LIBIA E CALIFFATO, CHE FARE?

Libia e Medio Oriente. Bisogna partire da una consapevolezza: quella che l’attuale stato di cose in nord Africa, è il risultato di secoli di sfruttamento bestiale che ha ridotto milioni di persone alla miseria più nera sia sotto il profilo culturale che materiale. Quindi oggi quelle popolazioni, ridotte allo stremo, sono facile preda della demagogia di quei criminali, banditi, del Califfato. Se c’è una data storica spartiacque, si potrebbe indicare la scoperta dell’America come punto d’avvio di una nuova strategia da parte del vecchio continente. Da quel momento l’Europa riversò su quella nuova frontiera tutto il suo interesse. Poi venne il colonialismo, la grande guerra e infine il secondo conflitto mondiale a cui fece seguito il sabotaggio perpetrato dall’Europa e dai USA, nei confronti dei movimenti di liberazione africani, con i tanti colpi di Stato finanziati e sostenuti come quelli contro l’Iraq e l’Iran negli anni cinquanta, all’indomani del libero risultato elettorale, che aveva portato al governo forze progressiste. Dire come sarebbe andata è difficile, la storia non si fa con i ma. Certamente, con ogni probabilità, gli eventi avrebbero preso altre strade. Infine le primavere arabe. Erano tutti giovani i protagonisti delle rivolte contro quei regimi e la miseria di quelle terre martoriate, che guardavano all’Europa come modello. I governi, l’opinione pubblica europea sono rimasti a guardare, lo ricordava anche Prodi domenica in un intervista sulla Stampa. Il risultato è che ora gli integralismi sembrano essere rimasti i soli protagonisti, in uno scenario che vede nel suo complesso i Paesi occidentali paralizzati sul che fare. Bloccati dai vari interessi strategici che ognuno ha da accampare, senza capire che ora è il momento di agire prima che sia troppo tardi. Con quei criminali non si tratta, si devono solo eliminare. Fa una certa rabbia vedere Vendola gridare pace. Nelle settimane passate dinanzi agli sgozzamenti, non ha espresso nessun disagio, non ha condannato. Ora vedrete che i pacifisti ideologici, scenderanno in piazza e grideranno ai diritti calpestati. Sono convinto che ora, dentro un quadro di legalità internazionale, è il momento di agire, di distruggere questi sanguinari fanatici, che hanno un solo scopo: il loro arricchimento e il potere. Poi dovrà venire il tempo della ricostruzione; rinascita di quelle popolazioni guidata da un progetto politico diverso da quello fin qui messo in atto dall’Occidente, nei confronti del sud del mondo. Un idea di sviluppo tanto cara ad Olof Palme, Berlinguer, Mattei, Willy Brant, che metta al centro dell’agire una rinnovata idea di cooperazione, che possa sostituire quella tragica della globalizzazione o neo colonialismo che dir si voglia. Ecco un compito per una sinistra europea rinnovata, che voglia misurarsi con i grandi temi del momento.
Renato Casaioli
E quale sarebbe Renato, il “quadro di legalità internazionale”, l’egida dell’Onu, come in Iraq o in Afghanistan? No… la guerra non è mai la soluzione giusta, né l’unica soluzione possibile, neanche di fronte a fanatici tagliagole come i jihadisti dell’Isis…Si è visto come è andata laddove si è scelto di far parlare i bombardieri e le truppe di occupazione… Anzi, credo che una risposta armata sarebbe proprio quello che vuole l’Isis per rilanciare la “guerra santa”… E anche quello che sperano i trafficanti d’armi che lucrano sui conflitti e orientano le politiche dei governi… E non mi pare, caro Renato, che i vari Palme, Berlinguer, Brandt, Mattei che tu citi, abbiano mai pensato ad una politica di cooperazione che traesse spunto da guerre e occupazioni militari… Quanto a guerra, abbiamo già dato, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti… Come giornale nessun problema ad ospitare posizioni come la tua, su questo argomento (ci mancherebbe, e non solo perché sei un prezioso e valido collaboratore), ma non è la posizione di Primapagina. Che se ci sarà da scendere in piazza per dire no alla guerra, scenderà in piazza.
