CONDIZIONALE: IL PIÙ RUFFIANO DEI MODI VERBALI ITALIANI

venerdì 26th, settembre 2014 / 11:22
CONDIZIONALE: IL PIÙ RUFFIANO DEI MODI VERBALI ITALIANI
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Se il Congiuntivo giace agonizzante su un letto di orrori grammaticali, il Condizionale gode invece di ottima salute. Non perché sia meno esposto al massacro linguistico ma perché la sua meravigliosa natura approssimativa e quel fare galante che lo contraddistinguono, ne fanno un modo verbale irresistibile, soprattutto al presente, tempo con cui esprime il meglio delle sue possibilità.

È così elegante il Condizionale che neanche Gianni Rodari ha resistito alla tentazione di farne l’oggetto dei suoi dolci “Sospiri”:

 “Vorrei, direi, farei…”

Che maniere raffinate ha il modo

condizionale,

mai che usi parole sguaiate,

non alza la voce per niente

e seduto in poltrona, sospira

gentilmente:

“Vorrei andarmene nell’Arizona,

che ve ne pare? […]

Ambasciatore di desideri, messaggero di ipotesi tutte da verificare, il Nostro si tiene ben lontano dall’esprimere oneri e responsabilità. Senso del dovere, precisione e coerenza non gli appartengono.

Animato da uno spirito sornione e un po’ elusivo, lascia volentieri ad altri colleghi i tempi della certezza.

Nella sua squisita vaghezza, il Condizionale, è il modo più paraculo della verbistica italiana e, come tale, è destinato alla vita eterna. Vediamo alcuni degli usi che lo rendono così accattivante. Tanto, sarà capitato anche a voi.

Esonero di responsabilità: dovete spedire dei documenti che devono tassativamente arrivare il giorno successivo. All’ufficio postale, l’impiegata, ti dice che sì, certo che si può fare! “Lei compra il pacco, compila il modulino e il pacco arriva in ventiquattro ore. Costa solo dieci euro”.

Tu gongoli. Quella sfilza di indicativi è segno di certezza. Anche lei gongola. Ha venduto il prodotto. Gasata dai suoi indicativi, compri il pacco, paghi le dieci euro, compili il modulino e ti ripresenti. L’impiegata è un’altra ma che importa. L’ufficio è lo stesso,no? Consegni il pacco e poi così, proforma, tanto per dire, butti lì un “arriva domani,vero?”.

“Bè, dovrebbe…”, risponde lei, sgretolando in un nanosecondo la tua allegra sicumera. Con un’unica, garbata parolina si è scrollata di dosso ogni responsabilità presente e futura, te l’ha lanciata addosso più veloce di una gazzella e ti ha gettato in uno stato di ansia che, come minimo, durerà ventiquattro ore. “Potrebbero” essere di più ma… chi può dirlo.

Non mi impegno, ma con classe: fate una proposta ad un’amica, conoscente, compagna. Lei vi regala un sorriso e un promettente potrebbe essere interessante/piacevole/divertente…e punto. Non segue cioè alcun accenno ad un giorno, mese, anno in cui la proposta piacevole/interessante etc…potrebbe realizzarsi.

Non illudetevi, non arriverà. Una delle meravigliose prerogative del Condizionale è proprio quella di esimersi dal prendere un impegno. Se non avete la prontezza di rispondere “se non ora quando”, sentitevi pure liquidati, seppur con certa classe.

Consapevolezza: il Condizionale esprime la quintessenza della consapevolezza. Dei propri limiti, di alcuni difettucci che andrebbero smussati, e della piena conoscenza dei modi per farlo: dovrei mettermi a dieta/andare in palestra/ smettere di fumare. Lo sapete. Non c’è mica bisogno che qualcuno ve lo faccia notare. Ne siete così consapevoli! Cosa ci potete fare se al momento, ahimè, non ci sono le condizioni?

Prudenza: ricorderete certamente che una delle funzioni del Condizionale è di indicare un’informazione letta o sentita, ovvero non necessariamente confermata. Una supposizione insomma, dalla quale volete prendere le distanze o meno. In pratica, uno sballo. Potete esprimere un’idea qualunque senza prendere una posizione, o quantomeno renderla manifesta, se c’è. Secondo studi recenti, gli Italiani sarebbero i più paraculi d’Europa, ma, tranquilli, è tutto da confermare. E poi non siete voi che l’avete detto. Cioè, se aveste detto Credo che gli Italiani siano i più paraculi d’Europa, vi si poteva pure contestare. Quel “credo” vi avrebbe esposto al pubblico ludibrio in modo inequivocabile. Ma così no, cari. Voi non pensate, riportate. Siete innocenti ergo inattaccabili. Figo, no?

 

Elda Cannarsa

 La foto presente in questoarticolo è stata presa da Internet,e quindi valutata di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione

 

 

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