I RENZIANI E IL FORTINO BULGARO: SE IL NUOVO CHE AVANZA E’ ‘NORMALIZZAZIONE’

CHIUSI – Si possono condividere o meno le posizioni dei giovani leoni (e leonesse) dell’esercito renziano di questo territorio. Ma una cosa vera, verissima, in questi giorni l’hanno detta quando hanno affermato di rappresentare il “fortino bulgaro”, cioè la roccaforte più robusta e inespugnabile delle truppe di Matteo in provincia di Siena e in Toscana. E in effetti la situazione è “bulgara”. Nel senso storico del termine. Non mi riferisco però ai numeri che sono certo da partito unico, senza nemmeno una minoranza finta all’interno (come avveniva anche in Bulgaria prima della caduta del muro di Berlino). Mi riferisco al clima che si respira. Al clima di “normalizzazione”.
In tutta Italia c’è fermento, ci sono manifestazioni di piazza, scioperi, blocchi stradali. Al Brennero quelli della Coldiretti; a Ventimiglia, a Torino, a Savona, a Roma e giù fino in Puglia il movimento dei forconi; nel casertano i cittadini che protestano contro chi ha creato la terra dei fuochi, avvelenando campi, acqua e persone; a Milano gli studenti dei centri sociali, a Roma la Fiom di Landini…. A Chiusi,in Valdichiana e nella vicina Umbria niente di niente. Neanche un venticello di protesta. Le cronache dei quotidiani e delle tv locali parlano solo di “nuove aziende che aprono”, di allestimenti natalizi, di qualche spettacolo teatrale in programma e degli incontri tra i renziani e degli incarichi che hanno adesso a livello nazionale… Stop. In questo territorio la crisi non esiste. La protesta nemmeno.
Nulla che non sia “allineato e coperto”, riesce a far notizia.
La Primavera di Chiusi chiama un giornalista e blogger senese, “l’eretico” Raffaele Ascheri a parlare della crisi Montepaschi (uno scandalo che per proporzioni trova un precedente solo nello scandalo della Banca Romana del 1891…), ma si ritrova a parlare con se stessa, senza interlocutori con cui confrontarsi. A Chiusi e dintorni evidentemente la crisi e lo scandalo Mps non preoccupano nessuno. Tutt’al più, la stampa regionale e provinciale riferisce delle posizioni della presidente della Fondazione sull’aumento di capitale attualmente in discussione. Sulle esternalizzazioni annunciate dalla banca, sui miliardi (miliardi!) spariti, sui processi giudiziari in corso e quelli a venire, su ciò che significa la crisi Mps per il territorio… sembra sia calata una coltre di nebbia.
Due mesi fa si scopre (lo scopre Primapagina) che una parte di territorio e una falda acquifera a valle di Chiusi Scalo è da 5 anni contaminata da nichel, metallo pesante, cancerogeno. L’inquinamento è confermato e certificato dall’Arpat, dal gestore di un depuratore su cui sono stati effettuati dei controlli e pure dal Consiglio Comunale, con il vicesindaco che afferma “il dato è rilevante”. Eppure anche in questo caso nessuno che si preoccupi, tranne appunto Primapagina che ha sollevato il problema e lo ha più volte portato all’attenzione dei lettori e tranne La Primavera che ha presentato una interrogazione in consiglio. Il resto niente. Nemmeno una parola dal gestore di quel depuratore che pure ha rilevato la contaminazione (la scoperta è avvenuta in seguito a controlli su quell’impianto, ma non è detto che sia quella la causa); né da altre aziende situate nei pressi, niente dai sindacati, dalle associazioni di categoria, niente dai partiti e niente nemmeno dal Comune che invece ha l’obbligo di intervenire e quantomeno di spiegare. Niente dalla magistratura, né dalla gente comune che evidentemente ritiene il problema poco rilevante. Anche nella terra dei fuochi, 10-20 anni fa il problema non sembrava così rilevante. Nemmeno a Taranto…
E avanti. Per 7-8 negozi che aprono, con tanto di articoloni su giornali, ci sono altrettante aziende artigiane e commerciali che chiudono o chiuderanno a fine anno, altri posti di lavoro e stipendi che verranno a mancare. Ma nessuno sembra dar peso alla cosa. I cartelli “Affittasi” e “Vendesi” affissi alle vetrine fanno ormai parte dell’arredo urbano. Alcuni sono affissi da anni. Nessuno ci fa più caso…
Il nuovo orario ferroviario ha tagliato ancora treni e fermate alla stazione di Chiusi che di questo passo rischia seriamente di ritrovarsi nelle condizioni di quelle di Fabro, Castiglione del Lago o Camucia, come dicono i pendolari. E anche qui al di là dei pendolari, nessuno che alzi un dito o la voce. Chiusi, senza la stazione o con una stazione definitivamente declassata, sarà un’altra città. Più povera. Possibile che nessuno protesti?
