VIETATO ALLATTARE AL SENO ALLA CONFERENZA SULL’ALLATTAMENTO AL SENO

Mentre Papa Francesco stupisce il mondo invitando le madri ad allattare in chiesa, il governo scozzese stupisce la Gran Bretagna invitando le madri a non allattare nella sede di una conferenza sull’…allattamento al seno.
È successo a Edimburgo, Scozia, dove il 24 febbraio, nel Murrayfield Stadium, avrà luogo la conferenza “Shifting the Curve – Sharing the Challenge Breastfeeding Summit”(Cambiare rotta, la sfida dell’allattamento al seno) organizzata dal governo scozzese a completamento di un anno di lavoro sull’argomento. L’obiettivo è di incoraggiare e sostenere l’allattamento al seno attraverso l’analisi delle difficoltà pratiche ma anche dell’elemento sociale che si dibatte tra allattamento in pubblico sì o no. La conferenza, si legge nel sito, è rivolta a “chiunque lavori con bambini e famiglie”.
Non esattamente “chiunque” però. Alcune madri di neonati che, invitate alla conferenza, hanno chiesto se potevano allattare, si son viste rispondere che sarebbe stato poco “appropriato”, e che l’auditorium non era attrezzato. Lo strano diniego non è passato inosservato e molte donne, sconcertate, hanno protestato contro una modalità organizzativa che ha del paradossale.
Il Murrayfield Stadium, interpellato dal quotidiano britannico The Independent, ha rifiutato di fare commenti. Un portavoce del governo scozzese, invece, si è giustificato, spiegando che: “quando il governo ha iniziato la pianificazione della conferenza, il numero di madri con neonati partecipanti è stato sottovalutato. In seguito alle richieste abbiamo ampliato la zona adibita al cambio dei pannolini e creato un’area tranquilla per la madri che la vorranno utilizzare”
Tutto risolto? E insomma, non proprio. La figura barbina ormai è fatta. Soprattutto alla luce dei fatti avvenuti il dicembre scorso nel lussuoso Hotel Claridge di Londra, dove un cameriere ha chiesto a Louise Burns (nella foto), che stava allattando la figlioletta di tre mesi, di coprirsi con un mega-tovagliolo per evitare di “offendere gli altri ospiti dell’albergo”.
Anche in questo caso le donne si sono mobilitate, con un sit-in di protesta di fronte al Claridge (foto in evidenza), e, manco a dirlo, con i piccoli rigorosamente attaccati al seno. Con riferimento all’accaduto sembra che il leader dell’Ukip Nigel Farage abbia detto che: “i locali dovrebbero poter chiedere alle madri, “forse, di sedere in un angolo” senza quindi mettersi troppo in vista”, mentre il sindaco di Londra Boris Johnson avrebbe commentato che le madri dovrebbero sì allattare in pubblico ma “in modo discreto”, per così dire.
Qui da noi Papa Francesco, con l’autorizzazione a sfamare i piccini in chiesa, ha sdoganato l’allattamento in pubblico. Ma quanti hanno sinceramente apprezzato e condiviso l’iniziativa? Quanti, cioè, in fondo in fondo preferirebbero che si allattasse…in un angolo, o in modo, per così dire, discreto?
Elda Cannarsa
allattamento al seno, Boris Johnson, Nigel Farage, Papa Francesco
è una cosa naturalissima e bellissima, personalmente, non mi fido delle persone che ci trovano qualcosa di ”strano, vergognoso, addirittura, amorale” probabilmente sono loro ad aver qualche problemuccio!!!
