STAZIONE ALTA VELOCITA’: OGNUN PER SE’… MA E’ SOLO PROPAGANDA

IL SINDACO DI TORRITA DI SIENA GRAZI A SOSTEGNO DELL’IPOTESI CHIUSI
CHIUSI – Contestualmente alla firma del protocollo d’intesa tra le due regioni Umbria e Toscana sull’opportunità di realizzare una stazione per l’alta velocità nel tratto Firenze-Roma e per la precisione tra Arezzo e Chiusi, con indicazione di massima per la zona di Farneta-Terontola nell’aretino, ma più baricentrica rispetto a Perugia, il sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli ha invece avanzato la candidatura di Chiusi in un incontro con il viceministro alle infrastrutture Nencini. Poco dopo, i sindaci di Città della Pieve e Fabro, Fausto Scricciolo e Maurizio Terzino hanno invece diffuso una nota in cui rilanciano l’ipotesi Ponticelli, chiedendo su questa anche l’appoggio di Chiusi.
Tre ipotesi, una diversa dall’altra avanzate da soggetti diversi (ognuno tira l’acqua al proprio mulino: l’assessore regionale toscano è di Arezzo e quindi punterà sull’aretino, Scaramelli punta su Chiusi e i suoi colleghi di Città della Pieve e Fabro su Ponticelli, che è vicino a Chiusi ma in Umbria…), ma la cosa singolare è che tutti i soggetti fanno capo al Pd. Quando si dice le idee chiare e l’unità di intenti.
Ieri anche il sindaco di Torrita di Siena, Giacomo Grazi, si è schierato in favore della “battaglia” per l’alta velocità nel territorio senese. Precisamente a Chiusi che rappresenterebbe un luogo baricentrico rispetto a molte realtà: Siena, Arezzo, Perugia, Orvieto.
Scrive Giacomo Grazi: “Non può che piacerci l’idea e la possibilità di realizzare una stazione dell’alta velocità a Chiusi – commenta il sindaco torritese –. Così potremmo anche valorizzare e dare nuova vita alla linea Chiusi-Siena. Si tratta di un punto strategico anche per noi, la nostra stazione potrebbe essere sempre di più la fermata della Valdorcia. Anche noi puntiamo su questo progetto. La mia speranza è che si vada avanti in questa direzione. Da Torrita in quindici minuti siamo a Chiusi e in altri trentacinque-quaranta minuti arriveremmo a Roma con l’alta velocità. E’ quasi superfluo dire quale opportunità di sviluppo rappresenterebbe questa nuova stazione, potrebbe essere una svolta per tutti noi. E in questo modo potremmo anche valorizzare la nostra stazione, che è a due passi dal centro storico e in un’area densamente abitata e piena di uffici e negozi”.
Ognuno dice la sua insomma, come un fiume che via via si ingrossa. Ma nessuno che porti due dati a conforto della propria tesi, nessuno che prenda in considerazione l’ipotesi di fare non una battaglia per la nuova stazione, ma una battaglia per quella esistente. I treni AV, volendo, possono già fermarsi adesso alla stazione di Chiusi (quella esistente) utilizzando per entrare e uscire dalla linea AV le connessioni di Ponticelli a sud e Montallese a nord. Lo stesso si può fare a Orvieto e ad Arezzo. Tutto questo senza spendere un euro e senza consumare un metro di territorio o di cemento. Se già adesso ne fermassero due o tre a Chiusi, due o tre ad Orvieto, due o tre ad Arezzo i problema per il territorio sarebbe risolto.
Quanti treni AV s dovrebbero fermare alla nuova stazione in linea di Chiusi (o dovunque si facesse)? Né Scaramelli, né Grazi, né gli altri lo dicono. Che fermino tutti è impensabile. E quanto ci mette in termini di tempo un treno AV a frenare, a uscire dal binario di corsa e a fermarsi alla stazione in linea? Quanti minuti guadagnerebbe rispetto ad una fermata a Chiusi, con uscita a Montallese e rientro a Ponticelli e viceversa?
