BEKO, AMADORI E GSK: SIENA PERDE CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO. E NEL TRASIMENO VA IN CRISI LA STORICA COOP PESCATORI NATA NEL 1928

In provincia di Siena le fabbriche (quelle vere, che già non sono molte) chiusono una dopo l’altra. Centimnaia di lavoratrici e lavoratori vedono di fronte lo spettro della disoccupazione. Senza che ci siano alternative plausibili e percorribili nel territorio.
La Beko, la multinazionale che ha rilevato la vecchia Whyrpool (300 dipendenti) ha annunciato la chiusura dello stabilimento senese alla fine del 2025. La Amadori ha lincenziato 200 lavoratori, nonostante gli impegni assunti per una riconversione dell’azienda. Cancelli chiusi e buonanotte al secchio. L’azienda farmaceutica GSK, altro colosso con stabilimenti e interessi anche negli States, dve ha acuisito per 2 miliardi di dollari la ditta che roduce farmaci per la tosse cronica Bellus Health, poi, facendo esattamente come Beko, ha licenziato la maggoir parte dei dipendenti “acquisiti”. A Siena sembrava andare tutto bene. A gonfie vele. Poi anche GSK ha annunciato l’avvio di un programma di “uscite volontarie”. In parole povere, taglio del personale, in maniera concordata con le stesse maestrance, invitate elegantemente e incentivate a togliersi dai piedi e a cercare un altro impiego da qualche altra parte. In un comunicato GSK scrive: “In coerenza e continuità con i valori che distinguono e identificano Gsk è stato individuato un percorso di revisione complessiva delle posizioni organizzative basato sul principio dell’adesione volontaria ad un programma di uscite incentivate che riguarderà, in due anni, fino a 270 posizioni (in ambito produzione e Regolatorio Globale). I collaboratori che vorranno liberamente aderire al programma volontario ed incentivato beneficeranno di un consistente pacchetto di misure economiche in linea con gli accordi sindacali sottoscritti nel recente passato all’interno della organizzazione e con le migliori pratiche internazionali. I dipendenti saranno supportati nella valutazione della proposta da società di consulenza specializzate che aiuteranno le persone a delineare un progetto di vita futuro, valutare opportunità lavorative fuori dall’azienda valorizzando le rispettive competenze e/o possibili ricollocazioni all’interno del network Gsk”.
Sindacati e dipendenti, però, si chiedono cosa succederà a chi non è vicino alla pensione e magari non acetterà l’offerta e gli incentivi per andarsene. Insomma tira una brutta aria dalle parti della città del Palio, sul fronte dei posti di lavoro. E tira una brutta aria in generale. E’ di queste ultime ore la notizia che ad entrare in crisi e porgrammare “tagli” non sono solo i grandi gruppi industriali ce spesso acquistano aziende per poi chiuderle e portare la produzione in Cina o nel sud est asiatico. Sono anche storiche cooperative, che tengono in vita antiche tradizioni.
Il Lago Trasimeno è in Umbria, ma confina con la provicia di Siena. Ebbene sul lago Trasimeno la Cooperativa Pescatori, che fu costituita nel 1928 e dunque ha quasi un secolo di vita, ha convocato i sindacati e annunciato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo dei dipendenti, che già non riscuotono il salario dal mese di agosto. Le lettere di licenziamento non sono ancora state recapitate ai lavoratori, ma la cooperativa ha già chiuso due rivendite del pescato e fermato il conferimento del pesce al laboratorio di San Feliciano. Resta invece aperta la Locanda dei Pescatori a Sant’Arcangelo. Da quanto trapela in via ancora informale, la Coop Pescatori avrebbe illustrato ai sindacati l’operazione che intende fare e cioè costituire due nuove cooperative, che con la formula dell’affitto di ramo aziendale, rileverebbero una la Locanda e l’altra l’attività di pesca, spostando però il conferimento da San Feliciano a Sant’Arcangelo, per una questione di ottimizzazione delle risorse e dei costi.
Le due nuove coop dovrebbero riassorbire il personale in organico alla Locanda e i pescatori «sopravvissuti». Che ormai sono solo una dozzina di soci lavoratori, la cui busta paga viene commisurata mensilmente alla quantità e qualità di pescato consegnato ogni giorno al centro di conferimento. Resterebbero invece fuori dal progetto le maestranze che lavoravano nei punti vendita e nel laboratorio di trasformazione. Si tratta di 6 dipendenti. Tutte donne. Facile intuire che l’atmosfera intorno alla storica cooperativa sia al momento molto tesa. Tra le cause della crisi – par di capire – ci sarebbeo le difficoltà gestionali della Locanda e la stessa crisi idrica del Lago Trasimeno che quest’anno ha registrato anche un -160 cm sullo zero idrometrico, con conseguenze pesanti sull’attività di pesca.
I pescatori fanno parte della storia del lago umbro. E anche di alcuni borghi rivieraschi. E quella storia non può finire così.
A Siena temo che la situazione peggiorerà, e di molto. Non appena sarà delineato il destino del Monte, il quartier generale di fatto scomparirà con pesanti ricadute occupazionali. Su GSK, non sono sorpreso : la nostra società ha lavorato tanto presso l’ impianto di Rosia, ma ultimamente hanno imposto standard totalmente irragionevoli di prezzo, qualità e sicurezza per cui è diventato impossibile continuare la partnership. È sempre così laddove non è possibile rapportarsi con un titolare, ma si deve farlo con un dirigente che risponde a input che arrivano da lontano, e più fa lo stronzo, più si fa bello con l’ azionariato. In tale ottica, pertanto, figuriamoci quanto gli importa della sorte di quei 270 lavoratori.La multinazionale per principio non porta valore al territorio, ma specula su di esso.
Riguardo alla cooperativa dei pescatori, ormai la crisi è strutturale, sono anni che presenta bilanci in forte passivo. Indubbiamente l’ apertura della locanda ha aggravato di molto la situazione, in quanto l’ investimento era sproporzionato rispetto ai volumi dell’ attività. La cosa mi dispiace enormemente perché fino all’ ultimo giorno da molti anni ci ho sempre comprato il pesce. Di certo la perdita di biodiversità nel lago, con luccio scomparso, boccalone e persico reale in difficoltà, e tanti carassi che non vuole nessuno, non ha aiutato.