La Regione Umbria ha annunciato l’imminente taglio, entro il 2014, dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno. Quindi anche quello presso l’ospedale di Castiglione del Lago, unico punto nascita del Trasimeno. Venti-trenta anni fa la gente faceva barricate per difendere i propri ospedali (anche con posizioni campanilistiche a volte), oggi, la notizia del punto nascita castiglionese non ha scatenato proteste. Qualche mugugno, al massimo. Qualche tweet o post ironico su Facebook. Stop. Eppure anche l’area del Trasimeno di battaglie sulla sanità e sugli ospedali ne ha vissute parecchie.
Le strade, anche quelle a maggior flusso di traffico, ex statali oggi regionali o provinciali come la 146, la 71, la 326, la Pievaiola o la Fondovalle sono ridotte a percorsi ad ostacoli degni del Camel Trophy. Buche, buche con acqua, frane, smottamenti, semafori provvisori, asfalto ridotto ai minimi termini… Gli automobilisti e i camionisti che le percorrono quotidianamente bestemmiano, si incazzano, i ciclisti della domenica rischiano la vita ogni 200 metri, ma nessuno che dica: “così non si può andare avanti”. Le amministrazioni si dichiarano impotenti perché senza soldi per asfaltare, riparare le frane, rifare i cordoli… Poi però si fanno rotonde improbabili, marciapiedi inutili dove non passerà mai nessuno… In altri tempi, altro che blocchi stradali! Ci sarebbe stata una manifestazione al giorno… Adesso niente. La gente bestemmia e va dal carrozziere a cambiare le sospensioni e il parabrezza saltati a causa delle buche… Punto.
Ecco cosa vuol dire “fortino bulgaro”. Una situazione generale “normalizzata”. Una situazione, appunto, da partito unico e da pensiero unico. Dove il dissenso non è previsto, o al massimo è e deve rimanere circoscritto ai “soliti rompicoglioni”, sempre meno peraltro.
Ecco, in questo senso, il nuovo che avanza rappresentato dal renzismo trionfante, appare – al di là dei proclami, degli slogan, del ‘give me five‘ tra i giovani leoni – una miscela più vecchia del primo topo. Un atteggiamento politico che il vecchio e vituperato Pci aveva già superato prima ancora di Berlinguer… La “normalizzazione” ha il sapore stantìo dello stalinismo da un lato e dall’altro ricorda Berlusconi e le sue battute sulla crisi invenzione della sinistra e gli alberghi pieni.
Naturalmente tutto questo non è addebitabile solo alle truppe renziane e ai “nativi democratici” che dello stalinismo possono anche saperne poco o nulla… Il problema è più complesso, come si diceva un tempo, e coinvolge tutti: i partiti, la stampa e i media, la cosiddetta società civile, la gente comune…
Ma i giovani leoni e le giovani leonesse renziane ci pensino. La palla adesso è in mano a loro. Ma la devono giocare e non tenere sotto il braccio. C’è sempre stato il ragazzino che, non volendo perdere, portava via il pallone e lo teneva stretto sotto il braccio, ma stava sulle palle a tutti.
