NICHEL NELLA FALDA, BIOECOLOGIA RISPONDE: “NOI NON C’ENTRIAMO”. MA…

giovedì 30th, gennaio 2014 / 15:31
NICHEL NELLA FALDA,  BIOECOLOGIA RISPONDE: “NOI NON C’ENTRIAMO”. MA…
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CHIUSI – Quando si dice la tempestività. Oggi alle ore 13,05 abbiamo pubblicato su questo sito un articolo in cui ci si domanda come mai Bioecologia e altre aziende non abbiano, finora (4 mesi) ritenuto opportuno dire la loro sull’inquinamento da nichel della falda acqufera di Fondovalle. lle 13,50  è pervenuto alla redazione, per posta elettronica, il comunicato stampa della ditta Bioecologia Srl sulla questione. Comunicato con il quale l’azienda che gestisce il depuratore esclude ogni collegamento tra i valori di nichel riscontrati nella falda e la propria attività.

Bene. Era ora. Ringraziamo Bioecologia per la presa di posizione. Che è questa:

Valori di nichel a Chiusi, la precisazione di Bioecologia: «Nessun collegamento tra i valori rilevati e la nostra attività»

In merito agli articoli di stampa pubblicati di recente da alcuni quotidiani locali e nazionali relativi ai valori di nichel riscontrati nella falda idrica nella zona di Chiusi Scalo, Bioecologia ribadisce che tali concentrazioni non possono essere fatte risalire in alcun modo alla propria attività produttiva. A stabilirlo è stata l’Arpat che nel novembre del 2013 ha precisato anche che “la costante presenza di valori eccedenti il valore soglia per il nichel potrebbe essere messa in relazione con la geologia del territorio”. I valori superiori ai limiti di legge sono stati infatti rilevati anche a monte dell’impianto rispetto alla direzione di falda a conferma della non correlazione dell’impianto con l’andamento della presenza di nichel nella falda. Secondo l’Arpat, inoltre, “l’andamento dei valori non è mai stato rappresentativo di un trend crescente da mettere in relazione ad eventuali impatti dovuti all’attività produttiva”.
Si ricorda che il monitoraggio presso l’impianto in oggetto è stato autorizzato con l’Autorizzazione integrata Ambientale e che i controlli da parte dell’Azienda – affiancati a quelli di Arpat – sono stati avviati nel 2008 con periodicità semestrale. A tali attività, sono infine da aggiungere quelle programmate con l’obiettivo di potenziare le misure di controllo e di verifica, sia a monte che a valle dell’impianto. E’ infine da sottolineare che il servizio di depurazione degli scarichi fognari delle imprese presenti nell’area artigianale di Chiusi Scalo è effettuato Bioecologia, attraverso una convenzione con il Comune di Chiusi e il gestore del servizio idrico integrato, solamente a partire dal 2009.
Bioecologia ritiene, quindi, priva di fondamento ogni associazione tra l’impianto e la presenza di nichel e del tutto immotivata la diffusione di tutte quelle notizie che oltre a causare un infondato allarme, possono ledere l’immagine dell’Azienda.
In considerazione dei dati sopra forniti, che dimostrano in modo oggettivo l’assoluta estraneità dell’attività produttiva svolta da Bioecologia rispetto ai valori riscontrati, questa Società si vedrà costretta ad assumere ogni iniziativa utile per tutelare l’onorabilità del proprio operato laddove l’impianto di Chiusi venisse associato alla presenza di nichel nella falda idrica.

Chiusi, 30/01/2013

Questo, come dicevamo il, comunicato del gestore del depuratore. Che purtroppo, però,  non chiarisce nulla. Per un semplice fatto: perché fa riferimento alla nota Arpat dei primi di novembre, in risposta agli articoli di primapagina  e da noi pubblicata il 6 novembre 2013. L’Arpat  dice che “la costante presenza di valori eccedenti il valore soglia per il nichel potrebbe essere messa in relazione con la geologia del territorio”. Potrebbe. Cioè quella della conformazione geologica è una delle ipotesi possibili, non l’unica, ipotesi di cui anche noi abbiamo già parlato e che il sindaco si era impegnato a verificare. Cosa che non ha fatto. Secondo: non è vero che “l’andamento dei valori non è mai stato rappresentativo di un trend crescente da mettere in relazione ad eventuali impatti dovuti all’attività produttiva”, perché come abbiamo già scritto più volte, il trend di crescita c’è, visto che il picco più alto, dal 2008 si è verificato nel 2013…  Terzo: la contaminazione è stata rilevata anche a monte dell’impianto, ma solo nel 2012: gennaio e luglio.  In quel periodo la falda sotterranea potrebbe essere cresciuta di livello, allargandosi anche a monte… Le altre 17 volte, la contaminazione è stata rilevata a valle…

Insomma, al di là delle minacce di portare gli ‘allarmisti’ in tribunale (film già visto anche questo. E forse vale la pena ricordare che i dirigenti di Bioecologia ci sono già finiti in tribunale e furono pure condannati nel 2001) la nota  di Bioecologia nulla aggiunge e nulla toglie a quanto scritto fino ad ora, cioè  da ottobre ad oggi, e fa riferimento al comunicato Arpat già ampiamente analizzato su queste colonne e discusso pure in Consiglio Comunale il 28 novembre. Se tutto fosse già stato chiarito, come mai il Comune, che pure si è mosso poco e male, avrebbe successivamente a quella seduta, convocato la Commissione Ambiente e dato mandato ad essa di fare ulteriori accertamenti? Che bisogno c’era, se il problema non sussiste? La nota Arpat del resto era già nota e il vicesindaco asserì, in risposta ad una interrogazione della Primavera, di aver avuto anche contatti diretti con l’agenzia regionale. Evidentemente i chiarimenti non sono stati ritenuti esaustivi.

Quindi nulla di nuovo sotto il sole (anzi sotto la pioggia).  Scommettiamo che domani tutti i quotidiani pubblicheranno la nota di Bioecologia e titoleranno: “Nichel a Chiusi, il problema non esiste”?

 

 

 

 

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