E inoltre: quanti sono attualmente i passeggeri di questo territorio che usano l’alta velocità e quanti quelli che usano invece i treni regionali o Intercity? Quante persone di questo territorio considerando nel terrritori anche Perugia, Siena e Orvieto, hanno realmente necessità di raggiungere Milano (perché l’alta velocità ha senso per le ratte lunghe) in tempi rapidissimi?
E quale tipo di utenza potrebbe usufruire dell’alta velocità, visto il costo del biglietto? I manager senza dubbio, qualche politico senz’altro, alcuni imprenditori certamente… Ma quanti sono in tutto questi manager e imprenditori? E poi? i turisti? Difficile. Tendono sempre a spendere il meno possibile. Gli studenti? neanche per sogno. I pendolari? Forse quelli che lavorano nei ministeri o in qualche banca come funzionari o direttori. Il resto neanche a pensarci…
Il sindaco di Torrita di Siena, Grazi, parla di indotto per i paesi come il suo… Ma la stazione in linea, dovunque si facesse, sorgerebbe in mezzo alla campagna (come è in mezzo alla campagna quella di Reggio Emilia, unica esistente in Italia) e dunque servirebbero anche una serie di infrastrutture di supporto: posteggi, autolinee di collegamento, taxi, negozi… Sì perché i negozi in mezzo alla campagna di solito non ci sono. Quelli sono nelle città, nei paesi. A Chiusi Scalo o ad Orvieto o ad Arezzo ci sono. Anche davanti alle stazioni.
E le strade per questo flusso di viaggiatori (ammesso che ci sia) in direzione delle nuova stazione, sarebbero adeguate? Avete presente la SR 71 tra Terontola e Chiusi, la Fondovalle tra Chiusi e Fabro, la Sr 146 tra Chianciano e Chiusi, la 326 da Sinalunga a Chiusi, o la ’75 del Trasimeno, la E 45… Già adesso sono piene di frane, buche, avvallamenti, semafori provvisori; alcune sono ai limiti della praticabilità e hanno il limite di 30 km orari, imposto dalle condizioni del manto stradale. Allora: avrebbe senso arrivare da Roma a Chiusi in 40 minuti e poi perderne altrettanti per arrivare che so a Fabro, a Castiglione del Lago o a Chianciano?
Ci piacerebbe che i sindaci, se vogliono lanciarsi in certe battaglie, lo facessero con cognizione di causa, con dati alla mano, con un minimo di conoscenza del territorio. Può darsi che i dati convincano anche gli scettici, come noi. Finora però abbiamo assistito a molte sparate, ma di dati nemmeno l’ombra. E anche la conoscenza del territorio pare quantomeno un tantino approssimativa e difettosa…
Ecco, ci piacerebbe insomma discutere della cosa, ma seriamente. Fuori dalla propaganda e da logiche di bottega. Invece per ora solo propaganda e logiche di bottega. Tanto per dire: non ci risulta che l’amministrazione di Chiusi abbia risposto all’appello dei sindaci di Città della Pieve e Fabro sull’ipotesi Ponticellli. A noi non convince nemmeno quella, ma perché Scaramelli non risponde a Scricciolo e Terzino? Sono anche compagni di partito oltre che dirimpettai…
Riportamo di seguito alcuni commenti all’articolo pubblicati su facebook:
