CHIUSI, IL COMUNE FA COSTRUIRE LA SEDE AI CANOTTIERI DLF. E ADESSO OGNI SODALIZIO POTRA’ CHIEDERE UGUALE TRATTAMENTO

CHIUSI – E’ arrivata la primavera. Dopo tanta pioggia, il primo sole e il primo caldo. Ma a primavera nascono i funghi? Di rado, di solito i funghi nascono in autunno. In compenso, a Chiusi, in primavera nascono i capannoni. No, niente di produttivo, con questa crisi, figuriamoci. Bastano e avanzano quelli che ci sono, molti peraltro sono chiusi. Nascono baracche in legno, lunghe 15 metri e larghe 4, roba tipo Canada, insomma. Una è spuntata in men che non si dica sulle rive del Chiaro, per di più nell’area verde di proprietà comunale, di fronte al ristorante “Da Gino”, a fianco della baracchetta con i bagni pubblici, anche quella in legno.
Nessun cartello, niente di niente che spieghi di cosa si tratti. La prima ipotesi è “Sarà qualcosa che serve al Comune, visto che è sul terreno del Comune”. No, non serve al Comune. Però “costituisce interesse del Comune”. Così c’è scritto in una delibera di giunta del 15 aprile scorso, che svela l’arcano. Con quella delibera, infatti, l’Amministrazione Comunale ha formalizzato una convenzione con una neonata società sportiva, la ASD Canottieri DLF. Che con la sua atleta di punta Chiara Sacco ha subito ringraziato su facebook il Comune. Quella baracca sarebbe infatti la “sede nautica” della Canottieri DLF, che, è bene ricordarlo, non c’entra niente con la storica Canottieri D’Aloja che ha la sede nautica e la vasca d’allenamento a 200 metri di distanza, dall’altra parte del posteggio, nei pressi del ristorante Pesce d’Oro. Diciamo che è… la concorrenza.
La Convenzione con il Comune prevede che l’ASD Canottieri DLF non paghi l’occupazioe di suolo pubblico, ma per la durata dell’accordo, si faccia carico della pulizia e manutenzione dei bagni pubblici, del taglio delle erbe e la potatura delle piante.
Ora, si può certamente comprendere, ed è condivisibile, l’attenzione dell’Amministrazione verso le varie realtà sportive cittadine e anche la ricerca di soluzioni affinché queste possano svolgere decentemente la propria attività. Ma quella baracca, in quel luogo forse non è la soluzione più giusta.
Per vari motivi: 1) la convenzione stipulata dal Comune con la ASD Canottieri DLF non parla di costruzioni, baracche ecc. ma solo di “occupazione temporanea di 50 mq di suolo pubblico da destinare alle attrezzature tecniche di servizio alle attività del sodalizio”. Detta così si potrebbe pensare a qualche attrezzatura di allenamento, non ad un edificio di 200 metri cubi, sebbene removibile…
2) la convenzione ha durata di 1 anno. Non è previsto rinnovo tacito. E tra un anno che succede? la baracca verrà smontata? E la Canottieri DLF dove rimetterà le barche?
3) l’area in questione oltre ad essere inserita in un “percorso natura” è anche sottoposta a vincolo di tutela ambientale e a norme che vietano ogni tipo di costruzione perché ad alto rischio idraulico…
4) con questa convezione, rispondendo all’esigenza di una associazione con la cessione di una porzione si suolo pubblico, con diritto a costruire una struttura (sebbene provvisoria, smontabile e removibile), il Comune crea un precedente. Ora ogni associazione sportiva o di altro genere (culturale, volontaristica ecc.) potrà, se ne avrà l’esigenza, chiedere una pari porzione di suolo pubblico, con possibilità di innalzare una baracca… E se nasce l’ASD Hockey su prato della Misericordia, la Nuova Cricket dei giovani pakistani residenti a Chiusi, quella di pattinaggio dell’Auser (no per l’Auser il pattinaggio forse non è adatto…), il Club Amanti della Moto, che fa il Comune, cede ai primi un pezzo di giardini pubblici, agli altri una parte dell’area di Pania o metà della pista adiacente al palasport, abbandona l’idea del centro merci e su quella strada incompiuta ci fa un circuito motoristico? E soprattutto come farà a dire di no a chi avanzerà delle richieste, sia che vengano da altri sodalizi sportivi, che per esempio da un gruppo rock, da un ensamble di musica da camera, da una compagnia teatrale? Anche quelle attività sono “di interesse pubblico” così come è stata considerata l’attività della Canottieri DLF… A questo punto sarà dura fare due pesi e due misure. C’è da aspettarsi che da domani mattina cominci la processione per le scale del Comune…
5) La delibera del 15 aprile asserisce che “è fatto salvo il rispetto delle prescrizioni vigenti nelle materie urbanistica, edilizia e di tutela del paesaggio”. Ce lo auguriamo per gli amministratori. Ci mancherebbe altro. Sarebbe grave, se oltre ad una scelta discutibile, avessero compiuto abusi o irregolarità.
