CHIUSI, ALLA FESTA DELL’UVA VOLANO PUGNI PERCHE’ QUALCUNO CANTA BELLA CIAO. STASERA LA CANTERANNO IN TANTI…

WEEK END ALL’INSEGNA DELL’UVA, DEL VINO E DELLA BUONA CUCINA. MA QUALCHE CRETINO PROVA A ROVINARE LA FESTA…
CHIUSI – Se l’Epifania tutte le feste si porta via, parlando delle festività natalizie, la Festa dell’Uva e del Vino di Chiusi si porta va tutte le feste estive. E, da più di 30 anni segna l’inizio dell’autunno. Uva, vino, cuciva tipica di queste terre, musica e spettacoli di strada… In corso da ieri per concludersi domenica sera, la festa dell’Uva e del Vino nella città di Porsenna è l’ultima occasione per uscire di casa, per gozzovigliare in compagnia, per salutare l’estate con un bicchiere di quello buono.
E di vino buono ce n’è a iosa, sono presenti circa 80 produttori toscani e umbri e l”Enoteca gestita dall’Assoziazione Italiana Sommelier propone anche etichette di altre parti d’Italia. Le Taverne dei Terzieri San Silvestro, Sant’Angelo e Santa Maria, più altre cantine e cantinette offrono assaggi e degustazioni particolari, oltre alle classiche cene dal sapore di una volta…
Certo di vino ne scorre sotto gli archi e qualcuno esagera. Ieri sera c’è scappata anche una piccola rissa, e un cinquantenne chiusino, persona conosciuta, stimata e tranquilla, nell’alterco ha rimediato un’occhio nero. Motivo? Perché tra un coro e l’altro è partita Bella Ciao. Un avventore ha dato in escandescenze cercando di stoppare la canzone: “A Chiusi questa canzone non si canta!” ha urlato e l’altro, il cinquantenne, ovviamente ha continuato. Perché Bella Ciao non è solo una canzone, è il canto che racchiude e sintetizza i valori fondanti della Repubblica Italiana. Che naturalmente non è quella di Salò… Qualche scazzottata indotta dall’ebbrezza e dal vino c’è sempre stata alla festa del’Uva e non farebbe nemmeno notizia. Il fatto che sia avvenuta perché qualcuno ha intonato Bella Ciao invece è grave ed è l’ennesima riprova dello scadimento dei valori, della deriva culturale e politica imboccata da questo Paese. Un Paese in cui Chiusi non fa certo eccezione.
Questa sera, alla scadenza di ogni ora in tanti canteranno Bella Ciao nelle taverne… “in piedi, con educazione, ma con fermezza”. Deve esser chiaro che a Chiusi chi non ha e non deve avere cittadinanza non può essere chi intona Bella Ciao, ma i cretini che alzano le mani e preferirebbero che si cantasse Giovinezza (sempre che sappiano cos’è Giovinezza e il regime che la faceva cantare agli italiani…).
m.l.
Piena solidarietà, ovviamente all’amico e compagno uscito con l’occhio nero…
E’ stato detto tante volte anche dal mio amico Mauro Aurigi, con il quale condivido l’esperienza di consigliere comunale “a 5 stelle” a Siena: “il fascismo non è nato con Mussolini e non è morto con lui.”