Non entro nel merito della risposta di Lorenzoni che riguarda la negazione della guerra.Risposta che personalmente approvo senza ombra di dubbio.Vorrei solo far presente a te Renato,la domanda per la quale non ti sia venuta mai in mente una cosa molto semplice e che è quella che in politica il fine giustifichi i mezzi.Detto questo e dal momento che tu stesso ti rifai indietro nella storia alla dominazione coloniale che tali popoli hanno sopportato,alle guerre da noi portate in casa loro e del fatto che li abbiamo ammazzati a milioni -sì dico a milioni anche nell’età moderna del secolo passato- (Guerrre in Asia , Africa ed America Latina) dicevo se non ti sembri plausibile la strategia occidentale di evocare tali problemi per farli deflagrare e poi essere presenti nei teatri di battaglia per indirizzare gli stati verso ciò che noi riteniamo opportuno fare per i fini che ci siamo prefissati.Mi spiego meglio e parlo della presenza e dello sfruttamento delle materie prime e risorse,che mettiamo sempre in ogni momento in atto alleandoci con quei governi e depredando i paesi delle loro ricchezze per ripartirle fra noi in casa nostra(occidente). A questo scopo serve una strategia globale che ci permetta di essere presenti e di infierire i colpi con la tecnologia mlitare e con le alleanze,prima mandando avanti i nostri servi secolari instaurati da noi ed ai quali abbiamo dato ossigeno (governi alleati) poi se non basta-perchè non basta mai- intervenendo noi nei paesi come abbiamo fatto con quelli nel Mediterraneo (Tunisia,Libia, Irak,Siria ) prendendo a pretesto la richiesta di democrazia,si quella che hai detto tu delle- secondo me- mistificate da noi e chiamate ” primavere arabe”. Quando quegli Stati erano retti da oligarchie che tenevano sotto i talloni il popolo, noi indisturbatamente siamo stati presenti per decenni a succhiare, e quando ci sono state le condizioni che il nostro succhiare fosse messo in pericolo, allora guarda caso è partita una ventata di democrazia e li abbiamo bombardati, ammazzandoli come mosche, alleandosi con le fazioni che ci consentivano di stare ancora lì.Questo l’ha fatto la Francia, Inghilterra, Stati Uniti,ed anche l’italia.Qui al nostro interno dai mass media è stato solo detto che ci scannavano a noi occidentali facendo acuire la pelledoca ed il sentimento contro ogni brutalità così presente fra la nostra gente in occidente ed in Italia ,ma guarda caso mai e poi mai abbiamo sentito cosa hanno prodotto i nostri bombardamenti, i droni, gli aerei.Cosa devono pensare quelle famiglie che a decine di migliaia sono scappate od ammazzate sotto le bombe nostre al riguardo del nostro tipo di politica fatta e perpetrata fino a d oggi ? Abbiamo perfino dato le armi ai curdi, secolari nemici dei Turchi e dei Siriani illudendoli con la speranza di riservare loro un territorio alla fine delle ostilità, dopo che abbiamo permesso alla Turchia come alleata NATO di fargli la guerra e di isolarli e di trattarli come popolazione ostile per decenni(Barzani, Ocalan non te li ricordi Renato ?).E tu gli vorresti fare la guerra, inviargli gli eserciti e gli aerei ? Hai mai sentito parlare dei servizi segreti che hanno preparato e perpetrato atti di terrorismo per poi consentire alle potenze di essere sul posto e controllare la politica? Non condivido nulla dello stato islamico, soprattutto perchè è uno stato confessionale, ma ricordati da chi sia stato creato l’Isis e da chi questo prenda i soldi ed i finanziamenti : questi si chiamano in ordine Inghilterra come partoriente concettuale ed organizzativa dell ‘Isis, Arabia Saudita,Qatar,Kuwait e via dicendo ed in detti stati l’economia è direttamente dipedente dal sistema Militare