Forse una maggiore cautela e una concertazione più ampia non avrebbe guastato. Ma a Chiusi le cose si fanno in fretta. Molto in fretta. Talmente in fretta che, nel caso specifico, nemmeno i consiglieri del DLF ne erano informati. Non tutti per lo meno. E ci son rimasti male…
M.L.
CANOTTIERI DLF, chiusi, LAGO DI CHIUSI
sono anni che molti pescatori sportivi chiedono di poter costruire capanni sulle rive del lago per tenervi le attrezzature e i motori. Ora si crea un precedente pericoloso, non vorrei veder sorgere sulle rive del lago una piccola favelas di capanni e capannoni.
“E’ fatto salvo il rispetto delle prescrizioni vigenti nelle materie urbanistica, edilizia e di tutela del paesaggio”, ma la costruzione che a mio avviso non è affatto removibile, essendo ben impiantata al suolo, é infissa a meno di 50 m. dallo specchio dell’acqua del lago. Non poteva essere trovato o imposto un accordo per l’utilizzo comune della struttura già esistente ?
Penso che in questa vicenda ci sono due aspetti da considerare, Il primo è che qualsiasi attenzione del Comune verso chi pratica sport e cultura e non è quindi passivo spettatore, è da apprezzare ed incoraggiare. Il secondo aspetto invece è capire quali sono i criteri attraverso i quali la Giunta privilegia certe Associazioni e se esiste una riflessione globale sulle risorse associative della nostra collettività o se invece si sceglie in base a simpatie personali. Comunque sia, meglio scegliere i Canottieri del DLF che i Testimoni di geova, come a quanto pare è avvenuto in passato.
Ma con questa scelta si è costituito un precedente… come farà ora il Comune a dire di sì a tutti?E Sopreattutto come farà a dire di no a eventuali richieste simili di altri sodalizi sportivi o di altro genere? Il comune non può a mio avviso scegliere, ma deve usare lo stesso metro per tutti e agire sempre nell’INTERESSE PUBBLICO…Perchè no i testimoni di Geova, per esempio, o i pescatori, i rugbisti, i pallavolisti, i pattinatori, i jazzisti, gli arcieri, i surfisti, se la richiesta è legittima? E dove lo trova il comune un po’di suolo pubblico per tutti? In questo senso, credo che si tratti di una scelta discutibile. Poi c’è pure l’aspetto del luogo sottoposto a vari vincoli, forse poco idoneo anche quello. Infine una domanda: i canottieri Dlf hanno speso 30 mila euro per quella capanna… tutti quei soldi solo per un anno? Perchè tra 1 anno la convenzione scade. E dopo?
Allora se vogliamo approfondire, forse quei terreni non sono neppure proprietà comunale, ma in concessione. Che tipo di concessione e per quanti anni? E gli altri capannoni lato Pesce d’Oro? Per me il problema rimane quello dei criteri di scelta.
Luana, l’articolo cita una convenzione stipulata tra Comune e asd CANOTTIERI DLF. Se ha fatto una convenzione, il Comune sarà certo della proprietà del terreno (altrimenti sarebbero degli irresponsabili). La convenzione è per 1 anno, con esclusione di rinnovo tacito. Tra 12 mesi i canottieri Dlf dovranno smontare la baracca, salvo che, come spesso accade in Italia, il provvisorio non diventi definitivo… a forza di proroghe, rinnovi e aggiustamenti…. Quindi, la scelta e il criterio adottato sono discutibili, il luogo pure. In più resta il “precedente” che può dare la stura ad altre richieste analoghe, che sarebbero altrettanto legittime, ma difficilmente esaudibili… Certo, i canottieri non potevano avere una sede alle Biffe… Ma per lo stesso motivo un’eventuale squadra di rugby o di pattinaggio o di volley dovrebbe avere un posto idoneo… Diciamocelo chiaramente: senza malafede, e magari solo per dare una risposta positiva ad un gruppo di giovani, è stata fatta, con troppa nonchalance, una cazzata. Tanto più se i terreni fossero solo in concessione e non di proprietà… E sorvoliamo sui vincoli ambientali paesaggistici, legati al rischio idraulico ecc…