Marco Lorenzoni
Lorenzoni, ma non ti è mai passata per la mente l’idea che forse qui stanno tutti tranquilli, perché tutto sommato la gente ancora se la cava ? In fondo questo è un territorio che ha vissuto con il lavoro pubblico, sanità, ferrovia, scuole, comuni e banche. Con questi lavori non diventi straricco, ma porti a casa di che vivere. Le piccole aziende che chiudono hanno numeri che possono essere assorbiti altrove magari a nero. Gli anziani sono la maggioranza e le pensioni aiutano tutta la famiglia. Si riducono i consumi e si va avanti.
A Chiusi non possono meravigliarsi di ciò che accade al Montepaschi, ormai sono anni che tutti sanno. Magari ora vengono fuori i particolari, ma la sostanza la conoscevano bene soprattutto quelli che frequentavano i luoghi della politica.
Non vorrei ricordartelo io ma la storia di quella banca a Chiusi l’abbiamo vissuta sulle nostre spalle e a nostre spese a 20 anni. Allora imperava il PSI, poi c’è stata tangentopoli e gli eredi del PCI hanno provato la scalata e ci sono riusciti alla grande, creando un sistema di potere che ha distribuito briciole a destra e sinistra e i piccioni sono stati tutti felici di essere imboccati.
Capisco che è difficile ammetterlo, ma quella generazione di giovani che volevano modernizzare il PCI e renderlo più democratico e trasparente hanno perso. Non c’è stata una crescita culturale di quella gente nata dopo la guerra e non si sono consolidati i valori che avevano animato l’antifascismo. Quello che è venuto dopo è sotto gli occhi di tutti. Nel “fortino bulgaro” dove per lavorare era utile appoggiarsi al potente di turno, la mentalità è rimasta quella: coperti e allineati perché se valeva prima a maggior ragione vale oggi che c’è più incertezza. E poi quando è finita anche la speranza, ci si aggrappa a tutto, qualsiasi zattera potrebbe portarti in salvo!
La storia di quel “vecchio e vituperato PCI” che abbiamo conosciuto è durata veramente il tempo di un battito d’ali.
Questi giovani sono il frutto del loro tempo, hanno il diritto dovere di provarci .
Certi loro atteggiamenti nascondono tanta insicurezza che li fa diventare arroganti e questo non li aiuta. Quello che mi spaventa di più è l’incapacità di interloquire in modo costruttivo e aperto. Renzi ha detto in una intervista in TV che ai rottamati lascia il compito di dargli consigli, credo che non sia questo che devono aspettarsi se imparano a confrontarsi troveranno con più facilità e da soli la strada giusta da percorrere.
In qualsiasi riunione grande o piccola che sia, oggi troviamo uno che parla e dieci che ruzzano con l’ultimo modello di cellulare (o come si chiama). Per me questo non è essere “ganzi” ma irrispettosi delle idee degli altri e delle proprie, la negazione del confronto.
C’è da augurarsi che strada facendo gli venga voglia di approfondire anche le idee degli altri, e se proprio non vogliono i “rompicoglioni”, magari sarà utile approfondire la storia recente di questo Paese (quella che non si studia a scuola) perché il rischio di ripetere errori già visti c’è tutto.
Sono d’accordo Luana. Ma devi convenire che nel fortino bulgaro ci stanno bene e comodi non solo i giovani renziani… sul fatto che noi, la generazione degli anni ’70, abbiamo perso, con me sfondi una porta aperta, ho pure scritto uno spettacolo tetarale intitolato “Bisogna saper perdere”… E sulla necessità di riflettere e ragionare anche sul nostro passato recente che dire? Ho provato a farlo in tutti i modi, con il giornale, con questo sito web, con libri e spettacoli… Molti hano mostrato di apprezzare… poi però ci ritroviamo nel fortino bulgaro, in mezzo a un mare di nebbia (non mi riferisco a quella di questi giorni), dove i problemi scompaiono e nessuno li vede…. o fa finta di non vedere. Dura pensare positivo in questa situazione…
Non è vero che la nostra generazione ha perso. Hanno perso certi valori e certe idee soppiantate dalla libertà, intesa come egoismo consumistico. Ma ora anche questa falsa novella presenta il conto, ed è salato. Anche il Gaber de “la mia generazione ha perso” è stato attento a far precedere a quella famosa espressione…”potremo raccontarlo ai figli senza alcun rimorso”.
