11 SETTEMBRE, IL GIORNO DELLE TORRI E DI UN GOLPE SANGUINARIO

Se uno dice 11 settembre, la stragrande maggioranza delle persone pensa all’attentato alle Torri Gemelle di New York del 2001. Più di 3.000 vittime. Un fatto drammatico che ha cambiato la storia e la percezione stessa del pericolo terroristico nel mondo. Sono passati 12 anni e sembra ieri.
Ma c’è un’altro 11 settembre di cui si parla poco ormai. Eppure anche quello cambiò la storia e la percezione stessa del pericolo di… colpo di stato: l’11 settembre 1973.
Quel giorno fu rovesciato con un colpo di stato militare il governo democratico del Cile, guidato dal socialista Salvador Allende che aveva vinto le elezioni nel 1970 con la coalzione Undidad Popular. L’esercito cinse d’assedio il Palazzo della Moneda a Santiago, sede del Governo, mentre aerei Hawker Hunter di fabbricazione britannica bombardavano dal cielo. Allende, dopo un tentativo estremo di difesa, insieme ai suoi più stretti collaboratori fece uscire questi ultimi dal palazzo, ormai indifendibile, e si suicidò sparandosi una raffica con il mitra che aveva utilizzato per rispondere all’attacco e che gli aveva regalato Fidel Castro. L’11 settembre 1973 vide la fine di Allende e della democrazia cilena e l’inizio di una sanguinosa dittatura guidata dal generale Pinochet
E’ stato poi appurato che il Golpe militare ebbe l’appoggio diretto e indiretto della Cia e del Governo americano dell’epoca. «Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli. » disse il segretario di stato Usa Henry Kissinger. Gli USA vollero preventivamente stroncare sul nascere la via democratica al socialismo, in Cile, mandando un inquietante segnale di avvertimento a tutti i partiti socialisti e comunisti che in maniera democratica stavano rafforzandosi in vari paesi del mondo, Italia compresa. Fu proprio il golpe cileno a spingere il segretario del Pci Berlinguer sulla strategia del compromesso storico, per evitare di “fare la fine del Cile”.
La dittatura di Pinochet, lodata e sostenuta dai governi conservatori occidentali (quello della Thatcher, per esempio) e dai circoli economici più potenti, soppresse lo stato sociale e le conquiste dei lavoratori cileni, eliminò fisicamente migliaia di oppositori,altri furono imprigionati, torturati e costretti all’esilio. Altri ancora – migliaia – scomparvero nel nulla. Desaparecidos. La repressione dell’opposizione è ritenuta dagli storici un vero sterminio di massa. C’è chi parla di 40.000 morti, comprese le sparizioni forzate e 600.000 tra arrestati e torturati.]
Solo nel 1990, il Cile ha potuto riassaporare la democrazia.
Ricordare l’11 settembre 2001 è importante. Ricordare l’11 settembre del Cile lo è altrettanto.
m.l.
Ricordare per chi non lo sa o fa finta di non ricordarlo come si arrivò a questo golpe è anche importante.Ed è anche importante chi fu che soffiò sul fuoco delle opposizioni democristiane e di destra alle nazionalizzazione della miniera di rame più grande del mondo, quella di” El teniente” che aveva non solo la proprietà privata più grande ed estesa di tutto il Cile ma anche rappresentava interessi partecipativi americani.Figuriamoci se gli USA avessero tollerato tale stato di cose e non fossero intervenuti per ristabilire quello che consideravano ”il loro diritto”.Chi c’era dietro la piazza che mobilitò le casalinghe davanti alla Moneda per giorni interi con le pentole ed i coperchi che battevano fra di loro se non la Democrazia Cristiana e la Chiesa Cattolica con tutti i vescovi schierati contro il Governo costituzionalmente eletto ? Quando la ricchezza nazionale soprattutto del rame veniva succhiata a milioni di dollari al mese dalla multinazionale di El Teniente non battevano i coperchi contro il Partito Socialista Cileno ed Allende quando non erano al potere.Solo dopo essere salito al governo del paese Allende provò a rispettare i programmi elettorali e si scatenò la rappresaglia fino all’intervento dei settori della conservazione di destra guidati dai servizi segreti americani e dei militari che per loro mano pensarono di assaltare i palazzi governativi e rinchiudere mlitanti e cittadini comuni nei gulag e negli stadi.Non ostante questo dopo il fermo internazionale di Pinochet per crimini contro l’umanità decretato dal tribunale internazionale dell’Aja si assistette alla sarabanda del suo ritorno in patria quando fu liberato.Tutti poterono constatare la non vera infermità dichiarata quando scese dalle scalette dell’aereo a Santiago.Eppure nessun settore dell’apparato governativo italiano si mosse o disse qualcosa per dimostrare la propria contrarietà a Pinochet durante il suo lungo governo.Pinochet aveva salvato il Cile e le sue ricchezze dalle nazionalizzazioni.A questi che vanno ad incazzarsi per i diritti umani conculcati da parte di Assad bisognerebbe fare un monumento alla vergogna per doppiezza politica e fra loro vi sono ampi spazi della sedicente sinistra.E’ bene che la gente comune lo sappia e possa giudicare.Ma così come in Cile è successa sostanzialmente la stessa cosa con il boicottaggio del Nicaragua,e la stessa cosa presto potrebbe risuccedere con l’Argentina dopo il suo risollevamento dalla crisi, la stessa cosa per mano dei settori omogenei a quelli cileni del 1973.Sarebbe una serie di paesi infinita se si dovesse fare l’elenco di chi ha dovuto soccombere al superiore interesse delle multinazionali statunitensi, inglesi e francesi, tutte per analoghe ragioni di dover spazzar via gli ostacoli che si frapponevano allo sfruttamento delle materie prime, delle fonti energetiche delle risorse di quei paesi.In Asia,come in Africa, come in America Latina sono pochi i paesi che hanno potuto reagire con le loro forze mobilitando le classi non abbienti contro lo sfruttamento da superpotenza:Il Venezuela è uno,per certi aspetti lo è anche il Brasile come potenza emergente ma l’ambiguità dei suoi governi la dice lunga sulle capacità di affrancarsi da solo dalla miseria di massa.I fallimenti di Panama,del Guatemala ma anche e soprattutto del Nicaragua fanno aprire gli occhi a come sia difficile sollevarsi dalla miseria quando nei ceti politici c’è collusione di interessi con i paesi ricchi e rapinatori istituzionali di risorse.Il Papa che è un cittadino Argentino queste cose le sa bene e vedremo come si comporterà di fronte all’enorme flusso di connazionali
che vengono al Mercoledì a sentire i suoi discorsi.Vedremo cosa produrranno i suoi discorsi in quelle nazioni dove sono successi tali incresciosi e terribili fatti.Credo che in casa propria il lavoro non dovrebbe mancargli e chi ben comincia è a metà dell’opera recita un roverbio.