e Finanziario Americano in primo luogo e sono i loro alleati nel Golfo.Pensi proprio che non c’entrino nulla gli Stati Uniti o che tutto questo sia casuale ? Si potrebbe dire che la mia possa essere ”teoria del complottismo”. Personalmente rispondo solo guardando la storia recente ed i fatti oggettivi che sono trascorsi nello scenario di cui si parla.L’ho detto anche altre volte qualche mese fa parlando della favola delle Torri Gemelle,dell’aereo schiantatosi nel Pentagono i cui resti non esistono, Bin Laden scappato con la moto da cross sotto il bombardamento di Tora Bora con Al Zawairi dietro al sellino, all’uccisione di lui stesso in Pakistan ed anche di tanto e tanto altro. Bin Laden i cui resti gettati nell’oceano e che noi non abbiamo visto.Purtroppo caro Renato chi detiene il potere dei media segna anche il modo di pensare della gente e la sua assuefazione al discorso di Bush fatto dopo len torri gemelle .”da ora in poi tutto non potrà essere come prima”..Cerca di partire da questo e vedrai che una grande quantità di cose sono evocate appositamente perchè venga messe in atto strategie che poi convogliano in una sola,la più grande di tutte: il dominio del Mondo per continuare a spartire in maniera diseguale la ricchezza prodotta. Parti da questi dati di verità oggettiva e non guardare i tagliagole dell’Isis perchè si sa a quale lido portino l’acqua.La strategia globale controrivoluzionaria non deve permettere che si giunga a tale spartizione più eugualitaria della ricchezza ed evoca ogni cosa,perfino la guerra come ultima ratio per i suoi nefasti fini.Lo sanno bene le classi dirigenti politiche in ogni paese che ti tolgono l’ossigeno dicendoti che alla fine del tunnel c’è la luce.Ti fanno fottere usando la tua stessa testa. Basta guardare alla sinistra a cui il sistema di alleanze e del fumo veicolato dai media ha fatto produrre le riforme più pesandi contro le classi subalterne, poichè se le avesse fatte la destra sarebbe successo il finimondo.Conla sedicente sinistra invece non è successo nulla, anzi si è inaugurata una nuova stagione di riforme dicono loro.Il concetto di una sinistra che cambia le cose non c’è più da molti anni nella testa della gente che ha accettato supinamente l’idea che per cambiare il mondo occorra veicolarla chiedendo permesso. I potenti ”permesso” non l’hanno mai chiesto, anzi usano chi ti convinca a chiederlo, ,sconfiggendon sul nascere la tua idea di cambiamento. E’ quanto succede con il PD in Italia, portatore di una strategia di riformismo,rinunciando al cambiamento per attrarre nell’orbita strati sociali che condividono una pia illusione che è quella che il benessere del capitalismo si estenda a tutta la società.E’ questo il nuovgo che avanza. Non è questa la contraddizione odierna e che è stata in termini meno pesanti ma ormai accettata anche quella che fu dell’ormai defunto PCI ? Come vedi molta acqua è passata sotto i ponti ma siamo ancora a ”caro babbo”.Il dominio sulle risorse si estende in continuazione, produce poveri, si interviene con la guerra verso i poveri, usandoli e facendogli assumere caratteristiche che servono a noi, comandanti di marionette, creando il cattivo che occorre distruggere con la guerra.E’ la legge del più forte fatta passare come legge buona e giusta verso il tartassato, liberandolo dai suoi mali e dicendogli noi come debba pensare.La guerra permette tutto questo: a noi i droni, a loro i coltelli che tagliano le gole per i nostri scopi. Si chiama capitalismo, pardon Mercato…..oggi viene espletato con l’uso dei media, facendoti rinunciare a pensare col tuo. Un mio amico diceva che chi pensa con quello degli altri il suo se lo può vendere. E’ sempre vero tutt’ora.