Le esperienze non si trasmettono e l’unica cosa che possiamo fare è trattare i giovani nella giusta maniera che a mio avviso consiste semplicemente nel dirgli bravi quando lo meritano e criticarli quando sbagliano. Il confronto è sempre tra pari, mai tra livelli generazionali. Conosco delle splendide persone di trent’anni e loschi figuri di cinquanta.
A fare la differenza, mi pare ovvio, non è l’età ma ciò che si è.
Caro Lorenzoni, premetto che tutto quanto elencato da te nell’articolo sono cose di fondamentale importanza e di cui preoccuparsi e che le amministrazioni ne debbano prendere atto e procedere alle loro risoluzioni ….. Ma mi sento anche di associarmi a quanto detto da Luana Scipioni ……. Sono Giovane non sono come dici degli anni 70 e nonostante tutto secondo me non si tratta di sapere perdere ma tornare a far prevalere dei valori, facendo politica tornando nelle sezioni a discutere a proporre a disapprovare se necessario ….. e non rimanere immobili come gli ultimi anni i quali hanno portato alla situazione attuale a Chiusi come in altre parti ed a livello Nazionale, perchè in fondo quando si sta bene la gente se sbatte di proporre fare politica si fregia di essere amico del più forte e va avanti …….. Vorrei semplicemente ricordare Le Amministrazioni CECCOBAO ed eravate presenti tutti a queste decisioni
Caro Riccardo, personalmente da più di 30 anni faccio quello che posso, dal mio punto di osservazione, naturalmente. Non sono tra quelli che “sono rimasti immobili” anche se sono rimasto fuori dalle sezioni di partito (che ho frequentato in anni lontani)… E, in tutta franchezza, non credo proprio di poter essere accusato di aver avallato le scelte delle giunte Ceccobao. L’archivio di primapagina è consultabile per ogni eventuale verifica.
Marco non era riferito a te che so benissimo quanto fai e quello che esprimi è un mio pensiero su la situazione generale di Chiusi, tutto qua non sono una persona che attacca personalmente altre perchè esprimo una certa idea che per altro in parte condivido, ma L’attuale politica chiusina sai bene perchè è questo attualmente……… E m i stupisco che ci sia gente che ora è contro l’amministrazione che in un certo momento come bei cagnolini a detto si senza idugiare
C’e’ una diffusa rassegnazione nella gente:ognuno cerca di salvare quel che resta del proprio orticello ritirandosi nel privato e cercando qualche mezzuccio per campare.
D’altronde,dopo cica 20 anni,i rimedi proposti nella cosiddetta seconda repubblica,si sono rilevati peggiori dei mali.
L’incredibile pochezza delle nuove classi dirigenti e l’opposizione che parla piu’ a se stessa che ai cittadini,evocando scenari di guerra,crolli imminenti,tutti in galera,piu’ che convincere spaventa ed allontana.
Fuori Berlusconi dentro Monti,con stangate alle pensioni,tasse,balzelli,disoccupazione:banche salve e cittadini sul lastrico.
I 5 stelle,organizzazione semi-segreta,le liste civiche,parlano sempre di “monnezza”,buche sulle strade,tariffe di aqua,e non colgono gli elementi politici:chi e’ che in realta’ comanda e quale e’ il vero disegno strategico internazionale.O meglio:fanno di tutto per non farlo comprendere.
Rimedi proposti:uscita dall’Euro,sciogliamo i Parlamenti,decidiamo tutto sul WEB (sconosciuto come mezzo di dibattito al 90 per cento degli italiani,che al massimo lo utulizzano per comprare su Ebay,con l’apporto del figlio 15 enne. o guardare l’orario dei treni).
Ma pensate veramente,che i cittadini vadano ad dibattito sui ladri bancari,con la certezza di essere contati e senza poter influire su niente?
Come si dice:tutti ladri,nessuno (o quasi) ladro.