Grazie… tema molto interessante che personalmente conosco molto molto bene. Tra il 2000 e il 2003 per lavoro ho fatto ogni settimana Chiusi-Milano e viceversa con l’Eurostar che fino ad un certo punto ha “dormito” a Chiusi dalle 23 alle 6 e alle 6 del mattino partiva per Milano..poi è scomparso a favore di Arezzo e alla fine è scomparso del tutto per l’incapacità storica di guardare più lontano del proprio dito di chi vive (e di conseguenza di chi amministra) le terre più belle del Mondo! Sai come finirà questa cosa? Non se ne farà nulla! L’unica stazione “intermedia” di alta velocità al momento esistente è quella MedioPadana a Reggio Emilia dove c’è un bacino di utenza interessante (Parma, Reggio Emilia, Modena e tutto l’indotto) e la stazione è stata costruita in poco tempo direttamente sui binari esistenti dell’Alta Velocità. Il treno perde 5 minuti in tutto. Purtroppo anche a Reggio Emilia non hanno costruito nessun raccordo con le linee locali quindi la stazione secondo me è quasi inutile cosi com’è. Però per gli utenti locali è una cosa buona e per le fiere (Modena, Reggio Emilia e Parma si fanno la guerra da sempre con le fiere) è una cosa grandiosa anche se poi devi prendere un taxi. Nel caso Aretino-Senese-Perugino-Ternano ci sarebbero molte opportunità (al pari di Parma-Reggio Emilia-Modena) ma i soldi sono molti in meno, la mentalità è molto indietro, il peso politico è pressoché nullo e le idee sono poche e confuse. La storia della A1 negli anni 70 con i Fanfani di turno sembra ripetersi…… Come uscirne? Con un tavolo di cittadini competenti ed aperti, un comitato che rompa le palle 24 ore su 24 a tutti gli organi, una forza esterna agli interessi che guardi lontano! Io vivo a Milano ma il mio contributo lo darei volentieri, vorrei vedere le terre dove sono nato e cresciuto fiorire di ricchezza culturale ed economica molto più di adesso! Serve innanzitutto un business plan, il posto dove eventualmente fare la stazione è secondario…
Fabio Della Lena
Bella riflessione Fabio!Condivido sia il tuo pensiero, che quello di Marco. Purtroppo anche io penso che la questione si risolva in una bolla d’acqua. Da pendolare della tratta Roma-Chiusi, tutti i giorni, 5 volte la settimana, posso garantirti che l’offerta degli Intercity è peggiorata nettamente, hanno diminuito ” le corse”, i treni sono sporchi e spesso e volentieri hanno dai 30 ai 40 minuti di ritardo. Il personale a bordo non sempre da risposte giuste ed adeguate alle esigenze dei pendolari. trovare una soluzione intermedia, come dici tu, in questo caos di interessi e di poco “peso politico”, vista anche la vastità del nostro territorio, non è poca cosa. Non sono un tecnico e non so quale sia la stazione migliore per contemperare esigenze di un vasto bacino di utenza ( anche se per “amor di patria” e per convinzione ritengo Ponticelli). So solo che le questioni poste da Marco non sono di poco conto e dovremmo tutti tenerle a mente, soprattutto chi ci amministra.
Chiara Lucacchioni
Credo che sia necessario proporre un dibattito serio sulla questione specifica, per sottolineare almeno tre punti. Primo: finora la proposta non mi sembra sia basata su alcun studio (e servirà uno studio serio, non uno studio che riporti numeri parziali o interpretati a piacimento). Secondo: nel tempo che la proposta viene analizzata seriamente (e da chi ha gli strumenti), si potrebbero usare le energie per far fermare qualche treno AV nella stazione già esisteste; la fermata dei treni AV nella stazione già esistente non è un controfattuale perfetto di una stazione AV in linea, ma può fornire un’idea abbastanza chiara (e a basso costo!) dell’impatto che la stazione in linea potrà avere sull’utilità dei viaggiatori e sul famoso ritorno economico. Terzo: è importante proporre e discutere progetti alternativi di uguale o minore costo, che potenzialmente possano portare vantaggi in termini di utilità (e se si vuole anche di benessere economico) maggiori della stazione AV.
