QUANDO UNA PARTITA SI GIOCA IN… PARADISO.

Sgocciglia, fa freddo, è una classica domenica di Ottobre di quelle che ti fanno dimenticare l’estate e volgono lo sguardo al Natale. Arrivo sul luogo con largo anticipo mi confondo fra i turisti che passeggiano lungo corso Rossellino. Siamo in tanti e di tutte le nazioni, un sacco di stranieri abbracciati incuranti delle temperature autunnali, sono a maniche corte anche io. Rimango incuriosito dal negozio di Baccano, pieno di scritte e di dediche lasciate dai clienti, un posto diverso, un’osteria caratteristica. Entro, faccio finta di non capire la lingua, prendo un bicchiere di rosso di Montalcino, mi guardo un po’ attorno circospetto, pago, esco. Locale fantastico da visitare, complimenti. Sono pronto per il match. Percorro la passeggiata con vista Valdorcia che porta allo Stadio: siamo fortunati oggi con dieci euro abbiamo Pienza – Sansovino da un lato e un paesaggio Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dall’altra. Duecento persone rumorose, bella cornice bellissima partita, ritmi incessanti, gli ospiti sono spinti dagli Ultras in trasferta, i locali rintuzzano colpo su colpo. Doveva essere Davide contro Golia, sulla carta: la corazzata arancio-blèu costruita per vincere il campionato e i biancorossi di casa sapientemente attrezzati per la lotta salvezza; due budget molto diversi per allestire le rispettive rose, una squadra costretta a vincere ed una determinata a rimanere in Categoria (Promozione). E però la carta non è il campo, ed il match è stato vibrante, in bilico fino all’ultimo secondo e Golia non ha mangiato Davide e Davide non ha ucciso Golia: due a due, posta divisa, tutti contenti (?) alla fine.
La partita
Le squadre si affrontano schierandosi a specchio 4-3-3 per entrambi gli allenatori sulla lavagna, ma con predisposizioni tattiche molto differenti. Chini, neo allenatore della Sansovino, inserisce da subito tutta la qualità di cui dispone, con un centrocampo di palleggiatori guidato dall’ottimo Mazza ed un attacco funambolico col trio Dieme/Vasseur/Miccio. La coppia Camillucci-Bernetti invece per il Pienza, conferma in blocco la difesa che fa perno proprio su Mister Camillucci (allenatore-giocatore) e riposiziona al centro dell’attacco Venuto, giocatore di grande generosità, immaginando una gara di difesa e contropiede. E questo succede. Il Pienza è più squadra si vede subito, fa poche cose, ma fatte molto bene, riparte e fa malissimo alla Sansovino, che a sua volta invece sembra più un cantiere da lavori in corso. Va due volte in vantaggio, una nel primo tempo ed una nel secondo; Venuto segna l’uno a zero, Pecci il momentaneo due a uno. La gara è impostata alla perfezione dai biancorossi e tutti disputano una partita solida, di sostanza. L’orchestra guidata da Camillucci è letale in ripartenza e potrebbe segnare più volte sulle sfiammate di Veliz e Cossa, o sugli inserimenti in area di Begnardi e Pecci. Giovani, affamati e veloci. Un bel Pienza, Pecci fantastico, risalta per la lettura del gioco senza palla. Però dall’ altra parte c’è Golia lo abbiamo detto. E la Sansovino di qualità ne ha a palate. E giocherellando, e sbagliando ed anche innervosendosi a tratti, dimostra un potenziale davvero importante e colpi di altra categoria. E Miccio punisce due volte il Pienza, su calcio piazzato da destra, la sua mattonella. Due cross pennellati sulla testa dei compagni che vanno dentro anche se in area ci metti dei manichini. Due volte avanti i locali, due volte raggiunti su punizione.
Complimenti sinceri al trittico Bernardini-Poggialini-Tiradritti per aver allestito una squadra coraggiosa, intelligente ed estremamente pratica, da categoria. Teniamoci stretto Camillucci, Direttore d’orchestra fuori e dentro il rettangolo verde, altro livello. In bocca al lupo all’Olimpic Sansovino: lottare per il vertice è complicatissimo ma al Presidente Iacomoni non mancano né le risorse né i giocatori per l’impresa; bisognerà restare calmi nelle difficoltà e dare continuità al progetto tecnico. Ottimo spettacolo, grande intensità, gli appassionati hanno indubbiamente gradito.
Francesco Ferretti