CASO NICHEL: PERCHE’ BIOECOLOGIA E ALTRI NON PARLANO?

CHIUSI – Ci sono molte incongruenze sulla questione della contaminazione da nichel della falda acquifera di Fondovalle. La prima è senza dubbio l’inerzia del Comune e del sindaco in particolare che nonostante le sollecitazioni e nonostante il rischio di finire sotto accusa per omissione in atti d’ufficio, non ha attivato procedure concrete per verificare l’origine dell’inquinamento e eliminare i rischi per la popolazione e per l’ambiente. Incongruenza, dicevamo, perché non si capisce il motivo di tale atteggiamento, essendo il Comune non l’imputato, ma la parte lesa nella vicenda. Troppo impegnato nella Direzione Nazionale del Pd e nel sostegno a Renzi, il sindaco, per occuparsi di questa storia?
Altra incongruenza: come mai ARPAT Toscana dopo aver scoperto la contaminazione da nichel, dunque un reato, non ha comunicato nulla alla magistratura? Di fronte ad una notizia di reato, non è obbligatoria la comunicazione?
Quando in passato e anche recentemente, Primapagina ha sollevato altri casi di inquinamento o possibili rischi ambientali e per la salute, le reazioni non si sono fatte attendere.
Un anno fa, in seguito ad una serie di articoli che riferivano dell’allarme della popolazione di Chiusi e di alcuni paesi limitrofi (guarda caso proprio quelli più vicini all’area del fondovalle e cioè Ponticelli e Cetona), per il numero elevato e in aumento di tumori e malattie rare, la Asl 7 rispose affermando che i dati segnalavano una situazione “nella norma”. La risposta non fu troppo convincente perché i dati erano riferiti a tutta la Valdichiana senese e non all’area presa in considerazione. Ma fu comunque una risposta tendente a tranquillizzare.
Quando sollevammo il problema del capannone pieno di rifiuti speciali, anche tossici e nocivi (di origine agricola) situato nei pressi del bivio dei Quattro Poderi, tra Chiusi e Montallese, la ditta interessata Cascina Pulita Srl si affrettò a spiegare la natura dei rifiuti, le modalità di trattamento e le autorizzazioni di cui disponeva. Anche in questo caso la risposta ci fu e rapida. Era settembre 2012.
Sempre nel settembre 2012, in seguito al servizio anche fotografico, sullo stato in cui versava il depuratore delle Torri nuovo di zecca, ma chiuso e già ostaggio di rovi e erbacce, il Comune e la società Nuove Acque non solo risposero, ma si attivarono per tagliare i rovi e sistemare l’impianto, inaugurato poi nell’autunno scorso.
Stessa cosa successe quando nella primavera2013 Primapagina diede risalto alle proteste di alcuni cittadini e operatori della zona industriale delle Biffe per le esalazioni maleodoranti provenienti dal Depuratore di Bioecologia. Il gestore dell’impianto, Bioecologia Srl appunto, non solo precisò che non c’erano rischi, ma organizzò addirittura un open day, per consentire la visita all’impianto.
Quando, alcuni anni fa, a finire nelle cronache furono le esalazioni della Metalzinco, che provocavano fastidio alla respirazione e agli occhi, a scrivere al giornale furono prima l’azienda, poi gli operai del consiglio di fabbrica, preoccupati per le conseguenze che le polemiche avrebbero potuto arrecare al loro posto di lavoro.
Qualche settimana fa, quando abbiamo dato notizia del sequestro da parte della Forestale di una “discarica abusiva” di liquami avicoli (350 tonnellate) in località Le Coste, in territorio pievese, l’azienda Le Coste smentì immediatamente il proprio coinvolgimento, spiegando che il deposito abusivo era vicino, ma fuori dei confini aziendali.
Negli anni ’80 e ’90 le ditte Lodovichi e Effedì ci trascinarono (la prima due volte) in Tribunale per aver denunciato uso di sostanze cancerogene o i rischi connessi allo smaltimento dell’amianto… Naturalmente persero. E il Tribunale non solo diede ragione a Primapagina, ma ne sottolineò anche l’impegno civile e il ruolo di “sentinella” rispetto alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Insomma le reazioni ci sono sempre state. Sul nichel no. Niente di niente.
Perché Bioecologia Srl (in fin dei conti l’inquinamento è stato scoperto facendo controlli al suo depuratore) e Metalzinco che si trova non molto lontano, per esempio, non hanno finora ritenuto necessario dire “noi non c’entriamo” o quantomeno “noi il nichel non lo trattiamo” ?
Perché in altre circostanze si sono affrettate a precisare, a spiegare e questa volta no? Nemmeno una parola che magari avrebbe potuto dare un contributo a capire e indirizzare le ricerche?
Non hanno letto gli articoli di primapagina? Possibile. Non è obbligatorio. Ma c’è stata anche una discussione in Consiglio Comunale e la cosa è emersa pure nelle recenti assemblee pubbliche sullo stadio organizzate dal Pd e dalla Primavera ed è rimbalzata a più riprese sui social network.
Possibile che una vaga eco della questione non sia arrivata alle Biffe?
Nessuno, finora, ha gettato la croce addosso a nessuno. Nessuno ha puntato il dito su questa o quell’azienda. Né sul Comune, se non per l’inerzia e la mancata attivazione di procedure per venire a capo del caso.
Il silenzio in questa storia non è d’oro. Anzi è un pessimo indizio… Se non altro un indizio di scarsa attenzione e scarsa considerazione dell’opinione pubblica.