CHIUSI, IL SINDACO: NIENTE COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL CENTRO MERCI

mercoledì 02nd, ottobre 2013 / 10:46
CHIUSI, IL SINDACO: NIENTE COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL CENTRO MERCI
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DALLA DISCUSSIONE CONSILIARE DI LUNEDI’ SCORSO NESSUNA NOVITA’ SULL’OPERA FANTASMA. CHE RESTA UNO SCANDALO. LA CONSIGLIERA FIORINI SI DICHIARA INSODDISFATTA DELLA RISPOSTA DELLA GIUNTA.

CHIUSI – Tutto secondo copione. Un po’ di attesa c’era, ma non ci aspettavamo granché dalla replica del sindaco all’interrogazione della Consigliera Rita Fiorini sul Centro Merci fantasma. E infatti al di là delle cifre, peraltro già rese note nel dettaglio, dalla Primavera e pubblicate anche su questo sito, dalla seduta consiliare di lunedì sera non è emerso nulla di nuovo. Nulla cioè che non si sapesse già. Unica “novità”, se così si può dire, l’affermazione del sindaco che “non c’è alcun bisogno di istituire una commissione d’inchiesta” sull’argomento.

Stefano Scaramelli, insomma ha confermato quello che aveva già affermato nell’intervista a Primapagina del giugno scorso e cioè che non ci sono state irregolarità, che le spese sostenute son state pagate senza rilievi da parte di nessuno, e che se il Centro Merci di fatto non esiste è perché il progetto approvato e finanziato era monco in partenza. “Quello che era previsto nel progetto è stato realizzato”, ha ribadito in consiglio il primo cittadino.  Questo può anche esser vero, ma il problema è che il centro merci non c’è. C’è solo quella strada per metà chiusa, inutilizzabile e inutilizzata che finisce nel nulla. L’altra metà serve per ora solo come accesso ad un’area privata contigua, su cui sorgono due capannoni e sarà n centro logistico, ma che con il centro Merci finanziato dal Patto Territoriale non c’entra assolutamente nulla.

Quindi, anche se “non ci sono state irregolarità” (o malversazioni), lo scandalo di quei 2 milioni e 685 mila euro spesi per un’opera inesistente, rimane. Scandalo. Non ci sono altre parole per definire la vicenda.

Scaramelli non si è sottratto al confronto, ha pure scoperchiato lui la pentola parlando per primo degli espropri parziali e del progetto monco e incompleto ed è vero che l’operazione è stata avviata e portata avanti dal suo predecessore Ceccobao e dal predecessore di Ceccobao Ciarini come presidente del Patto territoriale e della società che doveva “animare” il progetto, ma anche lui non è arrivato dalla montagna con la piena nel 2011. Prima di diventare sindaco è stato assessore per 9 anni. Ora, dopo aver sbandierato nei mesi scorsi, la possibilità di rilanciare l’opera e metterla in produzione, sembra meno ottimista, più cauto… Sembra aver perso quantomeno alcune certezze. E non è chiaro per nulla se il Centro Merci partirà, in qualche modo, oppure no.

La Consigliera Fiorini si è dichiarata insoddisfatta della risposta fornita dal sindaco.  Quando sarà pubblicata la registrazione della seduta, valuteremo meglio la discussione consiliare. Per ora la situazione resta quella che in questi mesi abbiamo più volte descritto. E, secondo noi (ma anche secondo altri , vedi i comuni che hanno condiviso il progetto, che fu finanziato come progetto di area e non solo del Comune di Chiusi) il rischio che il Comune di Chiusi debba restituire il finanziamento ottenuto dal Patto non è del tutto scongiurato.

E anche la decisione di sciogliere la società Smec, quella che avrebbe dovuto, appunto, animare e gestire il progetto, potrebbe rivelarsi scelta  frettolosa ed errata, perché fa venir meno uno dei presupposti del finanziamento ministeriale (opera di area, voluta da più comuni e più soggetti pubblici e privati). Il cerino acceso è rimasto in mano al Comune di Chiusi, che può scottarsi seriamente.

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