La vera crisi non è tanto non avere risorse economiche ed assistere al taglio di quelle pubbliche poichè le risorse dilapidate fanno si che non ci sia più trippa per gatti, la vera crisi è questa che dicevi tu Marco, ed è una crisi politica, di modo di pensare, di progettualità,
di non aver capito e vissuto il tempo da dove si viene ed è chiaro che si smarrisca il senso di dove si vuole andare.Ed è crisi prima ancora che di tutto un partito, è crisi di livello delle persone addette alla politica, perchè sono l’espressione diretta degli elettori.Ed anche se individualmente potrebbero avere qualche merito che li distingua,spesso in furbizia e scaltrezza(anche quella neanche tanta)cosa ben diversa dall’intelligenza, e questo di fronte a tali tematiche risulta evidente poichè si prosegue nella visione che lo sviluppo siano le grandi opere anche se non ce ne sia bisogno.e se evidentemente per loro il bisogno ce n’è, il tutto coincide in tentativi atti a far funzionare il sistema in modo tale che secondo loro produca ricchezza, mentre è tutto il contrario.spese a non finire, mobilitazione delle macchine dei partiti, delle ditte ad essi legate, ed avanti così, fino alle inaugurazioni con tanto di fascia tricolore sul realizzato. Una realizzazione economica che costa immense spese e che non produce risultati adeguati alle spese. Ma cosa importa,diventano questi politici i padri della patria di tali opere.Non ostante il fumo i dati rivelati dall’Istat-non dal PD- parlano chiaro: crescita ancor più ridotta che equivarrà-questione di tempo-a dissanguare ancora di più i portafogli di quelle famiglie che oggi battono le mano, ubriacate dal giuoco delle tre carte degli 80 euro in busta paga, perchè è stato osservato che sia già ” un segnale di qualcosa che cambia”. Chissà perchè non si sporcano le mano a fare una seria riforma fiscale dove paghino coloro che debbano pagare e che sono 60 anni che non pagano il dovuto ….ah già ma ” Nazzareno Docet”, sennò sarebbe troppo facile, ed i consensi adesso che piovono dai ceti subalterni a quelli più in alto e che vengono convogliati verso lo ”snake charmer” di Pontassieve misurano la quantità dell’involuzione dell’Italia, prima culturale e poi chiaramente politica.I media schierati ormai nemmeno si contano per tali operazioni.
Che cos’è? Una gara a chi la spara più grossa?
…sembra proprio anche a me che sia una gara a chi la spara più grossa.Con rispetto di chi è intervenuto vorrei dire una cosa: ma su quali basi conoscitive si stabilisce la necessità che vi sia tale impianto ? Credo che le basi conoscitive debbano essere innanzitutto
la natura di un servizio, la possibilità che porti utilità ad una certa quantità di popolazione e non ad una utenza ristretta, i tempi di costruzione ed anche la quantità di risorse che vengono impiegate per una cosa del genere tenuto conto dei tempi foschi in cui cui dibattiamo ed anche quello che non si tenga mai presente -lo vediamo giornalmente dagli scandali che ci circondano a livello nazionale-che le grandi opere servano alla fine a finanziare i partiti.
Va bene questo oppure è una cosa che mi sono inventato io ?
L’unico cespite rimasto che alimenta la vita dei partiti è questo,quindi per favore non andiamo a rimestare giustificazionismi di sorta che non esistono ma servono solo a fare da cassa di risonanza a questo tipo di politica.A me sembra che si scateni il finimondo una volta che viene fatta una ”uscita” che contine molti aspetti basati sul nulla, con in prima fila le amministrazioni a tirare per la giacchetta le possibili alleanze in vista di spostare sul proprio territorio la realizzazione di simili progetti. E la chiamano politica….io la chiamerei apparire e non essere. ma purtroppo i tempi sono questi e finchè la gente non si rende conto degli scopi ‘per i quali vengono evocate queste cose resterà legata al fatto che la propaganda spicciola e veicolata ai quattro venti sia sempre quella che se non venissero tali realizzazioni si torni a farsi luce a lume di candela. Questa politica è proprio il contrario di quella che servirebbe.Vedi il resto d’Europa.