CHIUSI: L’ OMICIDIO RAMINI ED IL DISAGIO GIOVANILE. PARLA LO PSICHIATRA FAGIOLINI.

domenica 15th, settembre 2013 / 15:17
CHIUSI: L’ OMICIDIO RAMINI ED IL DISAGIO GIOVANILE. PARLA LO PSICHIATRA FAGIOLINI.
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Il grave fatto accaduto il primo Agosto, pone varie domande e riflessioni sociali. Il parere di Andrea Fagiolini, Professore di Psichiatria all’Università di Siena.

CHIUSI – Mercoledì la notizia dell’arresto dei quattro giovani per il caso dell’omicidio di Giulio Ramini, avvenuto il primo Agosto, ha posto, purtroppo, Chiusi sotto i riflettori della cronaca nera. Non è stata certo una bella immagine per la cittadina etrusca. Telecamere, giornalisti, forze dell’ordine. Non esistono più le isole felici. Un giornale locale oggi titola “Ci hanno rubato la tranquillità”. Specchio dei tempi. Oltre alle responsabilità dei giovani arrestati che verranno accertate dagli organi competenti, c’è la reazione dei fermati, subito dopo il fatto. Gli stessi carabinieri, nel corso della conferenza stampa, lasciavano trasparire un certo sconcerto per il fatto che i giovani fossero andati a spendere il misero bottino, noncuranti di ciò che avevano fatto. Purtroppo, nei fatti di cronaca, anche recenti, avviene spesso. Non ci si rende conto dell’accaduto, si crea come un distacco tra realtà e virtualità. Perché? Abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Fagiolini, Professore di Psichiatria a Siena.

1)     Professore,  l’ omicidio Ramini. Quattro giovanissimi, di cui uno minorenne…

Questi eventi lasciano sconcertati, smarriti, profondamente tristi. Ci troviamo di fronte a comportamenti disgustosi e impossibili da giustificare, che rappresentano l’espressione più abominevole di un disagio giovanile che trova molte delle sue radici nella mancanza di valori e nell’impossibilita’ di alcuni carnefici ad immedesimarsi nella vittima,  a vedere in essa uno dei propri cari, una persona che soffre. Sono persone incapaci di pensare a come starebbero se le loro azioni venissero fatte su loro stessi o i sui loro cari, ammesso che questi ragazzi (conosco troppo poco su loro e sui dettagli del fatto specifico per esprimere un giudizio non generale) abbiano mai avuto nella loro vita qualcuno definibile come tale. E non e’ la prima volta che sentiamo di giovani assassini,  per motivi economici o di indipendenza, di violentatori, di persone capaci di perpetrare delitti che nemmeno gli animali- che mai uccidono per motivi futili-sarebbero capaci di compiere.  Possiamo provare ad analizzare alcuni dei fattori coinvolti, sul piano sociologico,  psicopedagogico o psichiatrico ma i motivi sono probabilmente molteplici, ascrivibili- almeno in parte-a responsabilità’ strettamente personali e non solo a colpe della società’, della mancata educazione o della psicopatologia.

2) I quattro accusati dopo il fatto (hanno lasciato l’anziano morente) se ne sono andati a spendere la piccola refurtiva in birrerie ecc come se nulla fosse successo…

Viviamo in una società competitiva, aggressiva e spesso violenta.  Alcuni ragazzi sono abituati ad avere tutto e subito, ad aspirare a modelli di successo immediato, in cui il fine giustifica sempre i mezzi,  in cui conta piu’ apparire  e avere che essere o il rapportarsi con gli altri: per alcune persone, un telefonino vale più di un amore.

In queste situazioni, il bene o il vantaggio individuale prevale in modo spropositato sul bene comune o il bene dell’altro. Alcune persone non provano mai, non riescono ad immedesimarsi negli altri. Sono fredde, insensibili, impermeabili. E purtroppo, in una legislazione a mio avviso troppo buonista,  non hanno nemmeno troppa paura delle conseguenze dei loro atti…

3) Distacco dei giovani dalla realtà… troppa virtualità nella vita di tutti i giorni?

I giochi elettronici, i films, la televisione ci inondano di scene e modelli di fredda violenza, di distruzione, di situazioni in cui la morte e’ parte di un gioco. Un gioco dove chi uccide vince. E chi muore, muore di una morte immediata, fredda, privata del dolore e delle devastanti implicazioni che la perdita di una vita comporta.   Niente spinge a riflettere sulla sofferenza della vittima, se non per fini di vendetta e nuove violenze. E questa e’ benzina che infiamma il fuoco delle persone più fragili o cattive.

4) La gioventù oggi… tantissimi casi di baby gang… che può fare la società?

Dobbiamo fornire una migliore educazione. Creare un migliore ambiente. Insegnare fin da bambini quali sono le cose più’ importanti e significative della vita. Trasmettere il piacere di ammirare e rispettare il prossimo, di gioire e sacrificarsi per gli altri. Ritrovare i valori spirituali come piaceri da perseguire e non rigide regole da seguire. Riscoprire la bellezza dei rapporti con gli altri e quanto siano più’ importanti e gratificanti  delle cose materiali ed individuali. E lasciare più’ spazio ovunque (compresa la TV…)  alle tante persone buone che rendono il mondo migliore. Per nostra fortuna, ce ne sono ancora tante.

David Busato

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