linea con l’andazzo generale, faranno una “apericena”, con qualche battuta su rifiuti, turismo e microcredito… Dicono di voler abolire le regioni e che questo sarà il loro primo obiettivo. E non è obiettivo da poco. Basterà essere “facce nuove” per sbaragliare il campo da quelle vecchie e dalle incrostazioni?

Ma non ci sono solo i 5 Stelle e non c’è solo Chiusi. Il resto della Valdichiana vede in corsa due giovani di Montepulciano, Alice Raspanti (Pd) e  Gianfranco Maccarone, area Casaggì, candidato per Fratelli d’Italia. Sinalunga ha la candidata Rossella Cottone (Pd), mentre il sarteanese Mario Marrocchi è in lista con SI Toscana a Sinistra, l’aggregazione stile Tsipras, con Sel, Rifondazione e altri movimenti, questa volta almeno non alleati con il Pd (un passo significativo rispetto ala passato e anche rispetto ad altre regioni, Umbria compresa).

L’unico candidato, che – piaccia oppure no – ha un “curriculum” tale da giustificarne la candidatura al consiglio regionale, sulla carta è Scaramelli. E’ sindaco, dirigente nazionale di partito, leader provinciale della “corrente” di maggioranza… Ed è anche l’unico, sempre sulla carta, che sembra in grado di essere eletto.  Un certo pedigree, una certa storia, ce l’ha anche Rita Fiorini. Gli altri meno.

Per Scaramelli la concorrenza da battere sarà quella di Marco Spinelli e Simone Bezzini, i due esponenti della “vecchia guardia” che in questa campagna elettorale il sindaco di Chiusi ha spesso preso di mira accusandoli del disastro del “sistema Siena” crollato insieme al Montepaschi… Ha usato spesso parole dure Scaramelli nei confronti dei due compagni di lista e di partito, che certo in un passato neanche troppo lontano avrà pure votato o contributo ad eleggere, uno in regione e l’altro in Provincia… Ma ormai la politica si fa in modo brutale con poco riguardo per la memoria. E per la “casata” di appartenenza…

Stefano Scaramelli sembra intenzionato a tagliarsi i ponti alle spalle, ad accreditarsi come il leader di un Pd diverso da quello conosciuto fino ad ora, anzi come leader di un qualcosa che potrebbe anche non essere il pd, o non avere nulla a che fare con la storia da cui il Pd è nato… Spera infatti di prendere un bel po’ di voti anche destra, Scaramelli (una destra allo sbando, orfana di Berlusconi e divisa, frantumata, in cerca di nuovi approdi), sapendo che a sinistra qualcosa per forza di cose perderà. La “fronda” interna al partito farà resistenza, e magari in attesa di uscire dal Pd, concentrerà le preferenze su qualcuno che possa ostacolare la corsa del sindaco chiusino super renziano, qualcosa perderà a vantaggio della sinistra a sinistra del Pd e dei 5 Stelle… La riforma della scuola, il jobs act, le pensioni, la fiducia sulla legge elettorale sono ferite aperte che sanguinano ancora… Poi ci sono le esperienze passate, quelle dei consiglieri Bussolotti, Pugnalini e dell’assessore Ceccobao mandati in regione a furor di popolo, senza però che il territorio ne abbia ricavato effetti tangibili… La scottature bruciano e lasciano il segno.

Quella che in partenza sembrava una corsa in discesa, senza ostacoli (e senza concorrenti all’altezza), potrebbe rivelarsi per l’ambizioso e determinato Scaramelli più dura e faticosa del previsto.  E Chiusi non è più la sua roccaforte, lo sono ormai più Torrita, Asciano e Sinalunga… A Chiusi la politica dell’annuncio continuo, l’ostentazione propagandistica, le fughe in avanti e alcuni scivoloni, come quello recente del palasport, hanno reso il clima  intorno al sindaco-candidato meno idilliaco… Sono calati anche i “mi piace” su facebook. E questo per chi ha fatto dell’uso dei socialnetowork una religione, è un segnale da non sottovalutare.

m.l.

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