IL SINDACO DI RADICOFANI NOMINATO PRESIDENTE DEL PARCO DELLA VALDORCIA. E QUELL’ECOMOSTRICIATTOLO SOTTO ALLA ROCCA?

RADICOFANI – Francesco Fabbrizzi, giovane sindaco di Radicofani, è il nuovo presidente della società del Parco artistico naturale e culturale della Val d’Orcia, il cui territorio di rifermento coincide con l’area dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel giugno del 2004.
“A dieci anni dal riconoscimento Unesco – dichiara il neo presidente – e a quasi vent’anni dalla nascita del Parco, si impone un rilancio delle linee guida, allora innovative e ancora attuali, che lo ispirarono. I fini erano e restano di all’uomo un effettivo miglioramento economico, attraverso uno strumento dinamico che fosse nello stesso tempo di tutela, di valorizzazione e di sviluppo e che non ingessasse il territorio trasformandolo in qualcosa di museale”.
Le cinque comunità che hanno voluto il Parco, (Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d’Orcia), aggiunge Fabbrizzi, “hanno accettato una sfida, che sta nel coniugare la tutela e la promozione della comune identità culturale con le esigenze di uno sviluppo che ad un tempo viva delle molteplici risorse del territorio e sia attento a preservarle per le generazioni che verranno”.
“Dovremo rafforzare – sottolinea il presidente – la nostra missione sociale a partire da progetti di marketing di destinazione e sullo sviluppo ecosostenibile. Molto è stato fatto – osserva ancora Fabbrizzi – ma ci sono ancora tante potenzialità da esprimere”.
Parole condivisibili. E un bel riconoscimento al sindaco di Radicofani. Ma che vuol dire “non ingessare il territorio trasformandolo in qualcosa di museale”?
Significa, per esempio consentire la costruzione di un ecomostriciattolo come quel casotto rosa in muratura osto a pochi metri dalle mura della rocca di Radicofani, uno dei luoghi più evocativi e simbolici di tutta la Valdorcia? Evidentemente sì, visto che il casotto è lì da tempo e non pare che Fabbrizi ne sia preoccupato.
I comuni che compongono il parco l’hanno pure “premiato” con la nomina a presidente. Quindi dov’è il problema? Quell’ecomostro (piccolo, ma sempre ecomostro) è un problema solo per noi. Ne prendiamo atto. E… viva la Valdorcia, viva il parco artistico Naturale e viva l’Unesco!
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Ora vedrai come scatta l’indignazione di tutti quelli che sono insorti per l’uccisione di “mamma orsa” e di quelli (sempre gli stessi?) che hanno gridato allo scandalo per le cartacce del rave party.
già li vedo…
Io sono tra quelli che hanno gridato contro l’uccisione dell’orsa Daniza, e sinceramente non trovo attinenza con il casotto di Radicofani. So che non è questo post che può ospitare dei commenti sul rispetto degli animali, voglio solamente far notare che è fuorviante questo accostamento. Esiste un modo superficiale e romantico che fa avvicinare le persone al mondo animale e di solito si ferma al lato affettivo e non è da denigrare. Molti umani però arrivano a prendere in considerazione e soffermarsi sul rapporto uomo-natura, uomo- animali attraverso un percorso di pensieri e riflessioni che coinvolgono anche i sentimenti ma sono frutto della ragione. Forse per il bene di tutti certe riflessioni dovrebbero trovare più spazio.
L’ecomostriciattolo di Radicofani, a parer mio, non è frutto né dei sentimenti né del ragionamento, semplicemente risponde ad una utilità commerciale e consumistica che come sappiamo guida ormai gli uomini in ogni loro scelta.
Luana, il riferimento agli animali e agli ecologisti a targhe alterne richiama un altro articolo di qualche giorno fa. Questo (e secondo me attinenza c’è, eccome se c’è…): https://www.primapaginachiusi.it/2014/09/perche-ci-si-indigna-giustamente-la-quercia-delle-checche-ecomostri-inquinamento/.
Quanto alla “logica che guida gli uomini”, diciamo che quella potrà anche guidare i baristi e i ristoratori, ma non dovrebbe guidare gli amministratori. E se poi gli amministratori che cedono ad una logica del genere vengono pure “premiati”, siamo in un bel mare di… merda.
Infatti siamo in quella melma.
Dietro al silenzio delle persone non c’è solo opportunità, il più delle volte, secondo me, non si manifesta disapprovazione perché tutto sommato certe scelte delle Amministrazioni locali sembrano “normali” proprio perché rispondono a quella logica.
“Lo sviluppo” a tutti i costi, anche a rischio suicidio. Non occorre lo sbocca Italia, serve lo sblocca cervelli!
il casotto da glriglia o il casino da arrosto è una strutturella in mattoni e cemento piazzata con senso estetico perfetto prorpio nel piazzale all’ingresso della rocca di Radicofani. La baita di ristoro a 10 metri non poteva certo soddisfare le esigenze di rosticceria e quindi il casotto casino è li a presidiare insieme alla rocca tutta la valdorcia e a testimoniare l’irrimediabile degrado di questi nostri tempi