Papa Francesco rende un gran servizio alla Chiesa, che credo che serva alla medesima più per la sua continuità nel tempo e per muoverla dalla sua secolare immobilità di pensiero sia teologico che comportamentale dell’educazione distorta fornita ai fedeli,e che per
tale motivo cionondimeno dovrebbe alla luce odierna e su tale argomento essere pesantemente criticata.sulle posizioni che ha sempre culturalmente sostenuto e comunque contribuito a far passare nella società.Non solo su tale argomento ma anche su altri..Concetti come quello della ”naturalezza”, dello scorrere della vita,del comportamento umano di fronte alle esigenze stesse della vita degli uomini e delle donne,dovrebbero essere palesemente concetti ritenuti dalla cultura umana di normalità. Invece è la nostra cultura formatasi su quella cattolica che ancora offre resistenze e determina atteggiamenti e modi di pensare e di essere talmente irrazionali che possono andare oltre i comportamenti dei credenti, coinvolgendo anche in tal campo i non credenti. Vogliamo fare un paragone con le altre religioni per esempio riguardo all’argomento del Post ? Prendiamo l’Induismo, che noi consideriamo nelle nostre ferree certezze una religione degna di paesi arretrati e vediamo come certi atteggiamenti delle donne vengano intesi e si misurino nel sociale: In India soprattutto,dove milioni di persone hanno nella strada la loro casa,praticamente ogni aspetto dell’esistenza viene vissuto in pubblico: si prega,si mangia, si dorme, SI ALLATTANO I FIGLI,ci si fa curare i denti alla meno peggio, e si espletano perfino le funzioni corporali davanti a tutti.NELL’OCCIDENTE SECOLARE,DOVE NIENTE E’ SACRO TUTTO SEMBRA NASCOSTO,VICEVERSA IN ASIA DOVE NULLA E’ NASCOSTO, TUTTO E’ SACRO.Cosà vi fa pensare questo? Non mi attendo una risposta banale da chi voglia rispondere, eppure milioni sorvolano tale cosa ritenendo con noncuranza che non significhi nulla e viene spesso liquidata come manifestazione tipica dei paesi sottosviluppati.Di contro però ci sarebbe credo da affermare anche un altra cosa ed è quella della ostentazione delle caratteristiche di ciò che è il potere femminile di fronte a quello dell’uomo,tipico anche di certe donne(questo non dimentichiamolo)che tal gesto lo fanno per ribadire verso la società che le circonda che il centro dell’universo che crea la vita siano solamente loro.Questa idea-e non sono poche che ne vengono pervase- porta all’ostentazione di una facoltà che la natura nel suo divenire ha riservato alla donna poichè è quella che ha partorito il figlio e gli dona la vita prendendosene cura.Non è poca cosa certamente, anzi , ma la natura ha previsto che la meritorietà fra sessi sia di eguale spessore e concretezza riguardo alla creazione ed al mantenimento della vita.Per fortuna di entrambi i sessi e con modalità diversificate ma tendenti allo scopo comune, che è quello che più conta e pesa.E’ l’ostentazione spesso di una funzione talmente naturale che meriterebbe una diversa e più normale collocazione culturale,poichè spesso anche di pura ostentazione si parla.ostentazione non tanto fisica ma di contenuto morale sopravvalutato ed esclusivo. Sono d’accordo quindi con quanto dice la Sig.ra Paolo di Maggio che ”qualche problemuccio” alberghi in coloro che ritengono che ” l’allattamento coram populo” debba essere una funzione vissuta a parte e che per costoro della qual cosa ci si possa quasi perfino vergognare;poichè nella mentalità maschilista- e la società nel suo complesso ancora fortemente è tale-
tale funzione della donna debba essere una funzione espletata in separata sede e meglio quasi se di nascosto. Pensiamo un momento a quale sentimento educativo si sottopone la donna in una società che la consideri tale.E’ indubbio che questo tipo di cultura sia stato veicolato ed impresso in secoli da una cultura religiosa ipocrita e distorsiva anche del modo di concepire la donna relegandola ingiustamente ad uno scalino d’inferiorità sociale.Ancora oggi dopo secoli scontiamo tali posizioni.Ma deve essere la lotta soprattutto delle donne ad imporsi su tali terreni, lotta fatta incessantemente sul piano della razionalità e della cultura, contro le paludi della conservazione.Qualcuno un secolo e mezzo fa disse:”L’uomo sarà libero solo quando la donna sarà libera”.Per fortuna ancora tale concetto esiste e viene seguito da uomini e donne e per espandersi ritengo che debba essere scevro semprepiù da sentimenti di sottoculturali di ostentazione al fine di contenere dentro di se la forza
della vitalità e della giustizia che dalle donne promana.
Oltre ad una essere cosa naturale, l’immagine di una madre che allatta un piccolo gode di una sua intrinseca ancestrale bellezza.
Purtroppo nei paesi anglosassoni è tradizione diffusa da sempre quella di considerare l’allattamento al seno in pubblico un gesto “sconveniente”. La cosa è nota da anni, ma fa parte della tradizione di quel popolo, difficile quindi da eradicare. é sopravvissuta persino al movimento Hippie e alla rivoluzione dei costumi del ’68, che pure da quelle parti fu molto seguita.