Sarà il vino ? Si potrebbe dire di si, ma anche valutati i tempi si potrebbe dire anche di no. In questi tempi di crisi dove lo scontro sociale non aspetta altro per essere innescato tutto è possibile e chi percepisce questo potrebbe anche soffiare sul fuoco.Sta di fatto che Bella Ciao è una canzone dei partigiani, della liberazione, che rappresenta e ricorda la resistenza,suonata e cantata anche per il 1°Maggio in pubblico e non solo dalla banda Musicale di Chiusi ma da quelle delle Città di tutta l’Italia,ed è parte del patrimonio culturale della Repubblica Italiana,si quella della ”Costituzione Sovetica” della quale parla letteralmente Berlusconi nei suoi deliri, con la quale canzone si può anche non essere d’accordo ma se è vera l’esternazione proferita che ” a Chiusi bella ciao non si canta” suona tutto questo come una provocazione bella e buona.E’ difficile dire le ragioni delle risse intorno a tali principi che si possono innescare ma spesso tali aspetti possono nascondere anche la misurazione sociale della reattvità della gente di fronte a tali provocazioni.trent’anni fa non si azzardavano nemmeno a farle perchè venivano zittiti a furor di popolo.Oggi con una gioventù di trentenni che magari non sanno nemmeno il significato di ”Bella Ciao” si può anche pensare che siano tentativi messi in atto per misurare e sondare l’effficaca dell’antbiotico che dovrebbe dare la gente comune di fronte a tali fatti.Nella maggior parte dei casi la gente comune oggi per una cosa del genere,scavalca il malato accasciato sulla strada,si rinchude in casa e non vuole nemmeno mettere il naso fuori della finestra.Se poi la mattina dopo succede come a Santiago nel 1973 od a Città del Messico nel 1980 forse la labile memoria di parecchi farà loro ricordare quelle parole di un certo scrittore che diceva nella germania nazista:” Bussarono alla porta accanto alla nostra e vennero a portare via gli ebrei, ma io non ero ebreo.Poco dopo poi vennero a portare via i comunisti ma io non ero comunista,poi bussarono anche alla mia di porta e vennero a portarmi via. Aggiungo la mia solidarietà a quella di Lorenzoni.
i trentenni sanno benissimo cos’è Bella Ciao, la cantano anche loro e molte band musicali italiane e straniere care al pubblico giovanile ce l’hanno nel proprio repertorio… Il problema è che sono delusi, disillusi e quindi inclini ad una indignazione e ad una incazzatura solitaria, intima, strettamente personale… Il caso in questione forse si è verificato perché qualcuno (non il cinquantenne che ha rimediato l’occhio nero) aveva già alzato il gomito… Quindi una reazione dovuta all’alcol, più che al credo politico… Fatto sta che cantare Bella Ciao in questo Paese è e deve essere normale. Anzi fa pure bene alla salute, perché mantiene sveglia la memoria e la passione…
”L’indignazione intima e strettamente personale” porta quella generazione a rinchiudersi in se stessa, quindi sotto quel piano-bada bene e non su altri- io la considero ”perdente” perchè se si misurano le cose ed i fatti accaduti al tempo di bella ciao, allora con quel metro cosa avrebbero dovuto fare i nostri padri e nostri nonni vissuti 20 anni sotto un regime di quella specie ? Che siano disillusi dalla politica odierna lo posso capire, tutto quello che vuoi, ma a parecchi di questi di 30 anni se gli domandi come siamo arrivati a ”bella ciao” non li trovi tanti che ti possano rispondere esaurientemente.Di chi la colpa ? Io, in quest ultimi anni mi sarei anche rotto ….di considerare che la colpa sia tutta dei genitori che non parlano più con i figli anche se in parte questo è vero….. E’ che siamo dentro un sistema mediatico-culturale che porta a subire tutto senza far avere la facoltà ed anche la dignità d’incazzarsi e di non opporsi per costruire qualcosa di diverso, Con questi – i 30 trentenni-magari bravi e capaci di ideare e di pensare condizioni lavorative diversificate ed aderenti alla loro personalità diffcilmente si va oltre ”l’individuale” e con questi si regna di prepotenza e l’Italia è destinata a subire perchè si è costruito non un mondo a dignità e misura d’uomo e della ragione, ma un paese allo sbando dove ”il si salvi chi puo” sta incominciando ad arrivare.E si salvano quelli che hanno i padri con un buon conto in banca, gli altri in casa-come dici tu-ripiegati su se stessi….(tranne le eccezioni naturalmente)Questo è il futuro e sarebbe ora di dargli una svegliata, poi il vino naturalmente ha i suoi effetti certamente ma quello che cova nella mente di parecchi è la reazione a questo stato di cose che convive nel risentimento solo individuale e spesso la reazione serve ad essere incanalata verso una sola direzione,che è contraria agli interessi dei deboli. E’ storia,e tu Marco non hai certo bisogno di sentirlo da me perchè questo lo sai……