Dopodiche’ un po’ di autocritica:la maggior parte degli attuali critici,sono persone con militanza conosciuta ,ex PCI o tali,che probabilmente hanno detto tutto da anni ed oramai ,pur seri, hanno poco da aggiungere.
Rassegnamoci:senza truppe ed ufficiali freschi,visibili e nuovi, si e’ giudicati come quelli che :a volte ritornano.
Può darsi che gli “attuali critici” abbiano poco da dire (io non credo), ma il problema principale è che anche a quel poco chi DEVE rispondere (e sottolineo Deve) non risponde anche se è giovane e sulla cresta dell’onda. I problemi, quando si presentano vanno affrontati e risolti. Tutti, non solo quelli che fa più comodo risolvere. O no, signor Bravi?
Signor Bravi certe litanie non incantano più nessuno. Il Pd è responsabile al pari di Berlusconi (e per alcuni aspetti anche di più) dell’attuale sfascio dell’Italia.
Vogliamo partire da qui?
Pensate davvero di rifarvi una verginità col nuovo condottiero? E con il sistema delle cooperative come farete? E con le banche? E con la stampa e le televisioni?
Lei può anche fare il difensore d’ufficio delle cause perse ma da che mondo è mondo la ricostruzione non viene mai affidata a chi ha causato il disastro.
E non potete pensare di cavarvela sacrificando un D’Alema o la Bindi. Non sono operazioni credibili.
Anche Gorbaciov ci provò ma si sa come è andata.
scusa marco èèè mi sembra che non ti stia bene niente ..tanto meno chi ha liberamente espresso un voto e ha fatto vincere un candidato (nessuno è entusiasta ) ma almeno aspettiamo… che cambi la luna
certo te fai il giornalista ..ed è difficile essere obbiettivi…vero?????
No, Elvio, Renzi c’entra poco in questo ragionamento, e non è che non mi sta bene niente… Ho solo constatato un certo clima (che non è addebitabile solo ai renziani, ma anche agli altri, alla stampa, alla società civile ecc.)che è un clima di “normalizzazione”, dove sembra che “tutto va bene madama la marchesa”, mentre invece ci sono molte cose che non vanno… e che meriterebbero risposte. Quantomeno attenzione. Tutto qui. Altri sono poco obiettivi, evidentemente… No, Elvio? (io sono cresciuto nel Pci e lì dentro mi hanno insegnato due cose: 1- avere più dubbi che certezze; 2- guardare le cose, tutte, con senso critico. Questo perché i dogmi appartengono ad altre parrocchie che ho sempre frequentato poco…)
Analisi dello stato di fatto ineccepibile.Mi è venuto in mente quello che ha detto Carlo Freccero nel suo intervento a Piazza Pulita: “Io sono pessimista, un po’ di Novecento oggi è necessario, fare il bravo sindaco e amministratore può non bastare. Rottamiamo la classe dirigente, ma non rottamiamo il pensiero della COMPLESSITA’, farlo è una grande caxxxata che solo Renzi può fare”
P.S. Oggi pomeriggio alle 17,30 Carlo Freccero sarà a Cetona per presentare il suo nuovo libro “La televisione” nella sala dell’Ex Chiesa dell’Annunziata in Piazza Garibaldi
E a Cetona, Carlo Freccero ha confermato il quadro . Un quadro in cui tutto è semplificato, livellato verso il basso, sia nelle argomentazioni che nel linguaggio, con i media ridotti a grancassa dei vincitori (o presunti tali). Un quadro in cui la politica si adegua ai tempi, ai modi, ai riti della tv e non viceversa. Un quadro in cui è scomparso il “pensiero critico” a favore del pensiero unico, della banalità contrabbandata per lessico popolare e attenzione al sentire del popolo… E, come ha ricordato Freccero, la rete, internet, i social network, utilissimi certo, non sono la soluzione. Anzi spesso sono essi stessi strumento e veicolo della banalità di cui sopra. Una seratina interessante, insomma… Istruttiva. Peccato che di politici ce ne fossero pochi e quasi tutti dell’era precedente. Di operatori dei media anche meno…